15 marzo 2005

Salman Rushdie sulla religione

“L’umanità si è sempre rivolta alla religione per cercare le risposte a due delle grandi domande legate all’esistenza: da dove veniamo? Come dobbiamo vivere? Per quanto riguarda la questione delle origini, tutte le religioni hanno torto, molto semplicemente. L’universo non fu creato in sei giorni da una forza superiore che al settimo giorno si riposò. Né fu creato dal nulla da un dio celeste con uno sconvolgimento immane. Per quanto riguarda l’interrogativo sulla vita sociale, poi, la semplice verità è che quale che sia la religione ai posti di comando di una società ne sboccia sempre e soltanto una tirannia. Ne nasce l’Inquisizione, ne spuntano fuori i Talebani.

Ciò nonostante, le religioni persistono a sostenere di poter assicurare un accesso del tutto privilegiato alle verità morali e di conseguenza di meritare un trattamento speciale e protezione. Le religioni continuano a emergere dall’ambito dalla sfera privata – alla quale del resto appartengono, tanto quanto molte altre cose che sono pienamente accettabili quando fatte in privato fra adulti consenzienti e che diventano del tutto inaccettabili sulla pubblica piazza – per candidarsi al potere.” (Salman Rushdie, “Il mondo diviso tra chi crede e chi no”, su La Repubblica di oggi).

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