Durante la conferenza del 12 settembre all'Università di Ratisbona, Joseph Ratzinger ha citato una frase dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo:
Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava.
Se leggete i primi tre paragrafi del discorso (testo integrale), vedrete che il tono della citazione è approvante.
La frase ha acceso l'ira di molti leader religiosi musulmani, che vi hanno visto una denigrazione del Profeta e dell'Islam. Alcuni minacciano ritorsioni durante la visita che, nel prossimo novembre, Ratzinger terrà in Turchia.
L'episodio ricorda le vignette su Maometto, che a febbraio portarono a violenze contro le ambasciate danesi. All'epoca molti intellettuali italiani difesero i violenti, dichiarando che le offese a Maometto sono insopportabili per i musulmani. Che diranno questi intellettuali se le violenze si ripetessero contro le comunità cattoliche in Medio Oriente?
Io allora mi schierai coi vignettisti: mi piace la libertà di espressione, voglio servirmene, quindi la difendo. Devo fare lo stesso col papa. Non condivido ciò che ha detto, e mi chiedo come gli sia saltato in mente di dirlo, mentre il mondo brucia. Ma non voglio (che mi tocca dire) che qualcuno tenti di tappargli la bocca.
25 commenti:
Sono d'accordo con te sulla libertà di parola.
Però… ci sono parole che valgono mille azioni. Non dico che il discorso del Papa o le famose vignette appartengono a questa categoria, però a volte una semplice frase può essere causa diretta di azioni violente. Libertà di parola anche in questi casi? Oppure per coerenza, insieme alle azioni dobbiamo condannare anche le parole che le hanno direttamente scatenate?
Inoltre, la libertà di parola di applica al Papa, ci mancherebbe, ma anche a me che non sono d'accordo con lui e dico che è una sparata così poteva risparmiarsela, e ai religiosi musulmani che trovano, per ovvii motivi, quantomeno limitato il discorso di Ratzinger. Dal momento che le mie critiche non sono in grado di censurare nessuno, credo di poter dire e scrivere che Benedetto XVI è un… vabbé, qui interviene l'autocensura che è un altro discorso ;-)
Ad ogni modo, dato che il problema del bavaglio al papa non mi pare proprio all'ordine del giorno (e nemmeno l'invasione islamica...), vorrei far notare che a calderoli l'esibizione vignettistica non ha portato poi molto bene. Era ministro, ora è il nessuno che è.
Certo, è solo un caso; però speriamo che sia di buon auspicio anche stavolta.
;-)
Ehm… Calderoli è vicepresidente del Senato.
Ivo, se vuoi completare la frase sei ancora in tempo!
Bg, pensavo di essere stata maligna, ma col parallelo Calderoli-Ratzinger mi batti subito... ;-)
Il problema è che se uno deve sempre badare alle conseguenze di quel che dice, la libertà di parola se ne va giù per il cesso. Nella vita bisogna prendere dei rischi per difendere i valori in cui si crede. Sennò rischiamo di finire come quei tizi che danno la colpa di uno stupro alla vittima che faceva jogging tutta sola alle sei del mattino.
Detto questo, però, è anche vero che un conto sono i rischi necessari, un conto l'imprudenza: la tizia che si avventura in hot-pants nel quartiere malfamato alle tre di notte non è certo colpevole dello stupro, ma indubbiamente sarebbe stata saggia ad astenersi dalla gita notturna. E la prudenza dev'essere ancora maggiore quando i rischi si fanno correre agli altri: il Papa ha poco da temere (o quasi: auguri per il prossimo viaggio in Turchia, Santità!), invece noi che prendiamo la metro a Roma dovremo ricominciare ad avere un tuffo al cuore ogni volta che vedremo un tipo con fisionomia medio-orientale infagottato pesantemente – e vi assicuro che ce ne sono un sacco!
Cito a memoria Mill, che so essere caro a Giuseppe: una persona convinta che la causa della carestia siano i malvagi panettieri può esporre in piena libertà la propria opinione, tuttavia se lo fa arringando una folla affamate e inferocita, la sua non è più libertà di parola.
Non dico che il Papa abbia arringato una folla inferocita (Calderoli qualcosa di molto simile l'ha fatto, però), però non dimentichiamoci che le parole a volte hanno un peso e una forza paragonabile alle azioni.
La censura è una brutta cosa, a qualsiasi livello. A volte, però, potrebbe essere un male necessario.
Questo mi fa sempre arrabiare: una religione che da lezioni a un'altra con tutte le schifezze che si fanno al nome della fede! Non voglio offendere nessuno, io rispetto la gente credente che fa del bene, di qualsiasia religione che sia.
Non ce una religione migliore dell'altra purtroppo. In francese si dice: "balaye devant ta porte avant de balayer chez ton voisin" (scopa - non nel senso volgare intendo! - davvanti alla tua porta prima di farlo dal tuo vicino).
