30 novembre 2005

Teodicea clandestina

Una volta in Paradiso, si suppone che l’uomo vedrà Dio. Quindi, per l’eternità, non avrà più libertà di sbagliare. A che sarà servita dunque questa brevissima pausa terrena di libertà? A sfrondare un po’ il plotone degli eletti?

Sarà servita a costruire il Regno di Dio, del quale Dio ha voluto rendere l’uomo - in quanto libero - corresponsabile.

Perché mai Dio vuole l’uomo libero e corresponsabile? In particolare, come può Dio preferire che una creatura sia libera ma dannata, ossia priva del sommo bene, invece che seduta in Paradiso fin dall’inizio dei tempi? Un Dio buono potrebbe volerlo solo nell’ipotesi che la libertà umana valga quanto il sommo bene. Ma non ne segue allora che quando lei sarà in Paradiso, col sommo bene ma senza libertà, si troverà con un bello zero in bilancio?

Dio si è volontariamente e in prima persona – anzi, in seconda - assoggettato a pagare il prezzo della libertà umana, scegliendo la via della redenzione mediante l’incarnazione, la morte e la resurrezione del Verbo (sorprendendo non poco le attese messianiche degli ebrei). Il Nuovo Testamento è un’incessante apologia di quella che Dietrich Bonhoeffer chiamava la debolezza di Dio nel mondo, attraverso la quale, così come mediante la “stoltezza della predicazione” di cui parla San Paolo, la Grazia divina incontra la libertà dell’uomo.

Dio è amore e l’amore implica la libertà, non c’è amore senza libertà. Se uno è obbligato ad amare non ama davvero perché manca l’elezione, la relazione elettiva. Si sceglie, quindi, di amare e l’amore è solo quello che si sceglie. La creazione è un atto d’amore e come tale non può che essere libera e implicare la libertà. Di qui la necessità del tempo, quello che noi cristiani chiamiamo la storia della salvezza. Per questo la sua contestazione è oggettivamente fragile: non ha senso parlare di una vita eterna senza libertà. Il santo è altresì nella pienezza della sua libertà, nella verità trasparente della libertà medesima (che è Dio stesso), ciò che mancherà sarà solo la volontà autoreferenziale, la possibilità - propriamente temporale - di falsificare la verità della libertà mediante la volizione. Non è logico misurare l’eternità con l’orologio.

Lei dice che i santi in Paradiso non perdono la loro libertà, perché libertà e visione di Dio sono compatibili. Ma allora, perché Dio attualmente se ne sta nascosto? Se ci apparisse, ci condurrebbe più facilmente a lui. E senza toccare la nostra libertà!

Perché la libertà, che nell’eternità (che è pienezza della vita) è nel pieno della sua verità, è data, per l’uomo mortale (che vive nel tempo), per l’uomo che ancora deve decidere se rendersi o meno corresponsabile del Regno di Dio, nella finitezza del libero arbitrio. In questo contesto la visione di Dio rappresenterebbe una violenza assoluta, una determinazione indeclinabile (non a caso nella Bibbia si dice che l’uomo che vede Dio, muore)…”

Le domande sono mie. Le risposte sono di Bernardo Claraevallensis, che ha ricopiato sul suo blog parte della discussione che si è svolta nei commenti di Azioneparallela. Bernardo non aveva giudicato necessario informarmi: così per tre giorni lui e i lettori hanno discusso le mie domande senza che potessi dire la mia. Di certo mosso da buone intenzioni, Bernardo non si era neppure preoccupato di citare: capitato sul suo blog, mi sono visto menzionato come “un amico”, senza la pietà di un nome e di un link (ora, su richiesta, sono al loro posto). Capita a volte che i cattolici, sentendosi in missione per conto di Dio, si dimentichino le cortesie minime verso gli uomini.

C’è comunque un lieto fine: Azioneparallela che, evento raro come una cometa, dice nei commenti “Cavolo, Filter ha ragione”. Non ha prezzo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, ma a seguire io ho dimostrato chiaramente che lei aveva torto. :)
Scherzi a parte, faccio pubblica ammenda anche qui per qualcosa che ho fatto - ci tengo a ribadirlo - in assoluta buona fede (e lasci stare il cattolicesimo che c'entra come i benemeriti cavoli a merenda). ;)

Bernardo

Anonimo ha detto...

Vedi che ti ho dato due volte ragione, al commento 7 e al commento 9! Sullo stesso argomento, è vero, ma anche le comete passano e ripassano.

(ora sto lì pronto a contare le volte in cui tu mi dai ragione - che ovviamente è altra cosa dalle volte in cui su questo o su quello siamo d'accordo).
az. par.

Anonimo ha detto...

Bernardo, va bene, qua la mano e non parliamone più. Ma le radici cristiane, quelle c'entrano sempre.

Anonimo ha detto...

Massimo, è vero, erano due, ma il secondo era senza cavoli. Prometto di dire che hai ragione alla prima occasione utile.