01 febbraio 2005

Viva la felicità

Science ha pubblicato uno studio sulla felicità di Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia. Kahneman ha usato una tecnica nuova, detta Day Reconstruction Method (DRM), per misurare la felicità nella vita. La tecnica prevede che una persona annoti in un diario gli episodi di una giornata (la doccia al mattino, una discussione col partner, il viaggio per recarsi al lavoro, una pausa davanti alla TV, la preparazione della cena, ecc.). Il giorno dopo, la persona rilegge il diario, rivive gli episodi e valuta i sentimenti che ha provato con un punteggio da 0 a 7.

Nel suo studio, Kahneman ha raccolto i punteggi di un campione di 900 soggetti (donne texane con un lavoro). Fra i risultati, ha ottenuto una classifica degli episodi che danno più felicità.

5,10 - Rapporti intimi
4,59 - Stare con gli amici
4,42 - Momenti di relax
4,35 - Preghiera, adorazione, meditazione
4,34 - Mangiare
4,31 - Esercizio fisico
4,19 - Guardare la TV
3,95 - Shopping
3,93 - Cucinare
3,92 - Al telefono
3,87 - Sonnellini
3,86 - Occuparsi dei bambini
3,81 - Computer, email, internet
3,73 - Lavori di casa
3,62 - Lavoro
3,45 - Spostamenti (con mezzi di trasporto)

I numeri sono la media dei punteggi che i soggetti hanno dato ai sentimenti positivi (“felicità”, “calore umano/situazione amichevole”, “divertimento”).

Un vantaggio della tecnica di Kahneman è che analizza episodi specifici, sui quali la gente parla con libertà. Uno può avere remore a dire “odio telefonare a mia madre”, ma “ieri sera mia madre al telefono mi ha fatto ammattire” è poco problematico.

Il dato più appariscente è che il lavoro e il curare i bambini, attività in cui molti sperano di realizzarsi, stanno in fondo alla classifica. La felicità che danno è simile a quella viene dalle email e dalle faccende domestiche.

Ora, è chiaro che qualcosa che da poca felicità nel quotidiano può avere significato nell’esistenza. Il pendolarismo è in fondo alla classifica e infatti la gente, se può, evita gli spostamenti e cerca una casa vicina all’impiego. Il lavoro e i bambini, al contrario, la gente non li evita, anzi, decide in autonomia di tentare una carriera o farsi una famiglia.

E però la tabella dice che se facciamo scelte che hanno significato ma riducono le chance di avere rapporti sentimentali, di vedere gli amici, di riposare, di pregare o di coltivare noi stessi, avremo poca felicità nell’hic et nunc. Come direbbe Rodolfo (che ama la prosa aforistica), ciò non è un problema finché non ti accorgi che tutta la vita è fatta di hic et nunc.

Altre due osservazioni.

  • Conosco donne che, afflitte dall’infelicità, tentano di guarire facendo bambini: la tabella suggerisce che non sia una strategia vincente.
  • A quanto pare, fare sesso con qualcuno è di gran lunga l’episodio migliore di una giornata media. So che è un consiglio banale, ma: fatene molto.

Nessun commento: