20 febbraio 2006

Polemiche su Dennett

Il nuovo libro di Daniel Dennett, recensito ieri dal New York Times, suscita dibattito anche in Italia. Massimo Adinolfi, la fonte migliore di informazione filosofica fra i blog italiani, ha la cortesia di citare il mio post, scrivendo: "A naso, lei sta con Dennett, io col recensore".

E' vero, sto con Dennett. Non mi definisco una bright, ma credo che la religione sia un fenomeno umano, non divino, e mi piace che ci sia ricerca sull'argomento. Non so che penserò del libro di Dennett quando l'avrò letto, ma mi auguro che sia buono.

Ed è vero che non sto col recensore, Leon Wieseltier. Anzi, mi chiedo come possa starci Massimo, che è sempre così scrupoloso. Forse ha letto la recensione di corsa, senza notare le teorie naìf che la costellano. Per esempio, Wieseltier scrive:

[Dennett] presenta la ragione al servizio della selezione naturale e come un prodotto della selezione naturale. Ma se la ragione è un prodotto della selezione naturale, allora quanta fiducia possiamo avere in un argomento razionale a favore della selezione naturale? Il potere della ragione è dovuto all'indipendenza della ragione, e a niente altro... La biologia evoluzionista non può invocare il potere della ragione e allo stesso tempo distruggerla.

In pratica, Wieseltier dice che se la ragione è frutto dell'evoluzione, allora non produce certezze. Anche "2 + 2 = 4", suppongo, diventa dubitabile. Ciò, se notate, ha la conseguenza che la certezza della matematica riposa sull'ipotesi che Dio abbia insufflato in Adamo una mente razionale fin dall'inizio dei giorni. Lo trovate un argomento convincente?

No? A dire il vero, neanche Wieseltier pare convinto. Infatti, solo poche righe prima, sembra sostenere l'esatto contrario, scrivendo che le origini della credenza religiosa comunque non possono inficiarla:

E perché Dennett è così certo che le origini di una cosa sono gli aspetti più illuminanti della cosa, o che una cosa è per sempre primitiva come alle sue origini? Dennett non ha mai visto un fiore crescere dalla polvere?

Oltre ad approvare Wieseltier, Massimo fa due critiche a Dennett. Una è dove Massimo dice:

... se vuoi definire la religione in termini di credenza, devi dettagliare questa credenza dal punto di vista del credente.

Dennett viene meno a questa regola, dato che dettaglia la credenza da un punto di vista scientifico.

Ma questo è ovvio: Dennett promette uno studio naturalistico della religione. E il punto di un simile studio sta nell'analizzare un oggetto nelle sue manifestazioni osservabili. La bellezza degli studi naturalistici è quanto spesso riescono: sorprendentemente, possiamo imparare un mucchio di cose sugli opossum anche senza metterci dal loro punto di vista.

La sfida di Dennett è mostrare che, attraverso uno studio naturalistico, si può dare conto non solo degli opossum, ma anche di aspetti dell'esperienza religiosa che, di solito, riteniamo irriducibili all'ordine biologico. Se Dennett ci riesca o no, lo possiamo scoprire solo leggendo il libro.

La seconda critica di Massimo è che Dennett, nel momento in cui definisce la religione come un insieme di credenze a proposito di agenti "soprannaturali", cade in una petizione di principio:

Dennett dice supernatural, e ha già deciso la partita, non essendovi per lui altro che la natura e le sue leggi.

Ma lì Dennett sta solo caratterizzando l'oggetto del suo studio. Ci sarebbe petizione se la sfida fosse dimostrare che Dio non c'è. Ma la sfida, come dice il titolo del libro, è solo spiegare i fenomeni religiosi.

Non nego che se il libro di Dennett fosse convincente, la religione ne uscirebbe danneggiata. Danneggiata intellettualmente, intendo, dato che la sua presa sugli esseri umani non dipende certo dal parere dei filosofi. I cristiani sono convinti, in un modo o nell'altro, che il loro credere dipenda da una grazia. Questo fatto, di per sé, dovrebbe rendere impossibile una spiegazione naturalistica della fede. Per qualche cristiano, apprendere che le sue credenze non sono più belle, più nobili, più spirituali, più profonde, delle credenze di chiunque altro potrebbe essere, in effetti, una brutta scoperta.

Aggiornamento 1 (20.2): Il filosofo americano Brian Leiter (di Leiter Reports) dice che Leon Wieseltier è un ignorante.