E' vero, c'è la libertà di esprimersi, ma prima di offendere l'altro gratuitamente si dovrebbe guardare se stesso nello specchio. Chi se ne frega veramente nel portare qualcosa di nuovo? Gli integristi sono gli integristi in qualsiasia religione. Conosco persone cattive e persone buone in tutte le religione (il buddismo non è una religione ma chi ci crede puo' diventare fanatico: ho conosciuto un buddista perverso, è per dire!... io pensavo il buddismo al riparo della cattiveria).
Cosa porta di nuovo nella società la religione catolica a parte fare danni nei paesi africani dove consiglia di non usare il preservativo?! Cosa porta di nuovo quando si sa che a volte nasconde i reati di pedofilia fatti in Chiesa? La lista potrebbe essere più lunga, ma non ne vale la pena...
Ratzinger, avrei preferito che ti chiamassi "Ben Oït", forse saresti stato più tolerante con i musulmani... e ci avresti fatto dimenticare per sempre la tua appartenanza a un colore politico atroce quando eri teenager.
PS: Non sparate, non sentitevi offesi la mia intenzione era tutto il contrario; ero arrabiata, allora forse sono andata un po' lontano ;-)
Io sono battezzata catolica e non ne sono sempre fiera, era un po' quello che intendevo.
Giuseppe: sono d'accordo di tenere conto dei rischi che si fanno correre agli altri. Allo stesso tempo, non mi convinco che il papa, o i cattolici, non abbiano diritto a esprimere un giudizio sull'Islam solo perché i terroristi potrebbero reagire in modo violento. Si torna al tuo punto di partenza: se accettiamo queste limitazioni, la libertà di parola scivola nel cesso. Ovviamente, se poi il papa si è sbagliato, e non intendeva dire ciò che ha detto, invece sarebbe suo dovere scusarsi o chiarire che non è d'accordo con la citazione.
Ivo: è vero, se uno arringa una folla inferocita non è più libertà di parola. O, quanto meno, scattano tutti i doveri e le responsabilità dell'avere un potere sugli altri. Però non so se l'esempio calza bene: quale potere ha Ratzinger rispetto ai musulmani? Al massimo il potere della provocazione. E' però, se quella di Calderoli era una provocazione voluta, quella di Ratzinger spero che non lo fosse.
CKTC: in effetti, una delle cose grottesche è che il portavoce del papa ha detto che Ratzinger voleva solo dire che la religione non va diffusa con la violenza. Un musulmano può giustamente rispondergli come hai fatto tu: e allora perché non si è scelto gli esempi in casa propria? Una curiosità (se posso): che faceva il buddista perverso? :-)
Scusa se la mia risposta è scema: faceva il perverso ;-)
Un viso di angelo e tante cose cattive nella schiena; diciamo che si fa passare per quello che non è, mente su tutto, inganna tutti, gioca con le persone di preferenza fragili, sensibili, non se ne frega nulla se fa del male (l'importante per lui è di avere un potere su di te e ama quel suo potere, è la sola cosa che lo fa godere) ed è felice di prendere in giro, di giocare con le persone come se fossero dei non geni senza anima e si diverte ad ingannare tutti, inclusi le persone le più intime del suo circolo, pensa allora come puo' rispettare te; si nasconde dietro un mestiere onorevole, un immagine di uomo in gamba e dietro una falsa credenza buddista che gli apre certe porte nel suo mestiere.
Angelita, io sento una donna forte dietro lo schermo. Sono sicura che te non ti faresti ingannare da un tizio del genere ;-)
Risposta sfocata probabilmente ;-), ma hai capito cmq, vero? (il sesto senso tipicamente f)
L'esempio non calza bene?
Lo so. È che a me, tutto sommato, frega abbastanza poco di quel che dice Ratzinger, e per attitudine vado subito al generale e parlo di massimi sistemi…
Angelita: in effetti il papa ha detto una cosa diversa da quella che gli attribuisce il suo portavoce, e cioè che l'Islam si è diffuso con la violenza perché il suo dio non è un dio vincolato dalla razionalità. Non saprei come questo possa suonare alle orecchie dei musulmani in genere, ma certo ai moderati tra di loro non ha fatto comprensiblimente molto piacere, mentre per i fondamentalisti ogni scusa è buona per passare all'azione.
Una grossa ingenuità poi Ratzinger l'ha compiuta riportando la frase dell'imperatore bizantino offensiva verso Maometto: è vero che non sono parole del papa, ma per i meccanismi abituali di queste vicende è come se lo fossero diventate. Su questo punto una smentita convincente sarebbe dovuta, penso, mentre per il resto Ratzinger potrebbe tentare di storicizzare un po': di islamici razionalisti ce ne sono stati molti, e ce ne sono ancora.
ivo, sul ruolo attuale di calderoli hai in parte ragione. infatti una bella carica onorifica e inutile io la proporrei anche per l'altro tizio di cui si parla
;)
CKTC: allora era una stronzo di classe A. Quando hai detto "perverso", credevo intendessi cose divertenti. ;-)
Ivo: a pensarci forse fai bene.
