A volte si dice che donne e uomini parlino lingue diverse e discutano senza capirsi. Ciò causerebbe equivoci, litigi, sospetti e quel distacco reciproco che sorge nelle coppie col tempo (cioè dopo che i partner si parlano molte volte). John Gray difende questa tesi in Men are from Mars, women are from Venus, libro popolarissimo negli Stati Uniti, dove paragona donne e uomini a razze di pianeti lontani, che vengono in contatto, si piacciono, decidono di vivere insieme ma non comunicano mai per davvero.
Il libro di Gray dà consigli pratici per la vita di coppia basati sul principio di cogliere i bisogni speciali dell’altro sesso. Per esempio, dopo avere descritto la personalità maschile, Gray invita le donne a non insistere quando a noi uomini non va di parlare, a fidarsi che ci curiamo di loro anche quando non abbiamo l’aria di farlo, o a scusarsi dopo che ci dicono cose spiacevoli (Gray dedica il libro alla moglie).
Secondo Gray la carenza di comunicazione fra i sessi è davvero evidente, se riflettiamo sui dialoghi più classici delle coppie:
Lei: Ah, povera me, questa casa è un disastro…
Lui: Eh?
Lei: Quante cose dovrei sistemare! Guarda: il tappeto, gli armadi…
Lui: Mah..., a dire il vero, a me sembra vadano bene.
Lei: Non ho mai tempo, arrivo alla fine della giornata e mi pare di non avere combinato nulla!
Lui: Che dici? Ma se sei bravissima! Io non saprei mai fare quello che fai tu!
Lei: Mi sento così… infelice.
Lui: Ma no! Dai… ti serve solo un po’ di riposo.
Lei: E poi…
Lui: Poi cosa?
Lei: …tu non mi ami più!
Lui: Ma amore! Lo sai che ti amo! Tanto!
Lei (tace).
Lui: Te lo dico sempre!
Lei: Sì, però, non so…
Lui: Non so cosa?
Lei: Non usciamo mai…
Lui: Che dici? Siamo usciti tre giorni fa!
Questo dialogo è frustrante per entrambi: lei sente di parlare con un uomo insensibile, lui con una donna irrazionale. Gray dice che ciò capita perché le donne esprimono emozioni, tentando di inviare messaggi che superano i significati delle parole. Con “Questa casa è un disastro”, le donne intendono “Curare questa casa è dura, e a volte mi sembra di capitolare. Oggi sono stanca, ma il dovere mi incalza. Amore, dammi una mano!”.
Gli uomini, invece, parlano per informare e si fermano ai contenuti letterali. Per loro, “Questa casa è un disastro” significa che la casa è nello stato in cui potrebbe essere dopo un’alluvione. Se ciò non corrisponde a quanto vedono si meravigliano e provano a riportare la donna alla realtà. La donna, a sua volta, non si accorge che l’uomo ha frainteso e immagina che tenti di svalutare le sue emozioni. Ciò causa molta sofferenza inutile.
Secondo Gray, se gli uomini capissero la lingua delle donne sarebbero felici di aiutare e i dialoghi prenderebbero un’altra strada:
Lei: Questa casa è un disastro! (= Curare questa casa è dura e a volte mi sembra di capitolare. Oggi sono stanca, ma il dovere mi incalza. Amore, dammi una mano!)
Lui: Mmmh, capisco… ehi, che dici se porto il tappeto in tintoria?
Lei: Caro! Grazie!
oppure:
Lei: Non mi ami più! (= Oggi mi sento sola e insicura, il tuo amore è prezioso, così prezioso che ho paura di perderlo. Ho bisogno di rassicurazioni.)
Lui: Mmmh, senti… io ti amo, lo sai.
Lei (tace).
Lui: Anzi, ti amo tanto che… (ride) ho due biglietti per andare a teatro domani! (non è vero, ma poi se li procura di nascosto).
Lei: Eh? Davvero?
Lui: Sì!
Lei: Oh…
oppure:
Lei: Non funziona mai nulla! (= Di solito le cose funzionano, ma oggi tutto va storto e vorrei abolire il mondo. Perché non mi abbracci e fai l’uomo tenero?)
