02 febbraio 2006

Ogni tanto, a tutti capita di sentirsi offesi

Il proprietario del quotidiano France Soir ha licenziato il direttore, Jacques Lefranc, colpevole di avere pubblicato dodici vignette satiriche su Maometto. Le vignette, uscite sul giornale danese Jyllands-Posten nello scorso settembre, avevano causato proteste furibonde nei paesi musulmani.

L'argomento dei musulmani è che queste vignette li offendono. La loro religione proibisce la raffigurazione di Maometto, a maggior ragione le raffigurazioni che lo mettono in ridicolo.

Io penso che è brutto offendere la religione. Ma è più brutto offendere le persone. Per esempio, come donna mi sento molto offesa da questo. Non per questo lancio proteste diplomatiche contro l'Indonesia.

O meglio, vorrei che la sharìa non ci fosse, ma perché penso che le donne musulmane starebbero meglio. Non perché voglia sentirmi meglio io. Se credi nella libertà d'espressione, nella libertà di religione, nella libertà in generale, le tue offese te le tieni: perché, per non sentirti mai offeso, l'unico mezzo è tappare la bocca a chi non la pensa come te.

La stampa italiana ha dato molto spazio al caso ma, se non sbaglio, nessun quotidiano nazionale ha pubblicato le vignette. Non almeno in forma leggibile: ho sotto gli occhi una pagina di Repubblica con una foto piccola dove si capisce poco. Anche sui siti non ho trovato nulla. Non so se abbiano tutti paura di una fatwa.

A rischio di prendermela io, vi linko la serie completa di vignette in versione francese (dal sito del Nouvel Observateur).

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Su "la stampa" è pubblicata in modo riconoscibile, credo nell'edizione del primo febbraio, la vignetta numero 4.

Opinione personale: una norma volta a combattere l'idolatria può ottenere come risultato una forma di idolatria in negativo, se appicata dogmaticamente.

Anonimo ha detto...

Bene. Adesso almeno la fatwa ce la becchiamo in due.

Anonimo ha detto...

Non so se sia sempre e comunque brutto "offendere" la religione: e dico "offendere" nel senso proprio della parola: danneggiare, colpire (polemicamente); non mi riferisco alla volgarità, che è di cattivo gusto sempre e comunque; né al mettere bombe nei luoghi di culto. Faccio un esempio: quando Voltaire scrisse che "il primo santo fu il primo furfante che incontrò il primo stupido" la frase era senz'altro un'offesa alla religione (molti credenti la considerano tale ancor oggi), così com'erano estremamente offensivi verso la religione i contenuti di numerose opere di Voltaire, su tutte il 'Trattato sulla tolleranza'. E tuttavia non posso fare a meno di pensare che Voltaire abbia fatto bene a scrivere quel che ha scritto.

paulista ha detto...

Stamattina ho visto in rassegna stampa che Il Giornale le aveva pubblicate tutte in prima pagina. Personalmente le ho viste sul link che hai fornito, non mi sembrano particolarmente offensive, nè eccessivamente dissacranti, quella sulle vergini è strepitosa.
Il problema è che si sta cercando da tutte le parti di alzare il tono dello scontro, e credo che si approssimino tempi duri e sanguinosi.

Anonimo ha detto...

Loforestieroprolisso, se intendi che non bisogna fare una religione della dissacrazione della religione, d'accordo. Però, in questo caso, mi sembra che queste vignette siano difendibili su altre basi, in particolare come espressione di un'opinione legittima (quella che religione e violenza, almeno nel caso dei musulmani, sono collegate). Poi senz'altro non sono vignette alate, ma questo è un altro discorso.
Blindfury, pensa che pubblicità! Ci inviterebbero ai convegni insieme a Rushdie.
Davide, anche a me piace Voltaire, e non intendevo dire che bisogna dare un rispetto speciale alla religione (teoria che, stamattina, ho visto espressa sui giornali dai musulmani, ma anche dai vescovi e dai rabbini). Ciò che penso è che, se esprimi un'opinione, devi essere consapevole che qualcuno potrà esserne sinceramente offeso (trascuro per semplicità quelli che fanno finta). E considerare l'offesa che provochi come un costo del tuo discorso. Ciò non significa rinunciare a parlare, ma che in quei casi devi preoccuparti di mettere nel tuo discorso ricavi che coprano i costi. Fuor di metafora: avere qualcosa di serio da dire, dirlo bene, evitare di calcare la mano per il puro gusto di farlo. Questo vale per qualunque sentimento, non solo quello religioso. E' il motivo, per dire, per cui uno cerca di non dare del cretino a un collega in una riunione, anche quando se lo meriterebbe.
Paulista: del Giornale avevo controllato solo il sito, senza trovare niente. Che poi il Giornale o Libero pubblicassero le vignette, in effetti me lo aspettavo, proprio per le ragioni chi dici tu: c'è chi ha interesse a fomentare. Spero si capisca che la mia intenzione era un'altra.

l'esorciccio ha detto...

