Su Repubblica di oggi, Gianni Mura si chiede perché, se non ci piace che la Cina arresti i dissidenti, ci stanno bene le Olimpiadi a Pechino.
“[Manuela di Centa] era già stata la prima italiana a salire in cima all’Everest, il 23 maggio 2003. Come mai questo bis? «Porterò lassù la fiaccola di Pechino. I dirigenti del comitato organizzatore cinese vogliono fare le cose in grande e pensano a un gesto eclatante. Per questo si sono rivolti a me». Ci sarebbe un gesto ancora più eclatante e meno faticoso della scalata di un 8000 metri. Portare la fiaccola di Pechino in giro per il Tibet e vedere l’effetto che fa. In Cina i diritti civili sono calpestati tutti i giorni, ma sembra che la cosa non faccia notizia. Se Yahoo! consegna un giornalista dissidente alla giustizia cinese, si parla di boicottare Yahoo. Forse boicottare la Cina è poco eclatante o poco chic, vai a sapere.”
Sempre Repubblica pubblica un lungo articolo di Michel Houellebecq, “L’alfabeto del pessimista”, già apparso in Francia su Les Inrockuptibles. E’ una carrellata di commenti e confessioni su 25 temi, da “Automobile” a “Zarathustra”. Houellebecq mi ricorda certi dirigenti di azienda che hanno visto il mondo, e a pranzo vogliono spiegarti come gira. Usa concetti ottocenteschi (i popoli, i sentimenti, la morale), dice cose ottocentesche (“a parte la poesia e la pittura, nessuna arte è in grado di descrivere la gioia”), ma è intelligente, sincero e scrive benissimo. Mescola generalizzazioni arrischiate con intuizioni belle, per esempio in questo pezzo.
“Sinistra. Ho un’obiezione che mi sembra un mistero: più governi di sinistra ci sono, più aumenta il controllo sociale. Il tabacco è un esempio eclatante. Il fatto che i non fumatori abbiano diritti, ecco un’idea di sinistra. E’ un problema, perché si finisce – e non era proprio questo il mio punto di vista all’inizio – con l’apprezzare quelle merde di paesi liberali dove non ci sono regole, dove se hai denaro puoi fare quello che vuoi… Il livello di controllo sociale non è estendibile all’infinito, a meno di cambiare la biologia. Vorrei non avere voglia di fumare, ma ho bisogno di un’operazione al cervello; non sono necessariamente contrario, ma imporre norme alla vita senza dare in cambio soddisfazioni autentiche… penso che sia un campo dove sarebbe meglio non spingersi troppo avanti.”
2 commenti:
Mi ha fatto venire in mente una recente intervista ad Agota Kristof ("recente" nel senso di diversi mesi fa, ma d'altronde lei di interviste ne concede pochissime). L'intervistatore chiedeva: "Nel ’56 [...] il suo sogno era scappare negli Stati Uniti. Come vede quel paese oggi?". E la Kristof replicava: "Con disprezzo. Stanno diffondendo brutte abitudini, tipo il divieto di fumare". Anche lì, tra l'altro, si parlava di un'operazione: l'intervistatore chiedeva: "Sta per subire un’operazione pericolosa, e il prossimo 30 ottobre compirà 70 anni. Le capita di fare bilanci?"; e la Kristof, secca: "Il mio bilancio è che 70 anni sono sufficienti, ho vissuto abbastanza". Il testo completo, se può interessare, è qui
http://www.miserabili.com/2005/03/17/intervista_ad_agota_kristof_1.html#014859
Bella segnalazione. Grazie.
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