16 luglio 2005

Dialogo fra Socrate e un marinaio (Parte 3)

Riassunto delle puntate precedenti (1, 2): Socrate chiede a un marinaio, famoso in Atene per la bellezza delle storie che trae dai viaggi, di raccontargliene qualcuna per usarle nelle argomentazioni dove la ragione non basta.

MARINAIO: Mi piace la tua proposta, Socrate, e ti racconterei volentieri qualcosa, non fosse per un obbligo che ho.

SOCRATE: Quale obbligo, marinaio?

MARINAIO: Vedi, Socrate, è capitato che alcuni uomini illustri, avendo ospiti in casa e volendo che la serata fosse allegra, invece che invitare musici o danzatori come è abitudine, mi mandassero a chiamare perché raccontassi dei miei viaggi. I racconti piacquero e, come sai, gli uomini illustri hanno molti amici: la voce si sparse e ora tutti vogliono ascoltare le mie storie.

SOCRATE: Ne sono lieto, marinaio. Vedo che Apollonio fece bene a indirizzarmi a te.

MARINAIO: Sì, Socrate, ma proprio ieri mi capitò questo: che venne da me un libraio per dirmi che, siccome le mie storie sono in voga, lui vuole pubblicarle. E mi ha proposto un patto, che io le racconti a uno scrivano che le trascriva in un libro che, a dire del libraio, si venderebbe come pesce fresco. In cambio, mi offrì una quota del ricavo.

SOCRATE: Mi congratulo, marinaio. E accettasti?

MARINAIO: Sì, Socrate, e il libraio fece subito venire lo scrivano perché prendessimo accordi, e diede a me una somma perché, nel frattempo, non narrassi le mie storie ad altri scrivani né a nessun altro.

SOCRATE: Capisco, marinaio.

MARINAIO: Perciò, Socrate, se ti raccontassi una storia e tu la riferissi agli amici o agli allievi nelle vostre discussioni, temo che il libraio, venuto a saperlo, mi ordinerebbe di restituirgli la somma e annullerebbe il contratto.

SOCRATE: Bene fai, marinaio, a rispettare i patti, che sono cari alla dea. Ma, dimmi, hai mai visto tu i libri in libreria?

MARINAIO: Certo, Socrate.

SOCRATE: E non hai notato i nastri che avvolgono i papiri?

MARINAIO: Sì, Socrate, servono a evitare che il papiro si apra.

SOCRATE: Bene, marinaio. Ma hai notato anche che, a volte, ci sono scritte sugli stessi nastri?

MARINAIO: Sì, Socrate, ma ora non chiedermi cosa dicono, perché non so leggere.

SOCRATE: Ti dico io, allora, cosa dicono: sono raccomandazioni di uomini di lettere, che dichiarano di quel libro che è l’opera più nobile e appassionante che sia stata mai scritta, così che i lettori, fidandosi della loro parola e non avendo altro modo di verificare il contenuto, pensino che il libro sia eccellente.

MARINAIO: E funzionano, queste fascette, Socrate? I lettori acquistano?

SOCRATE: I librai dicono di sì, marinaio.

MARINAIO: Piacerebbe anche a me, allora, che il mio papiro avesse uno di questi nastri.

SOCRATE: Proprio per questo te ne parlavo, marinaio, per offrirti, come il libraio, un patto: tu raccontami una storia e io scriverò un nastro per il tuo libro, così che i lettori dicano “Ah, è Socrate il filosofo, che lo raccomanda” e lo preferiscano a quelli senza nastri, o a quelli che, pur avendone uno, ce l’hanno di uomini di lettere oscuri. Così io avrò una storia da raccontare nelle discussioni filosofiche, e tu aggiungerai alla tua fama quella che, come prima dicevi, anch’io ho in Atene.

MARINAIO: Ma non violerei comunque il patto che ho col libraio, Socrate?

SOCRATE: Macché, marinaio, il libraio sarà contento, pensando ai suoi guadagni dalla vendita. Non credi?

MARINAIO: Certo, Socrate.

SOCRATE: Dunque?

MARINAIO: Accetto, Socrate.

SOCRATE: Vogliamo allora giurare di rispettare il nostro patto?

MARINAIO: Lo giuro, Socrate, davanti a Temide.

SOCRATE: Anch’io, marinaio, davanti a Temide.

MARINAIO: Ma, prima che ti racconti, ho un ultimo dubbio. Che accadrà se, una volta che tu abbia ascoltato la mia storia, non la trovassi né appassionante, né nobile, né alcuna di quelle cose di cui parlano questi nastri? Come potresti allora firmarlo, Socrate?

SOCRATE: Lo firmerei lo stesso, marinaio. La tua storia mi piacerà ma, anche se mi piacesse meno di quanto ora penso, troverei un modo di elogiarti senza compromettermi troppo, lodando lo stile quando non mi piacesse il contenuto, o il contenuto quando non mi piacesse lo stile, o il tuo giovanile entusiasmo quando non mi piacessero nessuno dei due.

MARINAIO: Capisco. E così fanno gli altri uomini di lettere?

SOCRATE: Certo, marinaio. O credi tu che tutti i libri siano così eccellenti come dicono i nastri?

MARINAIO: Non lo so, Socrate. Sono in questo ambiente dei libri e dei librai da soli due giorni e sono già così confuso che quasi rimpiango di non essere in mare, in mezzo ai pericoli e alle tempeste.

SOCRATE: Forza, allora: raccontami subito la storia, così che, volgendo la mente ai tuoi viaggi, ti sembri quasi di tornare là dove rimpiangi di non essere.

MARINAIO: Lo farò, Socrate. Ho giusto una storia che, credo, sia adatta a un filosofo.

(3. Continua)

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