31 maggio 2007

Quanti sono i preti cattolici pedofili?

"Annozero", il programma TV di Michele Santoro, stasera trasmetterà "Sex, crimes, and the Vatican", il documentario della BBC sui preti cattolici pedofili. In studio, ci saranno un difensore della fede (Rino Fisichella), un prete antipedofili (Fortunato Di Noto), un anticlericale (Piergiorgio Odifreddi) e, molto correttamente, l'autore del documentario Colm O'Gorman, che in Italia ha ricevuto accuse poco documentate di mendacio.

Il documentario, che qualcuno cerca di fare passare per un attacco improvvisato e gratuito al Vaticano, ha le sue basi nelle vicende travagliate che negli ultimi anni hanno coinvolto la Chiesa Cattolica negli Stati Uniti e in Irlanda.

Non so che taglio Santoro darà alla trasmissione, ma mi piacerebbe fossero approfonditi i numeri del problema. Quanti sono i preti cattolici pedofili? Sono la stessa percentuale che si trova naturalmente (per così dire) nella popolazione? O sono di più? Ci sono fattori che espongono particolarmente la Chiesa Cattolica a questo problema?

Anche se è difficile trovare dati precisi, il materiale su cui discutere non manca. Ci sono almeno tre motivi, ben noti, per cui la Chiesa Cattolica potrebbe essere molto esposta al rischio della pedofilia.

  1. Selezione avversa. E' possibile che nel clero ci sia una percentuale più alta della media di persone sessualmente disturbate. Per un giovane uomo che medita l'ingresso in seminario, uno dei costi maggiori di questa scelta è la castità. Se ha già sperimentato una sessualità riuscita (etero od omo), il costo della castità gli sembrerà alto. Se invece ha vissuto esperienze sessuali sofferenti o fallimentari, la prospettiva della castità gli peserà meno. Sui grandi numeri, questo fattore può bastare a sbilanciare la composizione del clero nella direzione sbagliata.

  2. Occasioni. Nelle parrocchie i preti sono a contatto coi piccoli. Rispetto ad altre categorie di educatori, hanno anche più libertà di appartarsi. A scuola, un insegnante non ha molte opportunità per portare un bambino in un luogo nascosto. In una casa parrocchiale, l'adescamento è tecnicamente è più facile.

  3. Deterrenti deboli. Un insegnante è consapevole che se molesta un bambino, e viene scoperto, il preside lo denuncerà subito alla polizia (se non altro perché teme di passare come complice o favoreggiatore). Ne seguirà un pubblico scandalo, il pedofilo andrà in galera e la sua famiglia, se ne aveva una, sarà distrutta. Invece, un prete non ha famiglia. In più, è consapevole che se molesta un bambino e viene scoperto, scatterà un processo disciplinare interno che ha come massima pena la riduzione allo stato laicale. Non è esattamente come andare in galera. Inoltre, la Chiesa cercherà di evitare scandali e, se appena possibile, non lo denuncerà alla polizia.

Sui primi due punti non c'è molto da fare. Il celibato è una scelta libera della Chiesa cattolica e di chi vi aderisce. Le parrocchie, data l'assenza di buone strutture pubbliche alternative, sono uno dei pochi posti dove i genitori possono mandare i bambini. Sul terzo, invece, mi pare legittimo che i cittadini ricevano chiarimenti. Stasera guarderò la trasmissione e spero che Santoro faccia a Fisichella o a Di Noto questa domanda:

"Quando un vescovo apprende di un atto di pedofilia, non dovrebbe denunciare subito il colpevole alla polizia? Se non lo fa, e avvia solo il processo disciplinare interno, non lo sta di fatto proteggendo? Non pensa che una vostra prassi di denuncia alla polizia creerebbe un deterrente più forte? Non sarebbe il modo migliore per la Chiesa per dire ai sacerdoti che non ammette la pedofilia al suo interno?"

