22 marzo 2006

I tabù (1/2)

I tabù sono proibizioni che si rispettano senza sapere bene il perché.

Prendete il tabù contro il cannibalismo. Se muore un parente, invece di cucinarlo lo chiudete in una cassa o lo bruciate. Se un marziano vi chiedesse il perché, rispondereste “ma è un essere umano come me!”, col che enuncereste il tabù invece di motivarlo.

Il marziano dedurrebbe che siamo una razza stupida e prospetterebbe al Presidente di Marte una colonizzazione facile. Così, i marziani scenderebbero sulla Terra con forze insufficienti: noi li sorprenderemmo con le nostre armi da civiltà avanzata. Poi infetteremmo le loro navicelle con un virus informatico. Il Presidente di Marte non si capaciterebbe. Però otterrebbe un secondo mandato dicendo ai suoi elettori che devono appoggiarlo in una guerra così difficile.

Noi stessi ci meravigliamo dei tabù delle civiltà altrui. Per esempio, a causa del tabù della vacca sacra, indiani affamati si astengono dalla carne dei bovini mentre gli stessi si aggirano intorno con aria indifesa. Sigmund Freud, Bronislaw Malinowski e Claude Levi Strauss hanno provato a spiegare l’origine dei tabù con teorie che oggi non convincono nessuno. Ciò è incoraggiante, nel senso che chiunque può proporre una teoria sua sapendo che non farà peggio di questi grandi.

La mia è questa:

Teoria fortuita dei tabù

Se un’azione è possibile ma, per cause fortuite, nessuno la fa per molto tempo, allora diventa tabù.

Nel caso del cannibalismo, il tabù potrebbe nascere dalla credenza antica che nutrirsi della carne di un morto faccia acquistare i tratti morali di quest’ultimo. Tale credenza portava gli antenati a mangiare cadaveri di capi, guerrieri, sacerdoti e altri personaggi di buona reputazione.

Ciò presupponeva un modello sociale dove il corpo dei morti spettava alla comunità, che si divideva le carni. Quando si passò a un modello sociale incentrato sulle famiglie, si cominciò a considerare il morto proprietà dei parenti, che divennero gli unici a potersene cibare. Ma, poiché i parenti avevano conosciuto bene il morto da vivo, si guardavano dal volere acquisire i suoi tratti morali. Così, nessuno mangiava più i cadaveri e col tempo nacque il tabù.

La pratica della sepoltura, che ha affascinato tanti antropologi, nacque perché dopo un po’ i cadaveri puzzavano.

A conferma, sappiamo che le pochissime tribù cannibali moderne conservano un modello sociale collettivista. E anche loro preferiscono cibarsi di guerrieri nemici: gente di cui sanno solo che avevano buone lance. Si capisce inoltre il mito dei comunisti cannibali (collettivisti che si cibano di creature innocenti).

2 commenti:

Massimo ha detto...

In "Armi acciaio e malattie" Jared Diamond sostiene che i Vichinghi in Groenlandia sono morti di fame senza mangiare neanche un pesciolino perché avevano il tabù "non si mangia pesce".

Anonimo ha detto...

Bene. Adesso devo solo trovare una storia fantasiosa che spieghi come i Vichinghi si siano astenuti dal pesce tanto a lungo da sviluppare il tabù. Se divento bravo a scrivere storie fantasiose, magari divento famoso come Diamond. ;-)