A campagna elettorale ormai avviata, si delinea il programma dei candidati premier per i prossimi cinque anni: tenere a bada i loro alleati. Il premier uscente, fanno sapere i suoi, fermerà con le sue mani i ministri che, apertasi la patta, tentino di sventolare l'uccello di fronte a un ambasciatore turco. Il rivale, sussurrano i collaboratori, si lancerà come un falco su parlamentari che, presi dall'entusiasmo, inizino una "haka" davanti ai familiari delle vittime di Nassiria.
Ma, si chiedono gli italiani, riusciranno i candidati a mantenere le promesse? Governare gli alleati è dura! I grandi leader politici del passato ci riuscivano solo dopo un lungo addestramento che, spesso, contemplava sfide con animali robusti. Per esempio, maiali.
In quel periodo, i porci della regione andarono fuori controllo, come fanno anche oggi in certe parti degli stati confinanti. Alcuni porci si inselvatichirono, e tutti, a causa del carattere dei suini, erano difficili da gestire. Tutte le risorse usuali andarono esaurite nel tentativo di caricarli a bordo. Non c'era che un'alternativa, quella che Abraham adottò. Li portò lui stesso a bordo, uno ad uno. Le lunghe braccia e la grande forza gli permisero di afferrarli in una morsa e di trasferirli rapidamente uno ad uno dalla riva alla barca.
L'Abraham in questione è Abraham Lincoln, poi diventato presidente degli Stati Uniti.
Ora, non so se i due candidati italiani abbiano affrontato un simile addestramento. Ma, al punto in cui siamo, credo sia necessario accertarlo. L'Italia non è gli Stati Uniti. E nessuno dei candidati mi sembra un Lincoln. Non si può certo pretendere che carichino su una nave un branco intero di maiali irrequieti. Ma, anche in una modesta potenza mediterranea come la nostra, almeno un esemplare il Presidente del Consiglio deve essere capace di caricarlo.
E abbiamo già un volontario: Brutal, un maiale umbro appassionato di politica (nella foto). Brutal, che era assai pacifico da piccolo, ha sviluppato un carattere impaziente e aggressivo a furia di ascoltare i discorsi dei politici italiani alla TV ("Brutal" è un soprannome recente). Brutal, con cenni significativi del muso, si è manifestato disponibile a partecipare a una "prova Lincoln", in cui i due candidati premier tentino, in prove successive, di caricarlo su un veicolo. Il tempo impiegato da ciascun candidato stabilirebbe il vincitore.
La prova, che si svolgerebbe in diretta in uno studio televisivo, sostituirebbe il classico dibattito fra sfidanti che, come è noto, serve solo a far chiacchiere. Il pubblico apprezzerebbe la novità e coglierebbe la metafora del "portare a bordo", o del "tenere a bordo", alleati selvatici.
Accetteranno la sfida i candidati? Li vedremo in TV alle prese con Brutal? Sapranno "Mortadella" e "Vino al metanolo" farsi onore? Ma soprattutto: che fare qualora fosse Brutal a caricare entrambi sul veicolo?
4 commenti:
Suinocrazia: la risposta che cerchiamo.
Non volevo dirlo così chiaramente, ma l'idea era quella. Se poi qualcuno avesse dubbi sulle doti politiche di Brutal, credo che valga anche per lui il noto Principio di Iva Zanicchi: "Se uno non ha mai governato, ha il diritto di provarci".
Già vedo gli slogan: "Brutal: il candidato che non teme di darsi in pasto alla folla" e "La risposta al cavallo di Caligola: Vota Brutal".
Comunque il presupposto di partenza è lecito e stringente. Come si può essere credibili nel proporsi per guidare una nazione in democrazia se non si dimostra di saper dominare un singolo maiale non accondiscendente?
Le doti fisiche sono un evidente vantaggio in politica, se non altro internazionale: da più parti ho trovato conferme, ad esempio, di come la resistenza fisica di Helmut Hohl sia stata una formidabile arma segreta al tavolo delle trattative.
Fai un ottimo esempio. A parte la resistenza fisica, Helmut Kohl è un altro dei grandi leader politici che hanno sviluppato doti di governo allenandosi con gli animali. Come tutti sanno, Kohl si dedicò in gioventù all'ipnosi dei polli. Questo gli attirò spesso il sarcasmo della gente. Tutti smisero di ridere quando, misteriosamente, nel 1989 i dirigenti della Germania Est decisero da un giorno per l'altro di distruggere il muro di Berlino.
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