Scopro, grazie al sempre stimolante Marginal Revolution, che un giorno chiesero ad Hemingway di scrivere un racconto in sei parole. Il risultato fu:
For sale: baby shoes, never used.
Più che buono, direi. Mi piaceva pubblicarlo anche se siamo in interruzione. Sulla scia di Hemingway, altri autori si sono cimentati nell'esercizio. Il blog Pete Lit riporta questi:
Irvine Welsh: "Eyeballed me, killed him. Slight exaggeration."
Robert Olen Butler: "Saigon hotel. Decades later. He weeps."
Norman Mailer: "Satan--Jehovah--fifteen rounds. A draw."
Tobias Wolff: "She gave. He took. He forgot."
David Lodge: "I saw. I conquered. Couldn't come."
Augusten Burroughs: "Oh, that? It's nothing. Not contagious."
Dovessi assegnare un premio, sarei indecisa fra Irvine Welsh e David Lodge (che immagino avesse in mente un famoso racconto in tre parole).
Ho subito provato a scrivere anch'io un racconto in sei parole, ma senza successo: narrare non è il mio pane. A voi viene qualcosa?
Aggiornamento (12.10.06): si cimentano Aitan, B. Georg, Davide L. Malesi, Giulio Zu e i loro commentatori.
Aggiornamento (13.10.06): si cimentano anche Placida Signora e la sua squadra.
Aggiornamento (24.10.06): cimenti di Grilli per la testa, Guido Penzo e Stark.
Aggiornamento (25.10.06): si aggiunge Kimota.
109 commenti:
Son sette parole, ma Augusto Monterroso (citato dalle Lezioni Americane di Calvino) scrisse:
Cuando despertó el dinosaurio todavía estaba allí
poi ci cimenteremo anche in qualcosa di originale ;)
Un po' lugubre:
Sparato, Sparito, Scavato, Scoperto, Salutato, Sepolto.
"Quando si svegliò, il dinosauro tuttavia stava lì". Bello. Traduco bene?
Il tuo è un po' lugubre, in effetti: questa andata e ritorno in terra, poi... :-)
"... il dinosauro era ancora lì." Credo.
"Amore, stavo scherzando. Rimettimi la flebo."
sulla sua lapide sta scritto: viva.
"sposai mia madre. fato mi punì"
dove l'ho già sentita?
Nel terzo risorse. Così dicono, almeno.
Togi, sì, ho "googlato" e ho visto che è proprio "quando si svegliò, il dinosauro stava ancora lì".
Severine, bellissimo! Il mio preferito (spero di non offendere gli altri).
Ss, molto bello ma non un vero racconto, secondo me.
B.Georg, sì, vecchiotta ma va sempre bene. :-)
Loforestieroprolisso, vediamo se l'ho capita: si parla di destinazioni di militari, giusto? O_o
Ora che me lo fai notare, potrebbe anche essere...
Scrisse. Ma voleva fare il misterioso.
"metti giù quel coltello. sono crudo"
(animalismi)
"vivevano vicini, ignorandosi. il gas unisce"
(arte della fuga)
"ti ho sempre amato, ma... prudentemente"
(romanzo psicologico)
"amava le cravatte, una lo uccise"
(il crimine non paga)
"strano gusto questo prezzemolo. ma... AHHHHHH"
(la vera storia di socrate)
Per la serie:
"Tu mi provochi, io ti distruggo."
abbiamo trasmesso:
"Ah, era vecchiotta? Allora beccati queste."
:)
Sole, cuore, amore... Poi però vattene.
B.Georg: scelgo la seconda.
Severine: ma no, è che ci sta prendendo gusto.
Zu: bello e significativo, ma neanche il tuo è un racconto!
Titolo: "Il ruolo dei pregiudizi culturali nei sistemi di giustizia".
"Targato Napoli sorpassò, uccisi. Ebbi attenuanti".
mh, pensandoci tamponò sarebbe anche meglio ;)))
Me l'ha corretto Davide, quindi sono sicura che è calzante:
Malamente lasciata mi vendicai. Con amico.
Loforestieroprolisso, vediamo se l'ho capita: si parla di destinazioni di militari, giusto? O_o
Ripensandoci, per esserlo avrebbe dovuto essere
"Nel Tercio risorse. Così dicono, almeno."
Per essere più aderenti a ciò che suggerisci, eccone un'altro.
"Buon führertag!" "Coi russi alle porte?"