Lui: Mmmh, certo… vieni, amore, siediti qui con me…
Lei (si siede subito).
Se le coppie parlassero così lei si sentirebbe apprezzata, lui un bravo ragazzo e, anche se Gray non lo dice, i dialoghi si concluderebbero a letto.
Purtroppo, ciò è inverosimile. I messaggi indiretti sono un fenomeno normale del linguaggio e vediamo tutti i giorni gli uomini inviarli e decodificarli senza sforzo. Il capo che dice “Franco, è un’ora che la aspetto!” esprime un’emozione (“Questo ritardo è lungo e mi offende. Sono irritato, attendo una spiegazione”). Franco di solito capisce, e non dice “Sono 50 minuti”.
E’ vero che gli uomini potrebbero perdere in perspicacia quando i messaggi vengono dalle donne. E però prendete il primo dialogo, quello all’inizio: se scambiate le frasi di lei con i significati nascosti, senza toccare le risposte di lui, non vi sembra che queste ultime conservino una coerenza mirabile?
Lei: Curare questa casa è dura e a volte mi sembra di capitolare. Oggi sono stanca, ma il dovere mi incalza. Amore, dammi una mano!
Lui: Eh?
Lei: Quante cose potresti sistemare! Guarda: il tappeto, gli armadi…
Lui: Mah..., a dire il vero, a me sembra vadano bene.
Lei: Ho troppi impegni, non ho tempo per pensare, la vita è sabbia che mi sfugge dalle mani. Odio sentirmi così. Vorrei rallentare, e che tu ti prendessi qualche peso.
Lui: Che dici? Ma se sei bravissima! Io non saprei mai fare quello che fai tu!
Lei: Questa conversazione mi avvilisce. Non posso reggere se tu fai così... Affondo nella palude, afferrami, prima che sia sommersa!
Lui: Ma no! Dai… ti serve solo un po’ di riposo.
Lei: E poi…
Lui: Poi cosa?
Lei: … oggi mi sento sola e insicura, il tuo amore è prezioso, così prezioso che ho paura di perderlo. Ho bisogno di rassicurazioni.
Lui: Ma amore! Lo sai che ti amo! Tanto!
Lei (tace).
Lui: Te lo dico sempre!
Lei: Sì, però, non so…
Lui: Non so cosa?
Lei: Potremmo uscire. Mi piace quando lo facciamo. Mi rilasso, sento che tu ti occupi di me. Perché non mi porti fuori, stasera?
Lui: Che dici? Siamo usciti tre giorni fa!
Concludo che l’uomo afferra le esigenze della donna e sceglie di ignorarle, perché incompatibili con le sue. A sua volta, il sentirsi trascurata della donna è del tutto appropriato. Con buona pace di Gray, la comunicazione fra i sessi funziona. Al massimo ci si può chiedere perché la donna non parli in modo aperto, ciò che renderebbe imbarazzante all’uomo servirsi di quelle risposte. Ma forse poi per lei sarebbe peggio sentirsele dire lo stesso.
20 commenti:
Carino che a scrivere questo sia Nicola, un maschio insomma:)
In effetti hai perfettamente ragione: l'uomo capisce benissimo, è che non ha alcuna voglia di occuparsi di lei né aiutandola, né coccolandola, né amandola, né portandola fuori o facendo qualcosa insieme..
E lei non ha il coraggio di parlare chiaro, anche se non servirebbe a niente. Forse si potrebbero fischiare, così ognuno immagina dell'altro quello che vuole...:)
Anch'io non sono d'accordo con Gray. Nella mia esperienza, per quel che può valere, l'interpretazione del sottotesto è una capacità a disposizione di entrambi i sessi. La mia sensazione è tuttavia che uomini e donne adoperino il sottotesto in maniera differente. I primi nell'ambito di rapporti di potere e di tipo negoziale, mentre le donne anche (e forse soprattutto) nella sfera affettiva. Dove, invece, gli uomini vogliono soprattutto una cosa: campare tranquilli e non aver rotture di balle. La donna che sia "signora in salotto, casalinga in cucina e puttana a letto" (e, soprattutto, non rompa le scatole più di tanto) è ancora in cima ai desideri della gran parte degli uomini che conosco io.
