“Critica letteraria”: nacque quando un lettore volle dimostrare di avere capito ciò che leggeva (“qui l’autore mette in scena il passaggio doloroso all’età adulta…”). Raggiunse la forma compiuta la sera stessa, quando il lettore ormai lasciava intendere che avrebbe saputo scrivere di meglio.
“Espressione di sé”: scrivere in un libro cose di cui non osereste parlare a cena per paura di annoiare i commensali.
“Ombelicale”: si dice di un testo letterario dove l’autore:
- parla di sé, in modo scoperto o attraverso un personaggio;
- scrive ciò che gli piacerebbe leggere;
- ciò che scrive gli piacerebbe meno se riguardasse qualcun altro.
David Foster Wallace: crede che essere profondi consista nel dire tante cose allo stesso tempo.
Non mi piacciono: gli scrittori che vogliono suscitare la mia ammirazione.
Mi piacciono: gli scrittori che vogliono suscitare il mio interesse.
Poesia moderna: testo in versi dove l’autore descrive il suo nobile spirito.
Lo scrittore bravo: non lascia capire al lettore ciò che sta per dire. Ciò a servizio di quest’ultimo; a differenza del pugile, il lettore è lieto di essere colto di sorpresa.
Lo scrittore cattivo: dice troppo. Non sa che gli esseri umani sono bravi col linguaggio. Possono mettersi davanti a un quadro e non vedere nulla ma, quando leggono, colgono tutte le sfumature del testo, comprese quelle che l’autore non voleva metterci.
Qualsiasi scrittore: crede che l’unico successo meritato sia il suo. Si applica anche ad architetti, avvocati, commercialisti, commercianti, dirigenti, falegnami, geometri, medici, operai, politici, professori, psicologi, pubblicitari, ragionieri, stilisti, ecc.
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