Abele voleva ammazzarlo. Caino fece prima.
Davide: per ragioni geografiche, evito di entrare in questa polemica centro-sud.
Ladra di caramelle: racconto molto intrigante. Viene voglia di saperne di più.
Loforestieroprolisso: ah beh, adesso è tutto chiaro.
Aitan: ha ragione Davide sul suo blog. Che fai, scrivi la "Genesi aprocrifa"? :-)
Aggiungo solo quello che la penna divina non scrisse.
O, per meglio dire, in sette parole:
Aggiungo quello che il racconto biblico omise.
(o anche in sei:
Aggiungo ciò che la bibbia omise ;o))
Angelita, hai ragione.
Ho provato a rimediare proponendo questo:
L'amò perdutamente, ma teneva famiglia.
(poi, nei commenti di Verba manent, ne hanno inseriti altri)
questo è vagamente esistenzialista invece:
"Mi sparai. Cilecca. Il fallimento estremo".
questo invece ha sapore vagamente rodneykinghiano:
Sbirri scaglionati. Attivisti neri: "Sistema marcio".
Ci riprovo (senza auto-commenti né titoli):
1.
Cercai uno specchio. Non ero io.
2.
Si uccise per sfuggire alla morte.
3.
- Immortale io?
E mi uccisi.
4.
Lo sciamano restò invischiato dentro sé.
5.
- Son bella dentro.
La squartai viva.
6.
“Violentata sordomuta,”
- Non mi disse no.
Ci riprovo (senza auto-commenti né titoli):
1.
Cercai uno specchio. Non ero io.
2.
Si uccise per sfuggire alla morte.
3.
- Immortale io?
E mi uccisi.
4.
Lo sciamano restò invischiato dentro sé.
5.
- Son bella dentro.
La squartai viva.
6.
“Violentata sordomuta,”
- Non mi disse no.
ops, errore di battitura. era:
Sbirri scagionati. Attivisti neri: "Sistema marcio".
Aitan: ormai sei irrefrenabile. Certo che son tutti omicidi, violenze e squartamenti!
Davide: non so perché ma mi piaceva di più "scaglionati". Lo sentivo pieno di curiose possibilità. :-)
Zu: il rimedio è molto riuscito, secondo me. :-)
Il teschio di Amleto
"Essere? Non essere?... Mi è indifferente".
Zaritmac: era ora che quel teschio rispondesse.
"Mo se ne va la madonna" :D
P.S.: hai qualcosa che non va con le accentate... avevo lo stesso problema ed ho risolto aggiungendo un paio di righe al template... se sei interessato contattami.
Segnalato! (appena smetto il galòp gioco anch'io)
Maxime: deve essere un racconto, un RACCONTO, capisci? :-) Comunque grazie per le accentate, credo fosse una cosa passeggera (stavo smanettando sul template).
Placida Signora: grazie! Attendo fiduciosa i tuoi racconti. Certo che per essere placida sei sempre al galòp.
Zaritmac, se fossi io a poter giudicare le risposte, darei un premio a te ;-), e un'altro a séverine di cui la prima proposta è molto buffa (sono una sua fan da mesi, ma lei non è mica tanto fan di me... sigh ;-)
Séverine cattiva.
Séverine, la piccolina rimasta dentro di me da anni ti tira la lingua ;-)
Cmq lo sai che sono una tua fan accanita, nahhhh? ;-)
perché non sei: solo un racconto.
Cktc: coraggio, qui un piatto di minestra lo avrai sempre. :-)
Porph: vorrei dire che sei salita al secondo ordine, ma non sono certa che non sia il terzo (o il quarto).
Mi giunge per posta un nuovo racconto. La fonte chiede l'anonimato.
"Salpò lasciando l'amore sulla terraferma".
Un messaggio per qualcuno?
Dichiarazioni sempiterne
Per sempre ti amerò. Anzi no
Romeo e Giulietta
Alfa e Coupè si incontrarono scontrandosi
Sul tram, amore a prima vista
Scusi lei scende? Dovunque lei voglia
Biancaneve
Mela mangiai mela scampai melo sposai
Rapina sventata
Un palo fermò il palo fuggente
Porno cartoon
Disse Topolino a Minnie: che topa!
L’amore ai tempi di internet
Chatti? Chatto. Foto? Foto. Addio? Addio.
I promessi sposi
Sposami! Magari Renzo, disse l’Innominato.
