10 gennaio 2005

Paradisi a confronto

Molti rimproverano ai musulmani di immaginarsi il Paradiso come un luogo di delizie, dove troveranno soddisfazione eterna per i loro bisogni più bassi. Il Corano descrive il Paradiso come una distesa di giardini immensi, custoditi da guardiani, in cui entra chi ha creduto e fatto buone azioni. I tratti caratteristici di questo luogo sono:

  • cuscini imbottiti su cui i beati riposano;
  • giovani simpatici che servono carni squisite e frutta fresca, presentati con piatti e posate di classe;
  • vino eccellente che si beve senza ubriacarsi e acqua di fonte, entrambi con rabbocco a piacere;
  • donne dagli occhi grandi e dai seni turgidi, non ancora toccate da uomo, ardenti di passione, in numero sufficiente per una rotazione adeguata (72 a beato);
  • Allah che ogni tanto si fa vedere, ma non sta lì tutto il tempo.

Bene, non so voi, ma questa miscela di sesso, alimentazione sana e discrezione del titolare a me piace. Forse è di gusti un po’ semplici, popolari, ma si presume che il Paradiso debba andare bene per tutti. A proposito, potreste chiedervi che accada ai beati donne. Care lettrici, state tranquille: il Corano dice che, dopo la vostra morte, Allah vi perdonerà e vi inviterà a rallegrarvi dei piaceri che i vostri figli maschi godono.

Se non siete convinti, vediamo che offrono i cristiani, secondo i quali il Paradiso consiste nella visione di Dio. Stessimo all’iconografia tradizionale, sarebbe l’osservazione di un vecchio con la barba bianca. Ma i teologi moderni precisano che questa visione è spirituale e beatifica: oggi non possiamo figurarci l’esperienza, ma è sicuro che da morti ci piacerà. Può darsi. Non dubito che Dio voglia ricompensarci. Però, al contrario del Corano, la Bibbia dice pochissimo del Paradiso: perché abbandonarci all’ottimismo?

Ricordiamoci che, nei primi secoli del cristianesimo, Dio premiava i credenti più fervidi col martirio; che, anche oggi, esprime il suo appoggio a un santo riempiendolo di stimmate; che alla Madonna, la sua creatura prediletta, Dio volle dare i dolori del parto senza previe gioie del sesso. Ebbene: se questi sono i favori che Dio distribuisce in Terra, che avrà preparato in Cielo?

Vengono i brividi a pensarci. E una luce brutta cade sul problema teologico del perché Dio abbia stabilito la resurrezione finale dei corpi, invece di tenerci con lui come pure anime. Che i corpi ci possano servire per mangiare o fare sesso in Paradiso mi pare da escludere: l’unica è che Dio ci voglia in carne e ossa per ricompensarci come sa!

Per esempio, il Paradiso potrebbe essere una steppa divisa da steccati concentrici, dove le varie classi di beati riceverebbero trattamenti di intensità calante:

  • i Serafini impalerebbero i beati del primo cerchio;
  • i Cherubini verserebbero cera bollente negli occhi di quelli del secondo;
  • i Troni lustrerebbero con la carta vetrata la pelle di quelli del terzo;
  • le Dominazioni trafiggerebbero con le frecce quelli del quarto;
  • e così via fino all’ultimo cerchio, dove gli Angeli semplici potrebbero tormentare i beati infimi con una canna, ficcandogliela ogni tanto dove fa male.

Dio siederebbe al centro, per essere vicino ai primi cerchi, dove ci sarebbe lo spettacolo migliore. Uno scenario scoraggiante ma compatibile con le riflessioni di Urs von Balthasar, il teologo svizzero che sostenne che l’Inferno non esiste. Ovvio! Come potrebbe un Dio perfetto creare un doppione?

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