Dopodiché, parlando da uomo (e in prima persona) spesso il mio rifiuto di interpretare il sottotesto espresso da una donna significava semplicemente: "quando sto qui, nell'ambito della sfera affettiva, voglio spegnere il cervello, dunque non mi va di fare lo sforzo d'interpretare il tuo sottotesto. Se vuoi una cosa, devi dirla esplicitamente, e non farla passare come una tua esigenza affettiva ma passare attraverso un negoziato per ottenere quello che desideri".
E se il bello del gioco fosse proprio questa incomunicabilità, questo eterno dubbio se il tuo pensiero dall'altra parte sarà stato recepito e soprattutto come...?
@ldc, non vorrei dire una banalità, ma sta di fatto che la stragrande maggioranza di maschietti e femminucce trova questa incomunicabilità un bel po' stressante...
Enrica: esattamente. L'uomo non fa non perché non capisce ma perché non ha voglia di fare. Ciò che è davvero inspiegabile è perché una donna, a volte, continui a insistere invece di cercarsi un altro.
Davide: esattamente. L'uomo fa più volentieri ciò che gli viene chiesto espressamente: per quello, fra l'altro, spesso i maschi sono buoni lavoratori.
Ladra di caramelle: è un'incomunicabilità fittizia. La donna non so, ma l'uomo fa solo finta di non recepire.
Noi donne spesso parliamo con allusioni, è più forte di noi, questo da il vento al mulino di certi uomini che fanno finta di non recepire ;-)
Cmq non tutte le copie vivono quell'incomunicabilità, non sono d'accordo. Che viviamo su due pianete diverse, si, è vero (mars et vénus, oui!). E' la diversità che fa il fascino della relazione tra uomo e donne.
Cktc, è vero, non tutte le coppie.
Bello "dare vento al mulino", comunque. Qui diciamo "portare acqua al mulino". E' buffo scoprire questi adattamenti locali dei modi di dire.
Anche in francese si dice "donner de l'eau au moulin de quelqu'un"... ma volevo fare la spiritosa (smiley che arrosisce) parlando cmq in un modo molto serio!
Coppie con due p? ;-) come pazienza + pace
Cktc, hai fatto bene a precisare. Sennò andavo in Francia a parlare di vento e mulini e mi guardavano strano.
Nicola, su questo blog:
http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/
ci sono molti post interessanti sulle teorie che ipotizzano una differenza radicale tra uomini e donne sul piano linguistico. Digita "women" nello spazio "search".
Grazie, conosco quel blog. Ho fatto la ricerca e ho trovato ciò che mi aspettavo: critiche acute e ben dcoumentate alle presunte differenze "radicali" fra donne e uomini.
Nicola, sai? la tua domanda è intelligente e logica. Ti posso dare una risposta: semplicemente, lei gli vuole bene. O ne è innamorata, o tutte e due le cose.
Quindi spera sempre che la cosa cambi, che lui un po' cambi, che si avvicini a lei. Perché lei sa perfettamente che lui ha capito, agli inizi no, il dubbio c'è, ma poi lo sa con chiarezza: semplicemnte, non ha voglia. Come dice uno del commento sopra, lui non vuole farsi rompere.
Lui ogni tanto dà un po', tanto per darle il contentino, e lei se davvero gli vuole bene se lo tiene così, col contentino quando va bene, è sempre un po' frustrata ma pensa che lui poverino è fatto così! Lei spera che pezzettino per pezzettino lui si decida a esserci per lei, almeno ogni tanto, tutto. Lui pensa le dò qualcosina, così smette di scocciare con le continue finte-richieste. Tanto lo sa che sono finte richieste o finti bisogni che vogliono solo dire: ci sei? What should I do to get me love me? What should I do to get me heard.
E' di base un anaffettivo, in fondo un asociale, quello che fa il sordo, un egoista, è sociale e simpatico solo se va a caccia, e poi è meglio non rompere troppo perché alla fine l'uomo è essenzialmente un egocentrico e le richieste lo scocciano. Uffa che noia.. Lo annoiano. E magari se ne trova un'altra, lui se la trova non lei se lo trova!