Cenerentola
Cenerentola la scarpetta! Grazie sono piena.
Postati anche su Placidasignora.
«Salopette premaman?»
«Mi prende in giro?»
Fiodor: voto quello di Biancaneve! Anzi, voterei quello di Cenerentola se fosse un racconto.
Noantri: :-)
Ti ho scritto. Se solo leggessi.
Sonetti: non è un messaggio in codice a proposito di una certa raccolta, vero? ;-)
Mi hai frainteso ancora. Basta pugni.
;-)
"Ancora"? "Pugni"? Eh?
Sei parole forse sono davvero poche per spiegarsi. :-)
Ma io scherzavo! Che sei, morto?
:-D
Rintocco di passi. Si gira. Nessuno?
Sonetti, adesso vengo lì e ti do una scarpata in testa. ;-)
"Vengo", aveva detto. E lui aspettava.
:-D
Giocava con le parole. Le mie...
:-)
Maledetto, ti approfitti che io i racconti in sei parole non li so fare. :-)
Atra inserzione con Hembiguità:
"Vendo. Scarpe bambina. Usate."
780316:
"Scorta scorta. Mitra impetra. Vano vano".
(Sinagro)
Trenodia
"Nacqui, giacqui,tacqui"
"Nacque, tacque, giacqui"
"Nacque, nocque, acque"
(Organis)
Appendix Palatina
(I)
Scrisse. E' scritto.
(II)
Resto nella mia opinione.
(III)
Tutto qui.
(IV)
.
Anonimo: l'ermetismo non morirà mai.
Mi maledisse. Ed io caddi quaggiù.
;-)
Era depressa. Lo conobbe. Si suicidò.
Sanguini ancora? Stringi forte, forse torno.
Sonetti, ammetto che quello sulla caduta è carino.
Finalmente... cinque altre parole, le dico?
;-)))
[Gli altri erano brutti. Anch'io.]
Sonetti, tutte le parole che vuoi. Sopratutto adesso che stai migliorando. ;-)
Lezioni di pugilato: non dovevo pagartele.
Il grido contradditorio dell'ateo
"Sei inumano"
(www.uaar.it)
Sonetti, carino anche questo. :-)
Anonimo, quale sarebbe la contraddizione? E poi: sai contare?
"inumano!" urlò. la morsi al collo.
I: la seconda persona ammette per implicazione l'esistenza
II: asserendo l'inumanità (anumanità) se ne ammette (remotamente) la possibile divinità
III: se fai una pausa dopo in, ottieni una desolante inversione
IV: ritenevo giudizioso errore considerare le 6 parole sia come limite che come bersaglio.
V: la mediocrità della frase è comunque irredimibile.
VI: sì, hai risposto con nove parole.
Il gatto abbaia ancora. Nessun miglioramento.
"Guarirai" disse lui, sussurrando, quasi credendoci.
Rise crudelmente, immaginandosi Papa. Mancava poco.
(gli ultimi tre sono miei, scusate, m'è partito l'anonimato)
Sonetti, mi piace molto quando fai lo stornellatore da Eìo. Peccato che abbiamo chiuso se no ti proporrei di fare il narratore in sei parole per noi. :-)
Anomimo Uaar, adesso ho capito. Io se leggo "inumano" penso subito alle bestie: sono così atea che la possibilità divina neanche mi viene in mente.
Stark, però quello del cortometraggio te lo sei tenuto per te! ;-)
Mi vuoi lusingare? Mollami il portafogli!
;-)
[onorato]
Volevo appunto chiederti se Eìo ti pagava. ;-)
Petit noir
A
Non avrai più fame, piccolo. Vieni.
B
Sappiatelo: il mio piccolo non pianse.
C
Jim, il piccolo lo lascio intero ?
Preg.ma Angelita, mi perdoni, ma gli altri mi eran venuti in mente che stavo già scrivendo il post, e quello del cortometraggio ancor più tardi :-D
Anonimo, il vostro problema è che non si sa se siete in uno o in tanti.
Stark, va bene, per questa volta ti perdono. ;-)
Tanti in uno, Angelita: tutti gli anonymous della pagina mi hanno chiesto asilo ed io gliel'ho concesso, fatta eccezione per quelli di Stark, pentito emulatore (che qualcuno dei miei possa essergli piaciuto ?).
Comunque ho finito. 6 volte grazie dell'ospitalità, Angelita (rigusta con calma i tripli: sono nove storie ciascuno).
