Oggi a Milano c'è la manifestazione "Usciamo dal silenzio", organizzata dalle donne in difesa della legge 194 (raduno davanti alla Stazione Centrale alle 14.00, io ci sarò). In parallelo, a Roma ci sarà "Tutti in Pacs. Festa delle libertà civili", organizzata dall'Arcigay (Piazza Farnese, ore 15.30).
A sorpresa, Romano Prodi ha lasciato trapelare "amarezza" per la manifestazione di Roma. Dico a sorpresa perché, nello scorso settembre, Prodi si era dichiarato a favore dei PACS. Peraltro, tuttora non è chiaro in che forma i PACS entreranno nel programma dell'Unione.
A quanto pare, Prodi teme che il centrodestra strumentalizzi la manifestazione. Gli sembrano preoccupanti soprattutto le nozze simboliche: durante la festa di Roma, coppie di fatto (gay e no) si uniranno per finta "in PACS" davanti al giudice Giovanni Palombarini.
Ricordo che siamo in campagna elettorale. Forse Prodi intende la campagna elettorale come un palcoscenico riservato ai politici, dove si mostrano, parlano, litigano davanti al pubblico. Quest'ultimo osserva taciturno, si esprime nel momento supremo del voto, poi torna nel silenzio per altri cinque anni.
Invece la campagna elettorale è anche il momento dove i cittadini espongono le loro richieste. Il momento in cui interrogano i politici, per verificare chi è disposto a soddisfarle. Le manifestazioni di oggi servono a questo. Spetta ai cittadini decidere come svolgerle, proprio perché esprimono i loro desideri.
Su un tono più lieve, segnalo che ieri il momento carino del venerdì è partito per la montagna. Garantisce però la sua presenza alle manifestazioni (non so come, a entrambe).
13 commenti:
Cara Angelita, è un brutto momento.
Mi sa tanto che in questa campagna elettorale "come ti giri, ti giri pesti una merda".
Sento un irrefrenabile bisogno di qualcosa d'altro e di qualcosa di giovane da votare.
Caro Blindfury, hai proprio ragione. Anche a me piacerebbe "qualcosa di giovane". Però mi sa che per un po'... Rientro dalla manifestazione, e sono contenta, c'era tanta gente, più di quanto pensassi, anche tanti uomini, ma quanto a donne giovani (diciamo trent'anni e dintorni) eravamo proprio poche... Sembrava la festa della Baggina! Peraltro, posso capire il perché, e in fondo è giusto, è un risultato, che oggi le ragazze più giovani si sentano poco toccate dal tema dell'aborto.
"è un risultato, che oggi le ragazze più giovani si sentano poco toccate dal tema dell'aborto": è un risultato sì, e credo sia un risultato importante, il frutto di una sana cultura degli anticoncezionali, oramai largamente diffusa. Posso testimoniare (nel mio piccolo, eh, non stiam certo parlando di chissà che numeri) che tutte le ragazze con cui son stato in intimità non si sarebbero mai sognate di avere un rapporto completo senza ch'io mettessi il preservativo. Il che, aggiungo, mi pare cosa buona e giusta.
Bravo Davide. Bisogna ammettere che anche voi uomini avete fatto la vostra parte in questi anni. :-)
Diciamo che si cerca di collaborare, via :)))))
Prodi si duole perchè dal punto di vista tattico gli sembra un errore, e forse ha ragione. Però io non capisco. La politica è tattica funzionale all'affermazione di un principio oppure è il principio che deve essere funzionale alla tattica?
La politica dovrebbe esser tattica funzionale all'accrescimento (e, quando ciò è impossibile, al mantenimento) della qualità della vita dei cittadini. A mio avviso, i Pacs consentirebbero a un rilevante numero di cittadini di incrementare la propria qualità della vita senza che nessuno ne sia danneggiato. Anzi, senza che ne sia danneggiato neanche il prestigio dell'istituzione matrimoniale... diceva Thomas Mann che quando ci si sposa, si sposa non la persona ma l'istituzione: una considerazione che mi trova abbastanza d'accordo. Tant'è che a certuni il matrimonio non piace proprio per questa "convenzionalità borghese" dell'istutuzione matrimoniale a cui Mann si riferiva. I Pacs consentono alle persone che vogliono vivere in coppia, quale che sia il loro orientamento sessuale, di godere di diritti fondamentali senza toccare la "convenzionalità borghese" del matrimonio, che mi sembra un valore importante.
Mah Davide non so. Io per me continuo a non trovare ragioni nel divieto di matrimonio tra omosessuali: sono contrario ai pacs. Io darei/chiederei il matrimono e basta.
Per come la vedo io c'è il matrimonio, che regola appunto i diritti fondamentali di coloro che vogliono vivere in coppia (a prescindere dagli orientamenti sessusali), e poi una "sfera privata" nella quale trovo inopportuno un intervento legislativo.
Io sono felicemente sposato, e non mi sentirei minimamente toccato,leso o sminuito dalla "concorrenza" di coppie gay. Unico dubbio le adozioni: sono al momento contrario. Ma questo è più un riconoscimento della specificità che non altro.
Ciao
Non c'entra qui la "concorrenza" delle coppie gay: i Pacs garantiscono certi diritti anche agli eterosessuali che non intendon sposarsi.
Lo so, e ti avevo già risposto, entra nella categoria della sfera privata. Chi vuole diritti (e doveri) si sposa, altrimenti lo stato per me non deve mettere il becco.
Lucis, Prodi può avere anche ragione circa i problemi tattici che la manifestazione creava. Tuttavia, i cittadini non erano tenuti a farsene carico; più in generale, i cittadini non sono tenuti ad aspettare il via libera dei politici per esprimere i loro desiderata. Anche perché ci sono altri che i loro desiderata li esprimono tutti i giorni (il Vaticano, per dire). Circa il rischio di perdere di vista i principi a furia di tattiche, beh, io ormai di politici fedeli ai principi non ne trovo più neanche uno.
Davide, d'accordo su tutto, tranne che la convenzionalità borghese sia un valore. Ma, appunto, questo è un tema su cui ognuno deve avere diritto alla sua opinione.
Io la vedo cosi.
Il "tatticismo" è un male comune ad ambo le parti, ma più accentuato a sinistra (credo per ragioni di storia recente). Giusta o meno questa premessa, ci sono troppi aspetti nei quali è difficile capire dove sono le diferenze tra una e l'altra parte,perchè spesso a mirabolanti dichiarazioni a effetto fanno seguito elettoralissimi distinguo, sfumature, analisi e precisazioni. Questo genera confusione e sfiducia con varie reazioni tra i cittadini tra cui, come nel caso in questione, la volontà di fare politica in prima persona (e meno male).
Chiaro che i politici guardino come il fumo negli occhi una cosa simile, perchè un elettorato presente e attivo riduce inevitabilmente i loro spazi di manovra, ma da un po a questa parte mi sembra siamo andati ben oltre: le differenze programmatiche tra i due schieramenti sono sfumature, a PAROLE tutti vorrebbero fare grosso modo le stesse cose, in pratica...
Lucis, io penso che il ruolo che i partiti avevano una volta, di creare la consapevolezza politica e di indirizzare il cambiamento sociale, sia ormai perduto. Convergono su posizioni simili sia per tatticismo (convergenza al centro) sia perché non hanno più capacità di elaborazione culturale e programmatica (adottano la vulgata del momento senza farsi domande). Non so che conseguenze avrà tutto ciò, ma credo sia chiaro che ormai noi cittadini dobbiamo cominciare a fare da soli.
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