Anche le richieste sessuali (altro che puttana a letto!). Va bene tutto, ma se parte da lui. Se lei è una preda, e sconosciuta. Così ci si fa le fantasie.. Ma se è una moglie proprio no. Non i primi due anni, no, dico quando la situazione è stabile.
Ma in fondo, diceva una mia amica: Ciccio per Ciccio mi tengo Ciccio. Che tradotto è: sono tutti troppo simili, allora mi tengo il mio e non cambio!
E se invece una scoprisse che saranno simili, ma almeno a cambiare ci si diverte?:)
Almeno c'è varietà...
p.s. rileggendo il post: quando lei è chiara, che poi chiara ci diventa, si sente dire: mi voglio fare la mia vita. Oppure: mi va di vivere così. Non ho alcuna voglia di dare questo, la sera è la mia, la domenica è la mia ecc. Oppure lui sfugge, fugge.
Insomma, è molto brutto sentirselo dire e vederlo fare. Hai ragione tu.
Enrica, non saprei. In realtà, sono più bravo a fare le domande che a dare le risposte. Comunque, tutta la tua analisi, spietata, mi pare piena di verità.
Potrei solo aggiungere che la comunicazione aperta è sempre coinvolgente e, in qualche modo, dolorosa. Vedo spesso coppie che, nel tempo, si creano la loro neolingua per parlare di qualunque cosa senza parlarne per davvero, e vivere più tranquille. La realtà è esattamente quella cosa che non si ama sentirsi dire.
Il "Ciccio per Ciccio", comunque, si può anche ribaltare ("Ciccio per Ciccio, mica male quel Franco").
esatto Nicola, sul Franco dico..:) Almeno a cambiare c'è varietà, e poi magari Franco non è male..
Sul parlare sono gli uomini che di solito non vogliono parlare. Perché parlare vuol dire sempre in qualche modo incontrarsi, magari anche per lasciarsi, ma incontrarsi. La realtà è verità, magari contradditoria ma verità, e la verità diceva la canzone che fa male. Noto però, dico per vita vissuta, che gli uomini sono quelli che non vogliono comunicare e parlare. Vogliono lasciare nel vago. ma perché? perché in realtà non vogliono incontrarsi? Che senso ha stare anni con una donna per non incontrarsi mai? Due monadi..
E sai perché molte coppie comunicano nel vago o nel trasferito o nel simbolico o parlano di tutto, meno che di quello di cui dovrebbero parlare? Per non toccare sostanzialmente lo status quo. C'è sempre uno dei due a cui la situazione in fondo non è conveniente: è quello che vorrebbe parlare di più. A meno che non faccia eccessivamente male, ovvio.
Ma a un certo punto, anche quando fa malissimo, la donna del tuo post dice: ma perché sto qui a soffrire senza risolvere niente? la situazione non è conveniente. Mi fa soffrire inutilmente. Meglio vedere che succede se si smuovono le acque.
E' il lui della situazione non vuole assolutamente parlare, fugge e sfugge con mille scuse, dalle plateali "sono stanco" e "oggi no, ho lavorato troppo" (ma è sempre stanco e ha sempre lavorato troppo, sabato e domeniche incluse) ai "non lo so" "non me la sento" (cose ancora più sfuggenti e alle quali non si oppone niente: se uno non se la sente, poverino, non è che gli si mette la pistola alla tempia..) e così via: perché a lui non fa comodo, o non sta bene ma non sta neanche troppo male, oppure non è disposto a dare di più, oppure ha altre storie nascoste e allora meglio svicolare e staresene quatti quatti, oppure non vuole affrontare la situazione perché dovrebbe risolvere delle cose che non gli va di risolvere, oppure se la tiene quella donna del post solo per il momento, in attesa di qualcosa di meglio.
Spietato? E' la realtà che è spietata. E bisogna farci i conti.
Ma non è che si può passare sempre per Ciccio, Franco, Carmelo, Mattia, Mario ecc fino a tutte le lettere dell'alfabeto. Si sa, due si mettono insieme per amore o passione, e ci sono delle responsabilità. la più grande è quelal di far star bene l'altro: la felicità è una cosa personale, ma la disponibilità, la serenità e una ragionevole sicurezza magari sono cose che si dovrebbero mettere a disposizione. Altrimenti si sta da soli...