Confido peraltro anche nella forza del documentario, che ho visto, trovo ben fatto e basterà a chiarire le idee a molti spettatori.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa volta mi trovi daccordo su molti punti.Anche per me la Chiesa dovrebbe essere più severa su questo tipo di reati.Anche se mi accorgo che come punizione togliere i voti ad un prete è un pò come spezzare le ali ad un volatile.
Per quanto rigurada lo speciale di questa serà, so che sarà boom di accuse e condanne e giudizi nei confronti della Chiesa TUTTA, spero che "Mister Santoro" riesca a spiegare che una cosa è la Chiesa e un'altra cosa sono i preti pedofili.Un pò come dire che una cosa sono gli hooligans, una cosa è il tifo calcistico.Ancora più spettacolare sarebbe riuscire a spiegare che chi ha concepito e girato lo speciale non è propriamente un cattolico, ma anzi forse con gli ideali che ha è più vicino al "satanismo", quindi non è propriamente libero da forti pregiudizi.E' 1 pò come vedere uno speciale sulla Lazio, girato da Franco Sensi...
Le tue 3 osservazioni, sono in parte corrette, la prima cammina in pari passo con il pianeta.La seconda è banale, dipende dall'istituto.Ci sono istituti statali dove ti puoi perdere e altri in cui non esistono i corridoi...La terza anche è abbastanza relativa, naturalmente dipende dalle persone.
Va be per adesso vado.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Sia la domanda del titolo che quella nel post sono lecite e di grande interesse, e temo non avranno risposta.

Personalmente credo che tutta la questione, in primis per la sfiducia che nutro negli atteggiamenti tribuinizi tipici di Santoro e poi per il modo in cui viene generamente affrontata la faccenda (oddioddioddio i preti pedofili) sia in ultima analisi controproducente per i laici.

Rompendo la godwin's law prima ancora di iniziare il dibattito vero e proprio, c'è già chi afferma che che il video della bbc si un esempio di propaganda goebbelsiana: "calunnia, calunnia, qualcosa resterà"; vere o meno che siano le accuse o le controaccuse (o se siano uno strumento lecito da usare contro il clericalismo), conoscendo la grana del giornalismo in italia ritengo che il dibattito si limiterà essenzialmente a contestare la forma del documentario e la credibilità dell'autore. Abbiamo un esempio in questo thread.
Intanto, nessuno si chiede come mai quel documentario sia all'attenzione dei media italiani solo ora, dalla pubblicazione nell'inverno 2006 e da un tempo più lungo in cui si parla del "crimen sollicitationis".
Viva la stampa italiana e i grandi giornalisti indiOpendenti.

Ora, io non dubito per un istante che la chiesa possa brulicare di preti pedofili che seviziano bimbi: ma limitarsi al tirare in mezzo la pedofilia di (alcuni) rappresentanti del clero all'interno di quella che sostanzialmente è una campagna anticlericale in un paese pieno di filoclericalismo risulta un boomerang spaventoso.
Il motivo è che essere pedofilo non ha alcun rapporto diretto con l'essere cristiano; se l'essere cattolico laico o prete implicasse da qualche parte la pedofilia ok, ma così non è.
Cconcedo la possibilità qui ben esposta di una correlazione tra celibato dei preti e pedofilia, ma è tutto.
Mi sembra un'arma debole per darla in testa a qualcuno poichè sono e restano casi, anche fossero in percantuale più frequenti.

Santoro, così come molti dei giustamente indignati per la questione, temo mancherà volontariamente o meno il bersaglio giusto limitandosi al materiale, al singolo pedopresbitero, al singolo vescovo non collaborante, col rischio consistente di fare un enorme favore ad antonio socci e baget bozzo legittimando le strida indignate, le accuse di mendacio ed attacco gratuito.

Il problema non sono i preti pedofili. E non sono i vescovi, che seguono le direttive come da diritto ecclesiastico.
Il problema è Papa Panzerfaust che riconferma ed articola in tempi assai recenti la sostanza del "crimen sollicitationis".
Viene detto che il documentario è mandace perchè lo ha fatto prima di ascendere al soglio pontificio, viene detto che non è opera sua perchè la redazione originale è datata agli anni '60.
Ma a quanto sappiamo, ora che ha l'anello, con poteri e superpoteri annessi non ha cambiato le carte.
Il problema è, com'è implicito nella seconda domanda, e la politica che la Chiesa sostiene nel trattare i casi.

Il problema, dico io, è la Chiesa.

S. ha detto...

Ma tu ritieni corretta la riservatezza sia per le presunte vittime che per i presunti carnefici almeno fino alla definizione dei fatti?

Visto che le cronache ci presentano come orchi persone che con ogni probabilità non lo sono non è corretto il modus operandi di mantenere il secreto fino alla definizione del giudizio?

cktc ha detto...

Angelita, io sono contenta che il tuo post contribuisca a parlare di un problema che la Chiesa nasconde da anni con tanta ipocrisia.
Per le domande che hai fatto sul celibato, io penso che il problema si deve porre alla rovescia. Quelli uomini non diventano pedofili dopo essere entrati negli ordini, dopo essere diventati maestri, dopo essere diventati educatori per bambini, ecc., lo sono prima e consapevolmente vanno verso i mestieri in contatto con i bambini, i luoghi frequentati da bambini (chiesa, scuole, ecc). E quelli non credono in niente, sono solo dei malati impostori. Ed è quello che non capisco: perché la Chiesa li protege mentre quelli uomini fanno finta di interessarsi alla religione e mentre dovrebbero essere curati?

Anonimo ha detto...

LoForestieroProlisso: sono d'accordo che sarebbe stato controproducente, e comunque ingiusto, fare della pedofilia di alcuni sacerdoti un argomento anticlericale. Allo stesso tempo, la Chiesa nel suo insieme, e i suoi dirigenti in modo particolare, sono responsabili per il modo con cui affrontano il problema. Questo era il taglio del documentario, ho cercato di seguirlo anch'io e fortunatamente l'ha seguito anche Santoro ieri sera. Fra l'altro, ha iniziato la trasmissione facendo la mia domanda; poi ha pure tirato in ballo il problema dei numeri. Sono stata molto contenta di lui. :-)
Stefano: no, penso che la priorità sia la denuncia alla polizia. Tieni conto che un pedofilo può avere molte vittime, può essere legato a una rete di complici, ci possono essere testimoni da cercare e da interrogare, insomma c'è la necessità di fare indagini serie e andare a fondo. Ci vogliono i mezzi della magistratura e delle forze dell'ordine. Quanto alla riservatezza, ci sono norme anche nel nostro ordinamento, soprattutto a tutela dei bambini.
Cktc: è vero, temo che il quarto problema di cui parli (pedofili che scelgono deliberatamente di fare il prete o l'insegnante per trovare vittime) sia reale. Nella trasmissione di ieri sera c'era persino un prete che scriveva un manuale di adescamento.

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

ricambio la visita: mi pare che tu ponga domande nel tuo articolo alla quale la trasmissione non ha risposto.
è vero,all'inizio è stata posta la questione dei numeri, ma alla risposta di fisichella (ci sono pedofili in tutte le religioni, ebrei, protestanti, cattolici) l'argomento è stato fatto cadere.
ipazia

Anonimo ha detto...

E' vero, per esempio mi sarebbe piaciuto sentire parlare della questione dei deterrenti.
E però il punto che mi stava più a cuore - la denuncia dei pedofili alle forze dell'ordine - è stato in campo tutto il tempo. Il documentario lo ha riproposto più volte, le vittime in studio ne hanno parlato (vedi il vescovo Magnago che le invitava "a dimenticare") e lo stesso Odifreddi, che in effetti non è stato un fenomeno di lucidità, alla fine ha detto la cosa semplice che bisognava dire: che la pedofilia è un reato comune, spetta alla magistratura, è assurdo che la Chiesa pensi di avocare a sé i processi.
Sui numeri c'è stato un passaggio un po' confuso. Santoro ha detto qualcosa come "se i dati dicono che i preti sono l'1% dei pedofili italiani, e sono solo 50.000, allora vuol dire che sono mille volte più della media". E' un calcolo scorretto (se i preti sono un centesimo dei pedofili e un millesimo della popolazione, la sproporzione è a fattore 10), ma almeno l'idea che ci sia qualcosa che non va nel clero Santoro l'ha proposta.
E comunque: rispetto all'informazione italiana "pretofila" (onore a Vauro) cui siamo abituati sembrava di stare in un altro paese.

Anonimo ha detto...

Che gran cosa vedere dei giornalisti che fanno delle domande scomode a un pretastro! Ché io mi ero disabituato, mi ero.

Anonimo ha detto...

Christian: io neanche mi ricordavo quando fosse stata l'ultima volta.

Anonimo ha detto...

Da cattolico posso confermare che alle volte la deferenza verso i preti e la chiesa è veramente irritante.

Stando al tema, secondo la mia opinione il video mi pare forzato in molti punti, generando molta confusione.

Per primo questo famoso Crimen Sollicitationis. E' un documento di 73 articoli e tratta dell'abuso del confessionale per avere favori anche di tipo sessuale da parte di donne adulte. Parla dell'omossualità e pedofilia solo al 73° paragrafo. Stabilisce le norme per istituire i processi ecclesiali. Fu approvato da Papa Giovanni XXIII. Su questo punto le parti scottanti sono:
- la segretezza: Penso che sia stata fatta a tutela di tutti, visto gli aspetti molto delicati e (ricordando sempre che il documento è stato pensato per il problema dei preti che vanno con le donne) Si giura di mantere il segreto, pena la scomunica. Importante cosa: vittima e testimoni sono tenuti al segreto, ma non incorrono nella scomunica. (scritto anche su Wikipedia)e nulla impedisce loro di rivolgersi alle autorità civili. L'esclusività della Congregazione per la Dottrina della Fede vige soltanto per i tribunali ecclesiastici. Quelli civili procedono per loro conto, come vogliono.
Le sentenze e le pene poi, sono per loro natura manifeste (avvengono per decreto).

Insomma, il documento mi sembra pensato per rimediare al problema, non per coprire.

Nel 2001 Ratzinger ha emanato un nuovo documento, che sull'indicazioni di Papa Giovanni Paolo II, aggiornava la materia, anche alla luce dei nuovi codici. E lo faceva divenendo più severo e prolungando i termini di prescrizione.

Il documentario cercava di coinvolgere Ratzinger, ma mi è parsa una cosa molto forzata.

Che il taglio sia anticlericale, mi pare palese e non aiuta a capire meglio le cose ed procedere alla discussione.

Anonimo ha detto...

Giorgio, credo che, più che anticlericale, il taglio del documentario fosse anticattolico (gli inglesi non sono teneri con i "papisti"). Venendo a noi.
1) Non vedo forzature sulla Crimen Sollicitationis. E' vero che il documento è pensato innanzi tutto per i preti seduttori, ma di fatto è quello che la Chiesa Cattolica ha applicato fino a tempi recenti anche ai preti pedofili. Il documentario è sui pedofili e quindi non c'erano altri documenti di cui parlare.
2) Sulla segretezza, credo che bisognerebbe distinguere le intenzioni che muovono le disposizioni della Chiesa e i risultati. I risultati li conosciamo: la riservatezza delle vicende ha favorito i pedofili, che sono sfuggiti spesso all'autorità giudiziaria e, molte volte, hanno potuto continuare la loro "attività" nelle parrocchie dove i vescovi li trasferivano. Quanto alle intenzioni, pensare che non ci fosse anche un desiderio di proteggere la Chiesa dallo scandalo mi pare un'ingenuità.
3) Ratzinger: non è peregrino tirarlo in ballo. E' stato per vent'anni capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, cui fanno capo i procedimenti disciplinari sui sacerdoti. Oggi è papa. Ha avuto ed ha i poteri per promuovere una politica della Chiesa diversa: stroncare i pedofili (per esempio, denunciandoli alla polizia invece di trasferirli di parrocchia) e aiutare le vittime (pensa al caso del bambino brasiliano citato nel documentario). Non ha mai fatto nulla. Noi laici in casi simili parliamo di "responsabilità manageriale". Voi cattolici dovreste avere il "peccato d'omissione".
4) Il documento del 2001: lo conosce qualcuno? Mi sembra segreto anche quello. Ha portato una politica diversa della Chiesa? E, come cattolico, cosa pensi dei vescovi che trasferiscono i preti pedofili invece di denunciarli? E' accaduto dopo il 2001, come appunto rivelava il documentario.

Anonimo ha detto...

Non ho purtroppo visto il documentario (ho un'antipatia storica per Santoro, che era partito come serio giornalista d'inchiesta e poi, nel tempo, ha finito col sembrarmi una versione sinistrorsa di Emilio Fede). Tra l'altro conosco pochissimo l'argomento. Ma, avendo letto post e commenti, mi vien spontanea una domanda: il vescovo che viene a sapere del crimine del parroco e non lo denuncia, e anzi lo aiuta a imbrogliare le carte e lo protegge, non si rende colpevole del reato di favoreggiamento (o, nei casi più gravi, di complicità?).

Anonimo ha detto...