Aggiornamento 2 (21.2): Sul suo blog, l'attentissimo Massimo Morelli segnala che anche l'Economist ha recensito il libro di Dennett. Un passaggio:

Così come usiamo la prova e l'errore per controllare e rivedere le nostre assunzioni circa le piccole cose, così dovremmo fare pesare l'evidenza empirica sulle credenze circa le cose ultime. In realtà, come Dennett sottolinea, la situazione nell'America moderna è quasi opposta. La visione convenzionale è che la fede, in generale, è qualcosa di palesemente desiderabile i cui contenuti non dovrebbero essere esaminati troppo da vicino.

Solo in America?


18 commenti:

Anonimo ha detto...

2 + 2 fa 4 perche' a noi e' utile che faccia 4. solo per questo.

Anonimo ha detto...

Bel ragionamento. Hai anche una teoria su perché è utile che faccia 4?

Anonimo ha detto...

Cara Angelita,
Posso darti del tu? Così pare si usi in rete.
Ho provato a dirtelo prima in forma scherzosa.
Ma la lettera uccide, diceva sant'Agostino ed aveva ragione.
Finchè ci si limita a dire che la scienza fisico-matematica (sia nella sua base di fisica teorica che nelle varie applicazioni scientifiche particolari) ha un ambito di applicazione materialistico, fin qui sono d'accordo. La scienza ragione su cause ed effetti finiti, cioè riferibili a forze ed energie esistenti empiricamente e registrabili tramite strumenti.
Ma da qui passare alla affermazione della negazione di Dio, è un salto impossibile.
Di carattere ideologico.
Salto che molti scienziati non fanno e che alcuni, specie di ambito evoluzionista, fanno.
Ma è un salto contradditorio.
A parte che il concetto di sopravvivenza non è spiegato e, per quel che ho capito io (ma posso essere ignorante) è ancora fonte di dibattito e di discussione tra gli evoluzionisti; da qui ad affermare che se la vita evolve Dio non c'è. Beh! Mi sembra grossa.
La circolarità del ragionamento è evidente.
Dato che mi trovo in un sistema di cause chiuse e non posso andare oltre il sistema di cause chiuse in cui mi trovo allora affermo che questo sistema di cause chiuse è tutto quello che esiste. Ma se non posso andare oltre questo sistema di cause chiuse come faccio ad affermare qualcosa oltre il sistema di cause chiuse medesimo?
A parte questo c'è, ovviamente, il problema dell'orizzonte di senso della vita (la tua Luise, il mio Gesù e non faccio paragoni, mi presento), il quale ha una base intuitiva ed emotiva. Almeno per ora (e spero per molto, sinceramente) non chiaramente definibile in termini scientifici. Il che non significa affatto che non sia un sistema chiuso.
Necessario supporlo per capire la coscienza superiore, dice Gerald Edelman ed ha ragione. Ma supporlo per spiegare non significa che è già stato dimostrato. Quando lo sarà, torneremo a parlarne.

ciao

raffaele (sempre ibba)

Anonimo ha detto...

l'utilita' del fare 4? contare le pecore ad esempio. ma ci sono efficacissime algebre in cui 1 + 1 fa 0 ad esempio (la tua cpu ne fa scorpacciate ogni giorno). Oppure in cui 1 + 1 = 1 (due nuvole che si incontrano formano ancora una nuvola).

Anonimo ha detto...

Dunque, abbiamo nell'ordine:

1 utilitarista talmente spinto che crede che la matematica esista in quanto utile
1 confuso che non sa distinguere uno studio naturalistico da una discussione teologico-filosofica
1 burlone che confonde le operazioni aritmetiche in base 10 con quelle in base 2 (ah, sul mio computer 1 + 1 fa 10, aquila)

direi che Dennet e colleghi hanno ancora MOLTO lavoro da fare :-)

Anonimo ha detto...

Raffaele (ma sì, diamoci del tu), ci saranno pure atei stupidi che dicono "Dio non esiste". Ma il resto degli atei dice qualcosa di molto prudente, sensato, ragionevole, non contraddittorio: "non trovo evidenza per credere". E né Dennett, né nessun altro scienziato, dice qualcosa di così sciocco come "se la vita evolve Dio non c'è" (i bright, in generale, si sforzano di essere intelligenti). Sul senso della vita, ahimé, dal fatto che ne abbiamo bisogno non segue che Dio esista.
Slystone, nice try! Ma non ci casco. a) I numeri della cpu non sono in base 10. b) 1 nuvola + 1 nuvola = 2 nuvole (la fusione di nuvole non è una somma aritmetica).

