17 ottobre 2005

“I fantastici quattro”, di Tim Story

Cinema

Milano, Cinema Odeon. “C’è un mucchio di gente che arriva sul sito pensando di trovare roba sui Fantastici quattro”, dice Angelita. “E che poi proseguono sereni per la loro strada”, dico io. “Appunto”, dice lei. “Appunto cosa?”, dico io. “Perché non trovano nulla”, dice lei. “E che dovrebbero trovare?”, dico io. Silenzio.

Trama

Uno sciame di raggi cosmici investe quattro scienziati e un finanziatore durante una missione nello spazio. Tornati a Terra, gli scienziati scoprono di avere superpoteri. Reed Richards, il genio del gruppo, allunga a piacere ogni parte del corpo. Susan Storm, la sua ex, può diventare invisibile. Ben Grimm, il pilota, è fatto di roccia. Johnny Storm, il fratello di Susan, può volare e prendere fuoco. Mentre si adattano alla situazione il finanziatore, Victor Von Doom, si trasforma in una lega di titanio e accusa i quattro di avergli fatto perdere soldi in Borsa. Seguono combattimenti.

Cosa funziona

La Cosa (Michael Chiklis): realistico, grazie all’ottimo costume. Muovendo pupille e angoli della bocca, risulta assai più espressivo dell’attore medio del cinema di cassetta. Tormentato e sarcastico, riprende i tratti più riusciti del personaggio del fumetto. Nonostante i progressi della tecnica, i pupazzi funzionano tuttora molto meglio dei personaggi digitali (capito, Ang Lee? capito, George Lucas?).

La Torcia (Chris Evans): simpatico. Molto giovane, coglie subito l’aspetto “exxtreme” dei superpoteri, che infatti collauda in corse di snowboard e nelle moto acrobatiche. Sfotte la Cosa come nei fumetti. Ha le battute migliori.

Gli effetti speciali: buoni e pochi. Credo che il budget del film non fosse enorme, così il regista li concentra in fondo, lasciando spazio ai personaggi e a scene d’azione più classiche nella prima parte del film.

Cosa non funziona

La sceneggiatura: mediocre. Il problema di film simili è che i supereroi hanno un potenziale cinematografico eccessivo. Per il solo fatto di mutare la propria identità, diventano profondi. Si crea così un contrasto buffo fra l’abbondanza di spunti narrativi e la determinazione dello sceneggiatore a risolverli in pochi minuti, affinché il pubblico dei giovani non si annoi. In Fantastici quattro lo sceneggiatore è addirittura feroce e riduce la storia a una sequenza di episodi brevissimi. Per giunta, neanche brillanti. A chi avesse immaginazione, quattro personaggi con poteri strani offrirebbero il destro per una quantità di trovate. Pensate che ne avrebbero fatto gli autori dei Simpsons. Qui, lo sceneggiatore non trova di meglio che farci vedere Mr. Fantastic che, esaurita la carta igienica, ne recupera un rotolo grazie al braccio allungabile.

Mr. Fantastic (Ioan Gruffudd): irresoluto. Dovrebbe fare la parte del genio che non ci sa fare con le donne. In realtà, ha un’aria complessiva da sfigato che non lo rende credibile quando, improvvisamente, passa all’azione. Nel fumetto era noioso ma affidabile.

La donna invisibile (Jessica Alba): inconsistente. Guardando il film, non puoi non pensare che la Alba è un concentrato di attributi di marketing: carina quanto basta per attrarre i maschi, imperfetta quanto basta per mostrare alle ragazze che si può fare molto con trucco e palestra, scura di pelle quanto basta per estendere i mercati.

La traduzione: dilettantesca. Sentiamo la Torcia, che è uno sciupafemmine, dire “Odori bene” a una ragazza. Immagino fosse “You smell good” (“Hai un buon profumo”).

Durata

Un’ora e mezza. Divertimento con moderazione. Niente di cui parlare dopo l’uscita dal cinema.

Altre recensioni

Alphaville e Marquant.

Film che non andrò a vedere

“Romanzo criminale”, di Michele Placido. Recensito da Davide L. Malesi e, di nuovo, Marquant.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho visto in Inghilterra quest'estate ed ho pensato più o meno le stesse cose. Che bello, ora che qualcuno m'ha dato ragione mi sento uno che ci capisce qualcosa.

Anonimo ha detto...

Argh. Sta succedendo anche a me! :-)

Anonimo ha detto...

Guarda ho preferito non aver nulla da dire una volta fuori dal cinema dopo la visione di questo film, piuttosto che imprecare appena visti "I giorni dell'abbandono" o "La bestia nel cuore", il mio fidanzato mi ha trattenuto dall'andare a reclamare i soldi del biglietto direttamente dalla Comencini e da Faenza. A volte il silenzio è preferibile a 1000 parole soprattutto se parolacce. Anche io sono d'accordo con te, ma continuo a pensare che il cinema non sia la "mia" arte :-)

Anonimo ha detto...

Seia, confesso che non ti seguo tanto. Se guardi schifezze, come fai a dire che il cinema non è la "tua" arte? Prenditi la cassetta di Million Dollar Baby o Invasioni barbariche. Non ti piacessero nemmeno quelli, ecco, forse in effetti ci sarebbe da preoccuparsi...

Anonimo ha detto...

Le due cose non sono collegate Rodolfo, a parte che chi ti ha detto che io guardo solo schifezze? Ho visto entrambi i film che citi (al cinema naturalmente) e se ho amato moltissimo Eastwood trovo che le IB sia un film già visto in altre pellicole. Ma non è questo il punto, io guardo film come IF4 e i 400 colpi, The Island e Le conseguenze dell'amore, The village e Dogville e a parte i gusti personali che tali sono e restano, quando dico che il cinema non è la mia arte intendo semplicemente che non mi appassiona come la letteratura e che non credo di apprezzarne completamente la magia e di non possedere la conoscenza del mezzo necessaria per cogliere tutto quello che dovrei come mi capita invece con i libri o le poesie o la pittura. E' solo una questione di attitudine personali tutto qui, e scherzavo con quanto detto da naurus quando scrive "mi sento uno che ci capisce qualcosa" visto che la pensava come te.

Anonimo ha detto...

Ops. Scherzavo anch'io. Mi sembrava solo strano che citassi due film brutti come dimostrazione che il cinema non fa per te.

Anonimo ha detto...

Veramente è La Cosa che, a mio avviso, ha la battuta migliore di tutto il film ("Non vi drogate", rivolgendosi ai ragazzini).

Anonimo ha detto...

Quella battuta non è male, in effetti.