21 gennaio 2006

Almeno il 15% dei cattolici non è cattolico

Pochi giorni fa, l'Eurispes ha pubblicato una ricerca sui cattolici italiani. La ricerca mostra che i cattolici aumentano: oggi sono l'87,8% della popolazione, l'8% in più di quindici anni fa. Allo stesso tempo, i cattolici italiani manifestano molte opinioni diverse da quelle della Chiesa. Per esempio:

  • il 68,7% è favorevole ai PACS;
  • il 38,1% è favorevole all'eutanasia;
  • il 65,1% è favorevole all'aborto in caso di violenza sessuale sulla donna.

Questi dati hanno mosso due tipi di reazioni. Alcuni hanno detto che la ricerca svela un divario fra fedeli e gerarchia. Fra gli altri, questa è la posizione di Giuseppe Caliceti (su Vibrisse):

Il 68% sono favorevoli ai cosiddetti pacs. Gli stessi che Ruini non sopporta, ma che anche Prodi preferisce non nominare. I cattolici non sono il Vaticano: è una affermazione banale, ma è importante che il centrosinistra qualche volta se lo ricordi.

Altri, come il quotidiano Avvenire, hanno contestato i dati (riprendo sempre dall'articolo di Caliceti):

... Una spedizione condotta, va pur detto, con sorprendente sprezzo del pericolo da coloro - i dirigenti dell'Eurispes - che l'hanno organizzata e pubblicizzata [...]. Recentissime indagini di prestigiosi istituti di ricerca, svolte su campioni di popolazione ben più rappresentativi, forniscono infatti risultati piuttosto diversi e, per vari aspetti, nettamente dissonanti rispetto a quelli divulgati ieri dall'Eurispes.

Una conclusione più semplice è che i cattolici veri siano meno dell'87,8% che si dichiarano tali. Ovviamente, è dura stabilire che significhi "cattolici veri". Ma altre indagini mostrano che alcuni cattolici dichiarati non soddisfano nessuna definizione presentabile di "cattolico".

Prendete la World Values Survey, che è un programma di ricerca sui valori e le opinioni socioculturali in circa 80 paesi del mondo. I dati sull'Italia, che arrivano al 1999, confermano che i cattolici superano l'80%.

Ciò nonostante, solo il 61,4% degli intervistati dice di credere in una vita dopo la morte. Il 23% dice di non crederci. Il 14,2% è incerto ("DK" = don't know).

Inoltre, nel 1990 solo il 66,1% degli intervistati diceva di avere un'anima. Il 19,8% diceva di non averla. Il 13,8% era incerto. Purtroppo, i ricercatori non hanno ripetuto la domanda nel 1999.

Voglio arrischiare questa dichiarazione: chi non crede nell'anima e nella sua sopravvivenza non è cristiano. Quindi, non è nemmeno cattolico. Se calcolate le differenze fra la prima tabella e le altre due, vedete che c'è almeno un 15% di italiani che si dicono cattolici e non lo sono. Che il restante 65-70% abbia qualche divergenza di opinioni con la Chiesa è il minimo che ci si possa aspettare.

Chiudo con un dato che non danno mai, quello degli atei: come vedete, sono pochissimi (il 2,6% nel 1999, in declino rispetto al 1990).

Più numerosi gli agnostici (11,2%, considerando agnostici i non religiosi che non si dichiarano atei). C'è poi un 1,8% che non sa se è religioso o no, e che non saprei come definire. Più bello, comunque, sarebbe definire i cristiani che non credono all'anima e all'aldilà. Consulterò qualche storia delle eresie.

Avvertenza: per ragioni di spazio, ho riformattato le tabelle con Photoshop. Per controllare i dati, o esplorare il resto del database, dovete partire da qui. Cliccate su "analyze data", scegliete la selezione per paese, selezionate i dati italiani del 1990 e del 1999. Proseguendo, troverete i dati nella sezione 7.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Dall'articolo di Repubblica.it sul medesimo argomento:

"La realtà è che in Italia, tra la Chiesa cattolica ed i propri fedeli c'è la stessa discontinuità che esiste, politicamente parlando, tra paese ufficiale e paese reale (....) le gerarchie ecclesiastiche non sembrano corrispondere, nell'elaborazione dell'indirizzo religioso, alle difficoltà e alle istanze (nonchè alle effettive opinioni presumo, ndr) dei fedeli cattolici".

Se qualcuno trova le "recentissime indagini di prestigiosi istituti di ricerca, svolte su campioni di popolazione ben più rappresentativi" cui accenna Avvenire oserei dire sbattendo il cazzo sul tavolo, sia così gentile da fare un fischio; i miei scarsi sforzi con google e su avvenire.it finora non sono stati premiati.

Anonimo ha detto...

Se l'articolista non ha citato le fonti, deduco che non ci teneva che i lettori le leggessero...

Anonimo ha detto...

se essere cattolico significa andare a messa a Natale e fare il presepe bè allora in italia siamo in tanti... certo se poi si vive in un paesino in cui il sindaco e il prete sono le massime autorità, bè, lì siam cattolici tutti... almeno da quando stò in città e vò a messa trovo un sacco di posti liberi e un pò di santo racccoglimento...
di sentire i bisbigli delle comari di paese durante le funzioni mi scoccia parecchio....

Anonimo ha detto...

Vedi, va a finire che la secolarizzazione aiuta. Il papa crede che faccia perdere la fede alla gente, in realtà libera la Chiesa da chi la fede non l'ha mai avuta...