Giuseppe: fai un discorso pieno di buon senso, secondo me. Mi sembra che invece il Vaticano abbia scelto una linea diversa ("non avete capito").
Bg: mi unisco all'auspicio, ma la vedo difficile rimuovere Ratzinger dalla sua carica a vita. Certo, forse con le intercettazioni...
senza volerlo, ange, hai detto la parola giusta (ma non la ripeto sennò qualche talebano de noantri mi cerca e mi mette una bomba sotto il culo). Si tratta di invocare l'altissimo...
;)
(una volta un prete piuttosto noto di cui non faccio il nome parlando di un altro papa mi disse: "ma el signur che l'è inscì bun, el poe minga purtasel in paradis a stà mei de chi?". Classico umorismo ecclesiastico... Non traduco sempre per via del talebano)
Bg: bene, così adesso il talebano la bomba sotto il culo la mette a me. ;-)
Ciao Angelita, secondo me il tono della citazione non e' approvante, anzi, nella traduzione riportata da Radio Vaticana, il Papa dice che l'imperatore e' "sorprendentemente brusco". Mi pare che la traduzione sul sito del Vaticano dica "pesante", ma non ci giurerei. Cio' che il Pontefice condivide e' l'idea che "non agire secondo ragione e' contrario alla natura di Dio" (e qui da brava cattolica ragionevole mi viene da pensare ai preservativi...), non il giudizio sull'Islam dell'imperatore Manuele II, anno 1391.
Chiara, io lo trovo approvante, invece. Per comodità, copio e incollo il paragrafo rilevante (dalla traduzione di Radio Vaticana):
Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihād (guerra santa). Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: "Nessuna costrizione nelle cose di fede". È una delle sure del periodo iniziale in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa. Senza soffermarsi sui particolari, come la differenza di trattamento tra coloro che possiedono il "Libro" e gli "increduli", egli, in modo sorprendentemente brusco, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue; non agire secondo ragione (σὺν λόγω) è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte…".
Io noto:
1) Che intanto il paragrafo inizia con un'accusa di ipocrisia a Maometto.
2) Che il papa sembra voler sottolineare che il vero Islam non è quello della sura 2 ("nessuna costrizione nella fede"), ma quello delle disposizioni successive del Corano sulla jihad.
3) Che il papa sembra sposare complessivamente il discorso di Paleologo. Si suppone quindi che sposi anche la citazione "Mostrami ciò che Maometto...", salva indicazione contraria.
4) "Brusco" non è un'indicazione contraria, perchè è semmai riferito al modo in cui Paleologo pone in modo diretto "la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere" (formula di Ratzinger, che pare sottolineare che quella citazione non l'ha scelta a caso).
Aggiungo che nel quarto paragrafo Ratzinger continua sulla stessa linea, dove menziona passi da cui si dedurrebbe che il Dio dell'Islam è arbitrario e irrazionale. Mentre il Dio della Bibbia è logos, ecc.
Comunque, ora Ratzinger ha detto che la citazione non riflette il suo pensiero, quindi magari hai ragione tu. Certo che se lo diceva subito a Ratisbona era meglio, no? Bastava dicesse: "io non sono d'accordo con l'imperatore, ma proviamo a riflettere sul tema che ci propone ecc.".
Sono d'accordo sulla tua conclusione. Non avrebbe offeso in quel caso, non avrebbe regalato l'arma per creare il litigo e la discussione sarebbe stata costruttiva...
Se mi posso permettere di essere leggera e dimenticare un attimo la polemica pesante, vorrei citare Umberto Eco intervisto da un giornalista francese. Ha detto che se Ratzinger avesse citato il teorema di Pitagora, ci sarebbe stato di sicuro qualcuno capace di dimostrare che era un'offesa razzista ;-) Questo mi ha fatto sorridere.
Secondo Eco, il fraintendimento dall'altra parte era una strategia. Cmq a leggere il testo originale, io vedo che un cattolico usa parole di connotazione cattolica e non parole neutre per parlare a un'altra religione con codici e credenze diversi. Tutti i religiosi di quel livello dovrebbero andare almeno un'anno in una scuola - atea - di diplomazia. O forse leggere Edward T. Hall: "La Dimensione Nascosta".
Cktc: mi piace molto la tua idea di mandare i religiosi a scuola dagli atei. :-)
Era ingenuo (e forse prepotente) l'uso della parola atea in quel contesto, ok mi arrendo ;-), intendevo una scuola neutra (un'altro concetto ingenuo... si puo' sognare, no? ;-).
A proposito, hai mai letto Hall Angelita?
No, ma io ero seria! Ratzinger ha bisogno degli atei: ciò che non sa, non è certo il Gran Muftì che glielo può insegnare. Hall non lo conosco, mi spiace.
Se hai un po' di tempo cara, leggilo e mi dici per piacere cosa ne pensi tu
Me lo metto in lista. ;-)
La liberta' di parola non si discute, la trave nell'occhio, il predicar bene razzolar male, si. Eccome.
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