21 febbraio 2005

Tema in classe (1)

Titolo. “Le amebe e altri organismi unicellari si riproducono per divisione. Descrivete quali effetti questo metodo di riproduzione avrebbe avuto sulla specie umana.”

Svolgimento

Se ci fossimo riprodotti per divisione, ogni tanto il nostro corpo si sarebbe gonfiato come un pallone e, con un “plop” udibile, scomposto in due individui identici. Fossimo stati vestiti come ora, ciò ci sarebbe costato un vestito buono ma, proprio in vista di questa evenienza, cappe e mantelli sarebbero stati l’abbigliamento abituale.

Gli individui figli avrebbero avuto la nostra dimensione originale, ma metà della massa, e quindi un aspetto molliccio destinato a scomparire con pasti abbondanti. Soprattutto, il loro cervello sarebbe stato la copia del nostro cellula per cellula, e avrebbe conservato le nostre memorie. Più che una riproduzione, sarebbe stata la continuazione di noi in due esemplari! Ciò avrebbe creato qualche difficoltà, come decidere a chi assegnare il posto in caso di divisione in un cinema affollato. Ma i vantaggi per la specie umana sarebbero stati colossali. Ogni esemplare avrebbe avuto, insieme ai ricordi del genitore, quelli di ogni ascendente fino ad Adamo. Perciò:

  1. tutti ci saremmo sentiti in parte la stessa persona, e ci saremmo odiati meno l’uno con l’altro;
  2. ogni generazione avrebbe trasmesso tutte le sue esperienze alle successive, e la scienza sarebbe progredita più in fretta.

Con questo metodo di procreazione la razza umana starebbe già viaggiando nell’iperspazio, comunicando col pensiero e dominando gli altri popoli dell’universo. E’ possibile che in questo momento schiavi alieni penalizzati dalla riproduzione sessuale ci starebbero massaggiando la schiena con l’abilità di dodici mani coordinate da un solo sistema nervoso.

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