Davide, mi sono posta anch'io la domanda. Senz'altro non si applica il reato di "omessa denuncia", che riguarda solo i pubblici ufficiali. Quanto al reato di "favoreggiamento", dalle mie ricerchine risulta che il silenzio o la reticenza sono ritenuti favoreggiamento solo quando intralciano indagini in atto (esempio, dichiarazioni reticenti alla polizia).
Volendo, un magistrato d'assalto potrebbe lavorare su questa idea: lanciare una maxi-inchiesta sui preti pedofili e mandare la polizia a interrogare tutti i vescovi italiani. In quel caso sarebbero tenuti a parlare. Ma ci possiamo immaginare cosa farebbe il ministro della Giustizia al magistrato in questione.

Anonimo ha detto...

Si, Angelita, forse è più giusto anticattolico, o addirittura antipapista.
1) E' vero che la Crimen Sollicitazionis è quella che poi è stata applicata ai casi di pedofilia. Però è poi decaduta nel 2001 con il De delictis gravioribus di Ratzinger. Penso proprio perchè era inadeguata, diventando il problema della pedofilia più cocente. Ma quello che comunque emerge anche poi dalla trasmissione di Santoro (ma non dal documentario di Panorama) è che il documento sia corretto, cioè fornisca un modus operandi che ha il fine di perseguire i casi. Lo scandalo sarebbe stato se il documento, dopo l'incipit di riservatezza, avesse scritto: bisogna far sì che i preti colpevoli possano essere nascosti,aiutati, coperti. Questo, a mio modo di vedere, francamente non c'è. Inoltre non c'è veramente scritto da nessuna parte che una vittima non possa rivolgersi alle autorità civili. Però il documento dava istruzioni sull'iter ecclesiastico.
2)Il desiderio di proteggere la chiesa penso che ci sia. È chiaro che questa pubblicità si cerca di evitare. Tuttavia in molti casi i vescovi hanno denunciato alle autorità giudiziarie i preti. Lo ha detto anche Mons. Fisichella nella trasmissione di Santoro: alcuni vescovi hanno anche pubblicato su internet i nomi dei pedofili denunciati. Sicuramente qualche vescovo sarà stato anche maldestro nel risolvere la cosa, pensando che allontanando il prete la cosa potesse essere risolta. In questi casi però non credo che ci fosse la volontà che questi potessero agire ancora senza che fossero disturbati.
3) Ratzinger. Il problema che Ratzinger su questa cosa è un'interventista. A detta di tutti nell'ambiente cattolico, fin da prima dell'elezione, non ha mai fatto sconti. Tanto è vero che ha subito anche critiche perchè secondo qualcuno non era abbastanza garantista verso la presunta innocenza.
4) Il documento del 2001 è stato pubblicato sulla raccolta vaticana e si trova anche su internet(http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20010518_epistula_graviora%20delicta_lt.html) Ha indicato quali sono stati i cambiamenti nella legislazione. Che è diventata più efficace e severa. Inoltre ha prorogato i tempi di prescrizione, rendendo perseguibili più a lungo i reati.

Anonimo ha detto...

Giorgio, vedo che ci capiamo poco. Riprendo solo alcune cose.
1) Difendi la Chiesa da un'accusa gravissima (deliberata copertura) che nessuno ha mai fatto. L'accusa è: per evitare scandali, avere cercare di troncare e sopire invece di (a) denunciare tempestivamente i pedofili alle autorità (b) aiutare le vittime.
2) Hai seguito male. A precisa domanda di Santoro "Lei conosce vescovi che hanno denunciato pedofili alla polizia?", Fisichella ha risposto "Sì negli Stati Uniti", dove però è obbligatorio. E ci sono miriadi di casi dove i vescovi americani comunque non l'hanno fatto (questo spero sia un fatto noto). Si è parlato di un altro caso dove Fisichella si è detto ben contento che le vittime abbiano denunciato un certo indifendibile prete pedofilo del Centro America. Le vittime.
3) Le voci del mondo cattolico sul papa non sono voci oggettive. E comunque il punto è la denuncia alle autorità pubbliche, non i "severi" processi interni che non comportano galera né altre pene. E non mi sembra che Ratzinger sia stato molto severo verso il cardinale di Boston, che se ne sta a Roma con onori e prebende.
4) Non parlavo di questa lettera che, per quanto riesco a leggere, dice solo che i casi di pedofilia ("cum minore") sono riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Io vorrei sapere che procedura segue ora la Congregazione e se ci sono innovazioni rispetto a quella della C.S. In particolare se invita i vescovi a denunciare i pedofili alle autorità. Se no siamo al punto di prima.