Anonimo, puoi star certo che leggerò e rileggerò i tuoi tripli per tutta la notte.
Leggi anche me, se ti arrivo.
[hmmm...]
Invitato, dopo tanto... Devo sentirmi preoccupato?
[bah!]
La baciai. Mi strinse. Poi, saluti.
[solita sbobba]
supercalifragilistiche? come sempre, non vuoi comunicare
[l'inglese è più sintetico]
Il cortile, stamattina, sembrava più vuoto.
[hmmmm]
la bicicletta abbandonata, là, nell'angolo.
[ri-hmmm]
fiorin di lupanare
a scriver sti racconti mi diverto
ma mi diverto pure a stornellare
;-)
ciao
Sonetti, a me divertono sia gli stornelli, sia i racconti in sei parole. Ma non mi dispiacerebbe neanche un "Sonetto del mese". Quando riprenderemo ti faremo proposte serie! ;-)
Mi siedo qui, aspetto. Per sempre.
;-)
Mi hai fatto venire in mente il proverbio cinese del cadavere ma, sì, OK, a presto. ;-)
Titolo: Tarzanello
...
http://www.terzadicopertina.com/dblog/articolo.asp?articolo=238
Quella di Alan Moore secondo me è geniale.
la traduco in sei parole:
del tempo. Inaspettatamente, inventai la macchina
(Machine. Unexpectedly, I’d invented a time)
(angelita: sonetti non lo pago, ma dovrei :) )
Azael: ?
Eìo (1): è vero, è geniale. :-)
Eìo (2): ah, quindi Sonetti non lo paghi. Buono a sapersi. ;-)
Il testo dell'esalogia di Hemingway è incerto: secondo alcuni la parola finale sarebbe "worn" e non "used". Ad ogni modo il testo di Hemingway, se non siete tra coloro che sono affetti da complesso della celebrità, per i quali la merda d'artista è sempre profumata, non è, come sostenuto, un racconto, ma al più un nodo o soggetto o prologo o epilogo o indizio di racconto, o quel che volete, ma, appunto, non un racconto. Credo che Hemingway abbia voluto farsi beffe del compito impossibile scrivendo un incompiuto e beffeggiare poi le beffe stesse e i celebritari dichiarandolo il suo miglior scritto. Il compito è impossibile, non perché il linguaggio degli uomini, di tutti gli uomini, non è abbastanza ricco; il compito è impossibile perchè il linguaggio degli uomini non è abbastanza povero.
Intanto un rilievo sulla proposta traduzione di Moore: Moore scrive "a time", non "the time", occorre quindi rendere "una macchina" non "la macchina". Poi, in aggiunta al senso primario della circolarità dello spazio-tempo inscritta nella circolarità delle parole, il testo di Moore contiene un senso secondario che temo intraducibile senza perdita del senso primario, ed è "a time" in fine di frase. Letta alla luce di questo secondo senso, la frase suggerisce che l'invenzione inopinata della macchina sussista in relazione di reciprocità con l'invenzione inopinata di un tempo, di un nuovo tempo inventato o scoperto (ch'è il significato arcaico di to invent) tra altri possibili. In questo secondo senso, è il tempo inventato che inventa la macchina. (Macchina. Improvvisamente, avevo inventato un tempo). Perchè la frase possa reggere questo senso secondario, Moore ha dovuto scrivere Machine (che, separata da un punto dal resto della frase, richiama a modo suo l'Eureka) con la maiuscola, invece che con la minuscola che il senso primario avrebbe richiesto, se fosse stato il solo. Viceversa, per sostenere il senso primario Moore ha dovuto omettere in fine di frase il punto, che il senso secondario avrebbe imposto, se fosse stato il solo.
Infine, nel solo senso secondario, "Unexpectedly", che può valere anche "improvvisamente", possiede sfumatura ironica, perchè insinua l'impossibile inclusione d'un oggetto, la macchina, appartenente ad una diversa temporale antecedente, nella dimensione temporale inventata, e quindi esente, per implicazione della frase stessa, da possibili contaminazioni.
Ristretta al solo senso primario, la frase di Moore sarebbe soltanto un brillante artificio di echi hollywoodiani; limitata al secondario, diverrebbe una esercitazione di banalità novecentesche. Esser riuscito a coalizzare due mancanze ed averle fatte marciare sotto le medesime insegne verbali, ha permesso a Moore di schierare questo breve e ben caricato ordigno.
