12 settembre 2005

“Nove vite da donna”, di Rodrigo Garcia

Cinema

“Sembra interessante”, dice Angelita, gli occhi sul giornale.
“Non mi piacciono i film a episodi”, dico.
Mi guarda.
“Aspettiamo i film di Venezia”, dico.
Mi guarda ancora.
“Ci sono state proteste”, dice.
“Che proteste?”, dico.
“E’ da un po’ che non scrivi una recensione”, dice.
Sto zitto.
“Aspettiamo i film di Venezia”, dico.
“Allora c’è Bestia nel cuore, che è già fuori”, dice.
“Per carità di Dio”, dico. “Con tutte quelle patate lesse”.
Continua a guardarmi.
“Dov’è questo qui delle donne?”, dico.
“All’Eliseo”, dice.

Trama

Il film, ambientato a Los Angeles, è in nove episodi. Ognuno è dedicato a una donna, che a volte ricompare negli episodi restanti. Gli episodi prendono il titolo dai nomi delle protagoniste.

  1. Sandra. Una carcerata riceve la visita della figlia piccola, ma non può parlarle a causa di un incidente stupido.

  2. Diana. Una borghese incinta incontra un vecchio amante al supermercato; fra gli scaffali, parla con lui del passato; i due si rivelano i tipici criminali emotivi che usano le parole come gli ultras le bottiglie.

  3. Holly. Una ragazza nevrotica e manipolativa tenta di affrontare un patrigno che le ha fatto del male da bambina.

  4. Sonia. Una borghese insicura e il marito visitano amici ricchi; i primi due mettono in scena un’autoanalisi di coppia per l’imbarazzo degli ospiti.

  5. Samantha. Un’adolescente troppo saggia si lascia soffocare da genitori con carenze affettive, che evitano di parlarsi fra loro.

  6. Lorna. Una divorziata va al funerale della moglie (suicida) dell’ex marito sordomuto.

  7. Ruth. Una madre rinuncia a un’avventura quando è già nel motel, pensando alla famiglia.

  8. Camille. Una donna matura si prepara a una mastectomia, col conforto di un marito intelligente e affettuoso che ha già deciso che per lui non è un problema.

  9. Maggie. Un’altra donna matura visita la tomba del padre, accompagnata da una figlia molto giovane (aggiornamento: non è il padre; il morto giusto è nei commenti qui sotto, se non vi preoccupa lo spoiler).

Cosa funziona

La regia. Rodrigo Garcia (il figlio di Gabriel Garcia Marquez) segue regole semplicissime: campi stretti quando c’è un personaggio, più larghi quando sono due, più larghi ancora per inquadrare gli ambienti. Non fosse per i piani sequenza (vedi sotto), sarebbe un caso raccomandabile di “basta poco che cevvò”.

I dialoghi. Anch’essi di Garcia, sono diretti, semplici, incisivi. I personaggi sono gente comune, che parla come gente comune e, come in effetti la gente comune, si rivelano per ciò che sono appena aprono bocca. C’è anche un dialogo riuscitissimo nel linguaggio dei sordomuti, accompagnato da sottotitoli di cui in realtà non ci sarebbe bisogno (per esempio quando lui dice “mi masturbo pensando a te”).

Il cast femminile. Nove attrici che recitano, invece di spalancare gli occhi e la bocca (come qualcuna che ha vinto un premio a una recente mostra del cinema). Menzione speciale per Holly Hunter (Sonia), Robin Wright Penn (Diana) e la meno nota Kathy Baker (Camille). Sotto la media Glenn Close (Maggie), cui comunque tocca il personaggio meno interessante. Fra le bambine, non manca l’immancabile Dakota Fanning.

Il cast maschile. Di nuovo, attori che recitano. Menzione speciale per Joe Mantegna, il marito di Camille, e Aidan Quinn, nel ruolo dell’uomo ideale come lo descrivono le donne (intelligente, sensibile, aperto e virile in un certo modo simpatico) e che giustamente è abbandonato da una donna in un motel.

Cosa non funziona

La struttura a episodi. In un film normale, vi introducono i personaggi e poi avviene una storia. In un film a episodi, vi introducono i personaggi. Garcia, per rispettare le regole del genere, si affretta a chiudere ogni episodio al primo accenno di sviluppo drammatico. Si lascia andare un poco solo negli episodi di Lorna e Camille, che sono gli unici in cui accada qualcosa, e sono di gran lunga i migliori.

I piani sequenza. Ogni episodio è fatto di un solo piano sequenza. Siccome i personaggi si spostano molto, l’operatore li insegue attraverso gli ambienti e ogni tanto hai l’impressione che gli attori sostino per dargli il tempo di sistemarsi.

L’ideologia del film. Che è: le donne soffrono molto, sono più capaci di farlo degli uomini e, soffrendo, tengono uniti fili sottili che gli uomini neppure vedono. In modi diversi, le donne del film affrontano guerre che non hanno chiesto di combattere, e che eppure combattono senza indossare le armature di cinismo maschili. Guardando il film, ti viene in mente che Gesù, che si carica delle pene del mondo, è in fondo un ruolo molto femminile (solo, ovviamente, troppo importante per lasciarlo alle donne). Fossi una donna, sentirei puzza di fregatura in un film che ti dice che ciò che sai fare meglio è soffrire.

Durata

Un’ora e mezza. Il film è lento, ma ascolti i dialoghi volentieri e il tempo passa via.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

l'ho visto ieri sera. d'accordo sull'ideologia (io però ci vedo qualcosa di vero, in questa ideologia). la recitazione è straordinaria, come dici. quanto alla storia, vorrei spezzare una lancia per l'ultimo episodio: il racconto, così breve, ha una svolta finale sorprendente, felicissima e molto ben preparata, che ne fa una vera e propria short story.
("io", "Angelita"? ma io pensavo che andaste al cinema sempre tutti e quattro insieme, con la Torcia Umana che cuoce i popcorn con il dito.)

Anonimo ha detto...

La recensione mi fa venire in mente "Le cose che so di lei", altro esempio di film a episodi in cui non succedeva niente (e io non li sopporto, i film in cui non succede niente: solo gente tipo Antonioni o Kim Ki-Duk, gli esteti insomma, se li posson permettere). Non credo che andrò a vederlo.

Anonimo ha detto...

Usare il blog per costringere gli amici a fare quello che si vuole è un'ottima idea. Ci proverò anch'io.

Anonimo ha detto...

TG: capisco che ci sia del vero nell'ideologia ma noi, se non preferissimo le donne che scelgono di essere felici, non avremmo scelto quella Santa Patrona... :-)
Sull'ultimo episodio, temo che mi sia sfuggito qualcosa. Senz'altro non mi è chiara la sparizione della bambina (se tu avessi voglia di spiegare, sarei curioso di capire di più).
Sulla squadra: siamo un po' come Tex Willer e i suoi "pards", che andavano in giro in quattro solo nelle missioni molto importanti.
DLM: mi fai venire in mente che, in effetti, ci sono anche i film a episodi in cui accade qualcosa. Giusto settimana scorsa riguardavo in TV "Ieri, oggi e domani", con l'episodio famoso dello spogliarello della Loren. Lì, in mezz'oretta, accadeva moltissimo e si diceva moltissimo (guarda caso, lo aveva scritto Zavattini).
CD: che fai, sfotti? Sei tu una di quelli che protestavano!

Anonimo ha detto...

Infatti sono contenta che tu sia tornato.
E poi non ero mica ironica, ero solo in ammirazione. :P

Anonimo ha detto...

Mmmm, continuo a sospettare tu mi stia prendendo per il culo, ma facciamo finta di niente. ;-)

Anonimo ha detto...

M'incuriosisti, lo vedrò.

Anonimo ha detto...

Poi mi dici.

Anonimo ha detto...

non sappiamo chi sia sepolto nella tomba visitata da Glenn Close e dalla bambina. Glenn è affettuosa con la bambina, è chiaro che la ama moltissimo, ma al tempo stesso è triste, come distante. la bambina è sua figlia (a un certo punto Glenn dice: "mia madre, tua nonna..."), il che è strano perché Glenn è anziana. la bambina fa i salti di gioia perché Glenn ha portato l'uva, la prende subito, ma poi non la vediamo mangiarla. alla fine la telecamera fa un giro di 360 gradi, poi la bambina è scomparsa non si sa dove; Glenn ha in mano l'uva e la depone come un dono sulla lapide, ed è qui che tutto si salda. la bambina è nella tomba, la bambina che vedevamo era un ricordo di Glenn, un fantasma.

Anonimo ha detto...

Fantastico. Io invece mi ero bevuto la falsa pista del padre (a un certo punto ne parlano) e credevo visitassero la tomba di lui. Sulla differenza di età, pensavo fosse il solito vizio hollywoodiano di dare alle attrici ruoli in cui in realtà dovrebbero essere più giovani (mi ricordo la Streep fare la 15enne a cinquant'anni, nella versione cinematografica di La casa della luna). Come la dici tu, tutto torna e in effetti l'episodio diventa bello. Grazie.