Dalla cucina etrusca alla tavola di Cesare, la storia gastronomica dell’uomo ha sempre riservato un posto d’onore alla porchetta. Piatto sapido e nutriente, oltre che coreografico e facile da preparare, la porchetta è una specialità nostrana.
Infatti, l’idea di castrare i maiali più giovani prima di sgozzarli è venuta ai norcini umbri, che hanno inventato il suino croccante fuori e morbido dentro.
Ormai diffuso in tutto il mondo, il consumo di porchetta stimola la fantasia e i rapporti sociali. Un solo maiale sfama più di venti bocche: questo incentiva le persone a riunirsi in gruppi, fraternizzare, condividere la gioia del cibo e sfidare i commensali a chi si ingozza più in fretta.
Innumerevoli le sagre dedicate alla porchetta: tra le principali ricordiamo quella di Sesto di Castellenno sul Mincio di sopra (CB), e l’Abbuffata Agonistica di Cascinetta di Tanaro (FE), quest’anno giunta alla dodicesima edizione.
A Bologna, notoriamente blasfema e comunista, la Festa di San Bartolomeo è stata convertita nella giornata della porchetta intorno al 1280.
Nella foto, un suino tostato media rapporti interpersonali e crea coordinazione nei gesti (“Al tre. Uno, due…”).
52 commenti:
sarà facile da mangiare, ma da preparare mica tanto..
Come no? Basta avere un parente/amico/conoscente appassionato di porcate culinarie, e te lo prepara in uno schiocco di dita.
Più facile di così. ;-)
Dunque, Culodritto, i miei oscuri presagi erano giusti. Ahimé.
Non mi turba tanto il cibarsi del maiale, che è in fondo una componente normale dell'amore. Sono i dettagli cruenti e il tuo tono indifferente che mi fanno inorridire. Maledetta Culodritto!
Non è che per caso era Pinto, vero?
Ingenuo. Non è indifferente: è sadico. Non credo sia Pinto; ma anche se fosse, potremmo continuare a dire che ha dedicato la sua vita all'arte (culinaria).
Se non è Pinto, mi sento un po' sollevato. Anzi, quasi quasi... Ehm, dov'è che stanno quei posti?
Quasi quasi...lo mangeresti anche tu? Scusa ma, con tutti 'sti animali sul blog, come minimo dovresti essere vegetariano. :-P
Che posti?
Sai, siccome bevo pesante, ho bisogno di mettere qualcosa nella pancia. Non è che posso fare Negroni, caipirinha, vino rosso, sangrìa, sorbetto alcolico, grappa secca e caffé corretto senza metterci in mezzo almeno un filettino.
Sesto di Castellenno sul Mincio di sopra, per esempio, suona come un posto dove si mangia bene. Però su Google non lo trovo. O_o
Anche secondo me Sesto di Castellenno è un bel posto per cenare, mi dà l'idea di essere pieno di locali carini.
Ma non lo devi cercare su Google: lo trovi solo su Polygen. :-P
C'ero cascato (davvero).
Beh, l'avevo fatto apposta (davvero). :-P
"A Bologna, blasfema e comunista,la Festa di San Bartolomeo è stata convertita nella giornata della porchetta intorno al 1280"...
... uhm... nn so se sia andata proprio così...
comunque, perché nn provate a dare un'occhiata a questo libro:
Lorena Bianconi, Alle origini della festa bolognese della porchetta. Ovvero San Bartolomeo e il cambio di stagione, Bologna, Clueb, 2006.
Ciao a tutti
Grazie Lorena. Dirò a CuloDritto di leggerlo. ;-)
Lo cercherò, grazie della dritta. ;-)
Filter, ma la conosci? E' amica tua?
Nel caso, lo leggerò ancora più volentieri. :-P
Ma sì, dai, la conosci anche tu! Non ricordi? L'abbiamo conosciuta insieme proprio a Sesto di Castellenno. Noi eravamo lì per la sagra della porchetta. Lei era quella che faceva le "ricerche per un libro".
Ah, ho capito!
Me la ricordo si. Le hai sbavato dietro per tutta la sera.
Screanzato. Umpf.
Mi dispiace ma nn è lei...
Cmq piacere, mi chiamo Lorena ho 29 anni e sono di Bologna
:)))
Ciao Lorena! Però adesso devi svelarci perché hai scritto un libro sulla festa della porchetta. Non dire "per interesse scientifico", per favore.
CuloDritto, visto, lo dice anche Lorena che non ho fatto niente. E, comunque, non vorrei dover ripetere le battute sulla "porchetta" che tu hai detto al cuoco quella sera. Avrei voluto sprofondare.
