In un’intervista a “Una città”, Tommaso Giartosio dice una cosa vera e importante: che gli omosessuali, quando rivendicano i loro diritti, lavorano anche per gli altri cittadini.
“…una prima considerazione è che se la lotta per le unioni civili fosse stata condotta dai principali interessati in senso numerico, cioè da quell’oltre 90% di conviventi eterosessuali, non saremmo mai arrivati al dibattito in corso; in altre parole, un piccolo gruppo di attivisti omosessuali ha avuto un ruolo propulsivo. E questa mi sembra una cosa bella.”
Io aggiungo che difendere i diritti degli omosessuali significa difendere i diritti della sessualità in generale. O, se vogliamo, l’idea che il sesso e gli affetti ci servono per essere felici (almeno un po’). Se ci pensate, uno Stato che tassa la pornografia, ma dà contributi pubblici per il digitale terrestre, è come vi dicesse che è meglio se guardate le partite. Nell’intervista, Giartosio dice altre cose belle, su Zapatero, sui PACS, sui bambini, sulla scuola, sulla TV, sul gay pride, sul coming out, e anche sul suo matrimonio. Leggetela. C’è anche una foto che, ehm, mi piace molto.
2 commenti:
Grazie del link. Ciao.
Grazie a te, segretario particolare.
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