Boh, tu credi che quel direttore avrebbe pubblicato vignette satiriche su Gesù? Io non lo so, ma considerato il momento storico non credo - e allora sono d'accordo con le proteste e il licenziamento, se non altro per compensare: di fallaci/feltri/calderoli et similia che campano sull'odio siamo pieni, ma da sempre, tanto per dire, non si può fare un accenno di critica alla politica di Israele senza beccarsi del nazista da mezzo mondo.
Poi è vero che quella della fustigazione è una brutta scena, ma la maggior parte di quelle pratiche "dure" sono imposte dai fanatici, non dal Corano (vedi ad es. http://www.arabcomint.com/equivoci.htm).
Insomma, contestualizziamo: offendere il Profeta vale come bestemmiare Dio in chiesa, punto. Per un ateo come me sono irrilevanti entrambe le cose, ma per musulmani e cristiani no. Quindi possiamo rispettarli o introdurre le gare di bestemmie nelle Olimpiadi, ma dire "vabbè, però i talebani" non ha senso, così come non ha senso dire "vabbè, però le cazzate che spara ratzinger ogni volta che gli porgono un microfono".

Anonimo ha detto...

Loforestieroprolisso, se intendi che non bisogna fare una religione della dissacrazione della religione, d'accordo.

No. intendo dire che la non rappresentabilità del profeta nell'islam ha a mio ignorante avviso il fine di non suscitare fenomeni di idolatria, ovvero venerazione della mera immagine: al tempo di maometto le guerre iconoclaste erano cose d'attualità, e la "questione morale" relativa assai presente.

Qui siamo all'opposto speculare: la venerazione della NON immagine, dell'irrappresentabilità, il rifiuto di veder rappresentato nella realtà fisica il profeta al di là degli atteggiamenti offensivi della rappresentazione.
Un' idolatria della non immagine.

Ricordo il bordello che si produsse a causa di un giornale africano che pubblicò uno o due anni fa un articolo che sosteneva, se non erro, che in un concorso di bellezza lo stesso profeta avrebbe potuto trovare una degna moglie. Anche lì casini inenarrabili.

Che poi non sia il caso di fare della dissacrazione una religione, beh,quella è una mera conseguenza dell'implicita critica al sordo dogmatismo.

Anonimo ha detto...

Caro Esorciccio, non sono d'accordo su niente.
1) Quel direttore ha pubblicato vignette su Gesù (la n. 5, oltre alla copertina di France Soir dove c'era Dio su una nuvoletta).
2) Su Israele, è naturale che se uno si esprime su una faccenda così calda, corre il rischio di prendersi insulti. Basta sapersi difendere: se qualcuno mi desse della nazista, io gli direi che è un cretino. Se tu stai zitto per paura, e poi ti rallegri che zittiscano anche gli altri, beh, non mi sembra una bella strada.
3) La fustigazione delle donne non è una deviazione dei fanatici: è una pratica istituzionalizzata, con assenso dello Stato, processi formali, pubblico di padri di famiglia che assiste. E che sia scritta nel Corano o sia un'iniziativa tutta loro dei musulmani mi cambia proprio poco.
4) Mi sembra chiaro che offendere il profeta su un giornale, senza un'intenzione palese di denigrare, e facendo un minimo di ragionamento (le vignette sono scadenti, ma non c'è certo scritto "porco ...") NON è come bestemmiare in Chiesa.
5) "Vabbé, però i talebani" è un ragionamento rozzo che non ho fatto. L'esempio della fustigazione mi serve solo per dire: anche i musulmani possono offendere noi occidentali, non credo che il mio sentirmi offesa sia di per sé una base per protestare (poi di basi ce ne sono altre).

Anonimo ha detto...

