Susanne Clarke, autrice di Jonathan Strange e Mr. Norrell (un libro sottile, colto, divertente che ovviamente in Italia nessuno ha cagato) così inizia a rispondere alle domande di Crooked Timber sui perché e i per come del suo romanzo:
“Inizierò, come fece China Miéville, mettendo le mani avanti. In effetti, riprenderò proprio ciò che China diceva all’inizio del suo pezzo. Dice:
Uno degli argomenti comuni sollevati dagli autori è la fesseria del “Ne so più di te perché l’ho scritto”. Per rendere la mia posizione assolutamente chiara: al diavolo l’intenzione dell’autore. Non ne so necessariamente più degli altri.
Per me non è solo che gli autori non sempre ne sanno più degli altri. E più un ‘Ragazzi, mi spiace, ma in realtà non sono l’autrice’. L’autrice non è potuta venire. E’ uscita. Se ne è andata dopo avere finito il libro. Io sono la persona che resta dopo che lei è sparita. Può darsi che io possa aiutarvi perché, a quanto pare, ho qui un mucchio dei suoi ricordi - e anche molte delle sue note e altro. Ma, per quanto qualche ricordo sia limpido come un cristallo, altri sono sfocati, e parecchi altri mancano. Idem per le note e il resto. Riguardo a ciò che intendeva scrivendo questo o quello, in molti casi non avrebbe saputo rispondere comunque. Non se ne diede mai pensiero. Farò il mio meglio per ricostruire ciò che posso. In effetti fingerò di essere lei, dicendo “io” e “me”. Il punto è che se in qualsiasi momento vi sembrasse che io la stia contraddicendo (l’autrice), allora credete a lei e non a me. Fra noi due, è la più sveglia”.
Per quei tre che avessero letto il romanzo, qui c’è il resto, dove la Clarke dimostra che non è poi tanto meno sveglia dell’autrice.
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