06 giugno 2005

Predizioni sul referendum

Domenica 12 e lunedì 13 giugno ci saranno i referendum sulla fecondazione assistita. Nessuno osa dire che si tengono nell’incertezza, perché tutti sanno già come andrà.

1) Non sarà raggiunto il quorum. Il referendum del 1981 sull’aborto ebbe un’affluenza del 79,4%. E’ probabile che, nel clima più tiepido che circonda il referendum attuale, gli astensionisti per indifferenza saranno almeno il 30%; ed è arduo credere che l’astensionismo strategico non arriverà al 20% (per inciso, qualora non dovesse farcela, sarebbe una sberla ai clericali più dura di quella che ricevettero coi referendum sull’aborto e il divorzio).

2) Non ci sarà un vincitore chiaro. Gli elettori si divideranno in quattro gruppi:

a. I sì
b. I no
c. Gli astensionisti strategici
d. Gli astensionisti indifferenti

Sappiamo che la coalizione c + d vincerà il voto; ma il confronto vero è fra chi vuole l’abrogazione della legge (a), e chi non la vuole (b + c). Per esempio, se i votanti dovessero essere il 40%, con il 90% di Sì, ipotizzando che gli astensionisti strategici siano il 30% avremmo, sul totale degli aventi diritto al voto:

Sì: 36%
No: 4%
Astensionisti strategici: 30%
Astensionisti indifferenti: 30%

Questa sarebbe una vittoria del Sì per 36% a 34%. Affluenze fra il 40% e il 50% significherebbe una vittoria più forte. Al contrario, affluenze sotto il 40% sarebbero una vittoria della legge in vigore. Ma, poiché non sapremo mai quanti saranno stati davvero gli astensionisti indifferenti, un’interpretazione certa sarà impossibile. Comunque, più alta sarà l’affluenza, più forte sarà la posizione di chi vuole opporsi ad altre iniziative della Chiesa contro le libertà individuali: quindi è importante andare a votare anche se si è certi che il quorum non sarà raggiunto.

3) Col fallimento del referendum sorgerà ciò che, secondo i politici, la legge eviterebbe: il far west. Per moltissime persone, i principi seguenti sono ragionevoli:

  • se appena si può, è meglio non mettere al mondo figli malati;
  • se una non può avere un figlio dal marito, e il marito è d’accordo nell’usare un donatore, sono affari loro.

Dato che la legge nega questi principi, le coppie si sentiranno in diritto di aggirarla. Dato che c’è un’opportunità di profitto, cliniche private forniranno la diagnosi preimpianto e la fecondazione eterologa di nascosto ai clienti abbienti, calibrando i prezzi in modo da evitare che vadano all’estero. In un mercato nero della fecondazione assistita nasceranno altri servizi, come la selezione del sesso, i donatori a catalogo, forse la clonazione. Infine, dato che la tecnica della fecondazione si sta banalizzando, ci sarà un sottosettore a basso costo per le coppie meno abbienti, così come una volta le donne svantaggiate avevano le mammane. Una legge in armonia coi sentimenti morali diffusi avrebbe permesso di tenere la fecondazione nel recinto della sanità alla luce del sole, senza obbligare nessuno a fare ciò che non voleva.

4) La ricerca italiana sulle staminali embrionali invece si fermerà. Un embrione di pochi giorni è più piccolo del punto che c’è alla fine di questa frase. Decisamente, non è un essere umano. Il fatto che possegga un patrimonio genetico completo e sia capace di sviluppo lo mette alla pari delle staminali adulte, cellule che ospitiamo a milioni nel nostro corpo senza dare loro un nome e cognome. La maggior parte dei ricercatori è d’accordo e farebbe volentieri ricerca anche contro le leggi. Ma i ricercatori hanno bisogno di pubblicare i risultati: nessuno spenderà risorse e tempo in lavori che, restando segreti, non possono aiutarli a fare carriera.

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