Loforestieroprolisso, non avevo capito. Visto che parli di iconoclastia, colgo l'occasione per fare un piccolo OT e ricordare che gli iconoclasti cristiani avevano ottimi argomenti. Se uno legge la lista originale dei 10 comandamenti nell'Esodo, intanto si accorge che sono 11, e poi che il secondo è piuttosto chiaro.
"Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra."
Se uno crede che i comandamenti li ha scritti Dio con le sue mani, sopprimere il secondo come si fa da millenni non è molto carino verso di lui.

l'esorciccio ha detto...

Cara Angelita, ovviamente quello che è blasfemo per i musulmani (o per i cattolici, gli ebrei ecc), non lo decidiamo né io né tu né il parlamento europeo, ma i rispettivi capi religiosi. Sherif riporta qualche riferimento storico molto interessante, a mio avviso. Tra l'altro riassume la storia completa di queste vignette, e il fatto che si sia risolto tutto con un boicottaggio economico mi sembra riportare l'accaduto nei canoni della normalità, diciamo. Strano che a qualcuno potesse fregare delle proteste - il momento storico, dicevo, ma Lia lo spiega infinitamente meglio di me.

Il ragionamento rozzo, d'altro canto, scusami ma credo tu l'abbia fatto: i fanatici sono al governo, e allora? C'erano i talebani in afghanistan come ci sono i creazionisti negli stati uniti, poi chessò, c'era papa wojtyla che volò a stringere la mano a pinochet mentre i massacri erano in corso, o i vertici del clero in germania che appoggiavano i nazisti ecc. Dici che ti cambia proprio poco, ma vorrei farti notare che stai ignorando delle distinzioni molto importanti a scapito di altre sbagliatissime (musulmani/occidentali: da una fallaci uno se l'aspetta pure, dalla Angelita di questo blog sinceramente no).

Insomma, se per assurdo si fosse trattato di protestare col governo delle filippine per le fustigazioni, ti pare che quel giornale avrebbe dovuto evitare di prendere per il culo i fedeli di tutto il mondo? E invece, pensa te, l'intenzione era solo di andare a bestemmiare in chiesa, per farsi due risate.

Anonimo ha detto...

Non mi convinci.
1) OK, sono "loro" a definire ciò che è blasfemo per "loro". Da dove ne segue che "io" mi debba sentire vincolata alla loro definizione?
2) "...il fatto che si sia risolto tutto con un boicottaggio economico mi sembra riportare l'accaduto nei canoni della normalità". Prego?
3) Lungi da me coinvolgere tutto un popolo (anzi, in questo caso tanti popoli) nei comportamenti di alcuni. Però, la sharìa è messa in atto da musulmani, a carico di altri musulmani, e per motivi legati alla religione musulmana (e una religione è un fenomeno culturale e storico che non si esaurisce certo nella lettera del testo sacro). Se devo lamentarmi della sharìa, non ho altri indirizzi cui rivolgermi.
4) La tua equiparazione, detta come fosse ovvia, fra lo scrivere una vignetta su Maometto in un giornale danese e bestemmiare in chiesa mi sembra lunare.

Anonimo ha detto...

Sono anch'io tristemente sorpreso da questo post.
Lo dico con rammarico ma anche con un po' di disincanto.
Provo a riassumere:
ci sono Loro e ci siamo Noi. Voci autorevoli, non necessariamente per statura etica, di qua e di là, lavorano per scavare profondo il solco.
Noi siamo in grado, qui e ora (a tre secoli da voltaire), di condividere largamente i rimandi intellettuali che l'ironia, la dissacrazione, la blasfemia ci offrono (Loro no). Possiamo sublimare volgarità e osceno ad arte (loro no). Di ciò noi non possiamo ringraziare altro che il nostro benessere (Loro no).
Dove sta l'urto catartico, la sublimazione estetica se l'interlocutore oggetto dell'ironia non ride con te.
Eppure i nostri libertari (chi non lo è da noi?) invocano, pretendono tolleranza, rispetto per l'opinione altrui (la nostra).
E se la tolleranza non ce l'hanno?
La si esporta con le vignette o con altro, come la democrazia, i diritti civili, la coca cola, l'autoironia, la blasfemia, la laicità, il rispetto per la donna, l'erotismo, la pornografia...
Solo che gli neghi l'unica cosa che veramente getterebbe delle solide basi. un percorso di emancipazione.

Guido

Anonimo ha detto...

Caro Guido, mi dispiace rattristare. Comunque, riconosco che tocchi un tema importante, tanto che ho risposto con un post. Ho un po' paura che potrebbe rattristarti di nuovo.