Mi scuserete, ma m'è parso che non tutto apparisse come era.
Correzioni.
"appartenente ad una diversa temporale antecedente"
correggete con:
"appartenente ad una diversa dimensione temporale"
"ha permesso a Moore di schierare"
correggete con:
"ha permesso a Moore di puntare verso gli altri"
Non permetterò mai che le mie idiozie di scrittura siano affievolite da idiozie di battitura.
Elfiro: a giudicare dagli esempi che ho citato nel post, e dai racconti che i lettori hanno proposto, mi sembra ci siano almeno due modi di scrivere un racconto in sei parole.
1) Infilare in sei parole una struttura narrativa vera e propria (vedi Lodge, o il racconto in sei verbi di Ricambi originali).
2) Scrivere una frase che non narra una storia, ma la evoca (vedi appunto Hemingway, o il racconto di Severine).
Perché non sarebbero racconti? E il "Veni vidi vici" di Cesare non lo è a sua volta? Quanto a Hemingway, me lo immagino che dice "è il mio racconto migliore" con sulla bocca un sorriso e in mano un bicchiere di whisky.
"Veni vidi vici" è pura brachilogia informativa, al modo dei telegrammi odierni; lo scopo e l'effetto di Cesare era quello di comunicare, non di esprimere. Mi meraviglierei molto se tu, come lettrice di racconti, mi dicessi che la lettura di quelle 3 parole ha modificato o rinnovato profondamente la tua percezione della realtà dell'epoca cesariana o della tua. Ed è questo che ci deve il racconto, l'esplosione nel senso di una porzione altrimenti inerte della realtà. Negare la pertinenza delle esalogie alla famiglia del racconto, o della novella, o della fabula o della storia, e di tutte queste insieme, non vuol dire negar loro un valore ma semplicemente rifutare un diritto di cittadinanza, se nelle parole è lecito riconoscere un significato convenzionale e condiviso. Se "For sale" era davvero un racconto ed era un capolavoro, perchè Hemingway non ha continuato a scrivere esalogie ? Possibile che avesse esaurito tutta la sua vena in quell'unico tentativo ? Inoltre il procedimento base del racconto, almeno del buon racconto, è la dilatazione, mentre nelle esalogie il procedimento obbligato, l'unico possibile, è inverso ed è la compressione, cioè l'implosione ripetuta di sensi e significati che alla fine non possono non dissolversi nell'arbitrio o del lettore o dell'autore; in una parola, in uno dei tre gradi del fallimento: difetto di significazione, difetto di specificazione, difetto di connotazione. La lingua ebraica e, in modo diverso, la lingua omerica, erano grandi lingue naturalmente esalogiche, ma questa attitudine era dovuta alla loro intrinseca povertà, ovvero all'inesauribile vaghezza dei significati. Disgraziatamente, nessuno dei moderni è più stato così ricco da potersi permettere tanta magnifica povertà. Se poi, volendo restituire rigore ai termini, vogliamo chiamarli aforismi narrativi o narrazioni di narrazioni o altro, secondo la fantasia e la voglia di ciascuno, avremo soltanto riaffermato che non sono e non possono essere racconti, come chi ha scritto "La breve vita felice di Francis Macomber" doveva ben sapere. Non ti sembri empio, Angelita, ma io, al posto di Hemingway, avrei scritto un racconto, vero stavolta, composto da un'unica, infinitamente sfrontata parola, somma o centone di molte, e l'avrei fatto precedere da questa semplice epigrafe:"Ex uno".
Elfiro, se non cogli la (voluta) forza espressiva di un "Veni vidi vici" è inutile star qui a discutere.
Non mi pagano. Io ho fame.
Sonetti: la poesia non da pane, dovresti saperlo.
Su Wired c'è un elenco di racconti di fantascienza in sei parole.
Tra quelli che mi sono piaciuti di più ci sono questi due di Charles Stross (l'autore di Accelerando):
Internet “wakes up?” Ridicu -
no carrier.
Osama’s time machine: President Gore concerned
Grazie, Giuseppe. Dell'elenco di Wired mi è piaciuto molto anche "His penis snapped off; he’s pregnant!". :-)
Grazie, Ice, anche per averci fatto superare i 100 commenti. Dicono che Grillo comincia a essere preoccupato. :-)
Ciao,
complimenti per la vitalità di questo blog, nonostante la sua chiusura :)
Parlo di narrativa molto molto breve in un paio di post del mio blog (e vi cito nel primo).