Anonimo ha detto...

Ste, mannaggia, mi hai rubato la base 10 dalle mani.
Sulla confusione fra studio naturalistico e discussione teologico-filosofica, direi che ci stanno cadendo in parecchi.

Anonimo ha detto...

Non ci cade e, sopratutto, non (ci) esclude. Perdona la citazione da Derrida (spettri di Marx) utilizzata ben oltre il senso che lui dà al nostro (ci).
Ma se abbiamo bisogno di spettri - e ne abbiamo bisogno, Derrida ha "santamente" ragione - allora scelgo Gasù Cristo.
Va bene la tua precisazione. Sono d'accordo anche perchè la fede non è "un'evidenza razionale" ma una scelta. Come tutte le scelte è intrinseca al (ci) che è la nostra, perdonami la fuga, "destinazione d'uso".
Anche perchè consente quella cosa strana che si chiama amore e che manca.
Caldaroli ne è un esempio terrificante nella sua idiozia. Ma più astuto di lui e molto più terribile è per me Tony Blair.
Lo so che il vostro orizzonte non è questo. Ma loro si richiamano anche al vostro orizzonte. O almeno io sento una affinità che mi preoccupa.
Poi leggerò il libro di Dennet (ma temo sarà una delusione se non è molto meglio di Dio, un itinerario di Regis Debray).

Grazie della risposta cortese alla mia ignoranza.

raffaele

Anonimo ha detto...

Raffaele, mi sembra che stasera giochiate tutti a fregarmi. Calderoli e Blair, se permetti, appartengono all'orizzonte tuo: sono entrambi cristiani!

Anonimo ha detto...

hmm, l'utilitarista e il burlone sono la stessa persona :) pardon..

ma non e' questione di fare i burloni, la matematica e' da mo' che non e' piu' concepita in modo rappresentazionale. all'oggi non siamo andati tanto piu' in la del formalismo, semplicemente si costruiscono dei bei risultati sulla natura delle computazioni fattibili.

ah, 1 + 1 fa 0 nella somma dei bit a modulo 2 del tuo preocessore (controllo di parita'), volpe.

Anonimo ha detto...

calderoli pensa di essere cristiano (adora e odora il dio po') Blair non mi risulta. Onestamente me lo sono sempre saputo ateo. La moglie è cattolica, ma lui no. Ma è un pettegolezzo. Personalmente rifiuto l'appartenenza, anche di tutto il fronte vetero-teo-cons ex trozchista ed attualmente fideista.
Si tratta di bugiardi.
Non voglio fregarti

raffaele

Anonimo ha detto...

Slystone, ammetterai che difendere il formalismo dopo il teorema di Godel è un po' difficile.
Raffaele, Blair è un "committed Christian and member of the Church of England who often attends Roman Catholic services with his wife and family" (Times). Poi dici che non vuoi fregarmi.

Anonimo ha detto...

e chi lo difende? a me piacciono le cattedrali vuote.

Anonimo ha detto...

Uhm. Purché non ci cadano sulla testa.

Anonimo ha detto...

Angelita,
t'assicuro che ho sempre pensato di Blair che fosse ateo, al massimo agnostico.
Che fosse membro di quello che dici depone a sfavore di alcune cose di oggi.
Anche dentro il cristianesimo.


ciao

raffaele

Anonimo ha detto...

Va bene, va bene. Un giorno poi ti svelerò un segreto anche su Bush...
:-)

Anonimo ha detto...

Lo so lo so ... è cristiano di non so qual tendenza, circondato da ex trozchisti diventati devoti a non so più qual dio che di cristiano ha solo il nome.
Sai.
Te lo dico con assoluta serenità.
Voi siete persone con cui si può parlare e discutere, anche animatamente, ma sempre nella ricerca della verità.
Gente come Bush e Blair, qualunque cosa pensino di se stessi, sono 'cattivi'. Ed uso il termine cristiano volutamente.
Da un punto di vista generale siamo dentro il tentativo di imporre un 'pensiero unico' fatto di una disgustosa brodaglia di Dio, Scienza, Pseudorazionalismo, Democrazia, Difesa dei valori occidentali, Armi, Guerra e, sopratutto, Mercato. Quest'ultimo è il vero Dio di tutta questa gente.
Perdona lo sfogo, ma mi sento solo. Sempre di più.


ciao

raffale

Anonimo ha detto...

Sono tornato sulla questione. Ciao!
Azioneparallela