Ah, non sei te? Meglio, mi stava già venendo la tigna. Piacere, allora. :-)
Filter, continuo a non capire cosa ci sia di male nel dire "Sfettalomi questo" mostrando il culo a un porchettaro.
Certo che sei proprio un borghesucolo.
No. E' che ogni tanto in qualche ristorante vorrei poterci tornare.
E chi te lo impedisce?
Così, almeno, sei sicuro che il gestore si ricorda di te.
Dovresti ringraziarmi.
Certo. E secondo te perché ci dicono sempre "no, mi spiace, stasera è tutto pieno", eh?
Perchè andiamo sempre al ristorante di sabato sera alle nove e mezza, dato che noi siamo originali.
Andiamoci di martedì: scommetti che un posto lo troviamo?
Sabato scorso a "La Pergoluccia" avevano la sala vuota. Ci hanno guardato a lungo in silenzio e poi hanno detto "no, ci dispiace". Non so se ti ricordi cosa avevi fatto a "La Pergoluccia", la volta prima.
Uhm. Veramente no.
Che avrò mai fatto?
Lo so che non ricordi. E' successo tutto dopo il quinto bicchiere di mirto.
Ah, ecco! Te l'ho detto che bevo solo wodka; colpa tua che ti ostini.
Io mi sono limitato ad offrirtelo, il mirto. Mica eri tenuta a berlo! A sapere che ti faceva quell'effetto..., te lo avrei fatto bere a casa. ;-)
Beh, mi sembra che alla fine il risultato sia stato lo stesso. :-P
Che ne sai. Mi hai detto che non ricordi niente. ;-)
Non ricordo niente del gestore della Pergoluccia. Perchè? Stai dicendo che è venuto a casa con noi? x_x
No, adesso ti confondi con la serata di "Al peschereccio".
Uhm. Devo piantarla di uscire con te.
Mi sa di sì. Ci vediamo troppo. Ci serve una pausa di riflessione.
Sono daccordo, questo rapporto richiede troppe energie. Facciamo un mese di pausa, va bene?
Senti, un'ultima cosa: ce l'hai ancora il numero di quel ristorante sul lago, tutto arredato in stile africano? Ho dimenticato lì una sciarpa a cui tenevo molto, magari il gestore l'ha ritrovata.
Dici "Il watusso"?
No, secondo me si chiamava Saka-saka, o una roba così.
Ah sì, mi ricordo adesso. Saka-saka. Dai, ti ci accompagno io, allora.
Non eravamo in pausa?
Mi ero già dimenticato. Dicevi un mese? Uhm. E' tanto, un mese.
Guarda che me l'hai proposta tu, la pausa. Come fai a essertela già dimenticata? Hai la testa per aria, te l'ho sempre detto.
Possiamo negoziare sulla pausa: io dico un mese, tu quanto vuoi?
E' vero, mi distraggo, però rifletto alla svelta. Io pensavo di passare da te stasera alle 8. Da qui alle 8 ho ben un'ora per pensare, no?
Beh, adottando certi sistemi di riferimento un'ora è un periodo di tempo davvero lungo. I moscerini, per dire, vivono meno. Va bene, facciamo alle 8.30. Però mangiamo in casa.
D'accordo! Porto il mirto, allora. ;-)
Ok, io penso al filetto. ;-)
Che bello. Riusciamo sempre a fare pace. :-)
Per adesso, solo. Magari tu in quest'ora pensi chissà che, e non ti presenti neanche a casa mia.
Resterò sola in casa di sabato sera, a mangiare mestamente due filetti di manzo da mezzo chilo ciascuno, riflettendo astrusamente sui miei errori.
No, no, arrivo. Ci mancherebbe altro! Per chi mi prendi, poi? Quello che riflette sempre astrusamente sugli errori sono io.
Mmm, ormai mi hai instillato il germe del dubbio. Cos'ho che non va? Perchè volevi mettermi in pausa? Che cosa è successo a "Il peschereccio"?
Guarda, forse è meglio se stasera non ci vediamo. Ti farei una testa quadrata.
Ma no, dai. Eri tu che dicevi che non volevi più uscire con me! Mi sono spaventato a sentirtelo dire. Allora ho parlato di pausa per prendere tempo e limitare i danni. :-(
Al peschereccio, il gestore era ciucco come un irlandese e continuava a dire che "ci avrebbe accompagnato a casa". E intanto ti faceva l'occhietto. Poi ce la siamo svignata mentre lui apriva un'altra bottiglia. Ecco.
Oh, davvero? Tutto qui, non c'è altro? Mon cœur, che bello! 40 minuti ancora, non sono tanti; io ho già scelto la lingerie.
Amore mio, non diciamo più niente. Stasera, le parole non servono più.
;-)
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