Per chi fosse interessato qui e qui.
Grazie, 403, la vitalità non mi sembra il massimo, ma lo prendo come un incoraggiamento. :-)
Be'... 104 commenti a un post (postato post mortem) di un sito inattivo mi sembra qualcosa di cui andare abbastanza fieri... (per tacer del riverbero che nella blogosfera italiana ha avuto detto post)...
Guarda, se c'è una cosa che ho imparato dei blog è che hanno inerzia: ci vuole una vita a farli partire ma, una volta che marciano, vanno avanti anche se smetti di spingere. :-)
Mi accorgo solo ora che siamo incorsi in una esecrabile dimenticanza, poichè abbiamo omesso di citare, tra dissalate brachilogie, il capolavoro del Padre di Brusuglio: "LA SVENTURATA RISPOSE". 19 lettere in tutto, delle quali è opprimente indagare l'inarrivabile bellezza. "Sventurata" può certo stare per "privata della ventura", cioè della sorte, d'un destino che forse era il proprio (ma privata perchè ? E da chi ? E privata di quale destino ?); ed insieme può stare per "infelice", ma d'una infelicità che nasce anch'essa dalla privazione, come la "s" privativa ci ricorda. Conosciamo forse qualcosa di più terribile del furto d'un destino, anzi, del suo assassinio ? Infine "sventurata" è anche delicatamente assonante con "sventata" e, per contrasto, con "avventurata", cioè incautamente inoltrata: la serie delle suggestioni, delle possibili mappe narrative, dipartendoci da questo incrocio di cristalli, è virtualmente infinita. Lascio stare la fantasmagoria di sensi che traluce dietro "rispose", ma in cui si lascia intravedere il tiro maligno d'un demone che nel prefisso ripetitivo "ri" e nel suffisso "spose" sembra aver voluto celare, perchè non potesse essere taciuta, l'ignominiosa trama (costoro furono due volte spose, spose in cielo e spose in terra).
Un vero, crepitante capolavoro, quindi, che si affranca dall'ampio antefatto ed è capace di implicare nelle premesse le sue stesse conseguenze. Un capolavoro d'omissione, costruito forse tra retrocessioni sterminate e scarti, trionfale accusatore delle infami congestioni d'oggi.
Inutile dire che Tatie, quasi un secolo prima, era già stato servito di barba e capelli da un modesto agritonsore lombardo.
sono tornato. la casa è vuota.
Sembra vuota.
Parigi, 23 marzo 1831. Dopo 5 mesi di lavoro forsennato allo scrittoio ("come uno schiavo ai remi su una galera di legno d'olmo"), messi sotto chiave i vestiti per non avere la tentazione di uscire e sepolto per tutto il giorno in un pesante maglione di lana grigia che lo copre dal collo alla punta dei piedi, Victor ha ormai da 14 giorni consegnato al famelico editore Gosselin il travagliatissimo manoscritto di Notre Dame de Paris. Solo 7 albe, tuttavia, si sono date la mano da quando 20.000 copie dell'opera, stampate su pregiata carta India, con tasselli dorati ai dorsi e possente ritratto dell'Autore nell'antipagina, hanno letteralmente flagellato le magre scansie dei bouquinistes di Parigi.
Victor freme. Se dovrà attendere fino al 9 marzo 1832 per stringere nelle unghia vecchie d'inchiostro gli sparuti ricavi del diritto d'autore, tanto più decisivi dovranno allora essere quei primi, oblunghi battiti in terra del Notre, in cerca di 20.000 petti in cui diffondere la loro potenza vitale.
Alle 16 in punto, Gosselin si vede allungare un biglietto dalla mano scarnita d'un messo poco più che ventenne, già pallido superstite della sommossa che poco meno d'un anno dopo stringerà il nodo della sua breve vita nei lacci d'un plotone in Rue de la Tour.
Gosselin appunta gli occhi sull'unico carattere che lampeggia nella carta:" ? "
Minuti dopo, ai piedi d'una finestra dischiusa sul tepido imbrunire della primavera di Parigi, poco discosto da un logoro tavolo ingombro di carte, un rettangolo bianco e sottile, soffuso di lievi macchie da contatto, porge alla luce delle lampade la solitaria gravità d'un segno: " ! ".
1 Ti sento lontana vicino a me.
2 Mi guardai chiedendomi chi fossi. Io.
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