C'è chi vuole stare insieme facendo assolutamente i cavoli propri in tutto (cioè, come dice davide l. malesi del commento prima, non vuole scocciature, e anche la richiesta di sesso o affetto o condivisione è una scocciatura!).
E' come a dire voglio convivere ma in due case separate!:)
Stare insieme facendo i cavoli propri è una contraddizione in terminis, e convivere in due case separate pure. Io vedo che sono gli uomini a fare così, anche se l'incapacità a una corretta comunicazione è di tutte e due.
Anche nel post, chi vuole più vicinanza è lei, aldilà che la esprima e la veicoli bene o male.
E' lui che sfugge e fugge. E' lui che si nega, fingendo di non capire.
Enrica, dici cose sagge in cui, credo, possiamo riconoscerci un po' tutti. Sento solo il bisogno di fare un paio di distinzioni (e qui, nonostante il tono del post, difenderò un poco gli uomini).
1) Fra il dialogo che serve a comunicare e il dialogo che veicola richieste. Ci sono uomini che diventano silenziosi a furia di vedere che i discorsi, anche quelli su che tempo farà domani, finiscono sempre in una richiesta o un giudizio di lei verso di lui. Di per sé, gli uomini sarebbero chiacchieroni quanto le donne. Se tacciono, in genere è per difesa.
2) Fra le richieste di vicinanza e le manifestazioni d'insicurezza. Ci sono uomini che diventano insofferenti a furia di vedersi sottoposti a richieste di conferma o a verifiche ansiose di lei sul fatto che i sentimenti iniziali non sono mutati. Le donne sicure di se stesse spesso aiutano gli uomini a essere più vicini e affettuosi. E fra l'altro comunque i sentimenti mutano (in lui e in lei).
Ma, certo, sono cose complicate e ogni coppia poi ha la sua storia. Non pretendo di fare generalizzazioni.
Nicola, anche tu dici cose saggissime! che
1) colpevolizzare ammazza la comunicazione
2) mettersi sul piano della vittima o della needy ammazza la comunicazione (e spegne l'erotismo)
Ti posso dire però che talvolta, anche se queste 2 cose sono risolte, lui non vuole parlare/comunicare ugualmente: la base è che vuole farsi i cavoli propri. Non vuole scocciature, non vuole un amore ma vuole un punto di riferimento, un punto d'appoggio affettivo e, perché no, pratico.
La donna dopo un po' diventa, nella sua testa, comoda. Sa che lo ama. E sa che non lo tradisce. E quindi lui se ne approfitta: perchè "pagare" quello che può avere a pochissimo, o del tutto gratis? Dà il minimo per tenerla legata, non per renderla contenta e non per rendere entrambi contenti insieme: lui è contento avendo tanto e dando pochissimo o niente! Tanto perché credo sia molto lusinghiero sentire e capire che una donna ha voglia e bisogno di te, e che dia un sottile piacere negarsi!
Quanta più suspence ed erotismo in una gran mignotta, che gioca al gatto e il topo, che ti costringe a te a chiedere, magari provocando in te un pizzico di sano masochismo, ecc! La donna del tuo post magari annoia o scoccia ma non farebbe mai male intenzionalmente al suo uomo. L'altra se ne frega! E tu devi sudare 4 camice per renderla non dico felice, perché lei parla pochissimo ed è sempre cool oppure sempre felice, per se, da sola intendo, senza di te, dicevo non dico felice, ma per stare a livello, per essere all'altezza: la chiamo la sindrome del maschio e dell'ape regina.
La base, credo, è sempre farsi i cavoli propri: per paura forse, per incapacità, forse: ma, più spesso, per una *sicurezza incredibile in sé* e un *narcisismo di fondo*, che fa sì che spesso questi tipi siano anche di successo, e tra successo, soldi -- e magari sono anche piacioni, cioè bellocci -- e tutto, se non è lei è un'altra! ne trovano, intendo dire. Qui a Milano, per esempio, c'è una bella caccia all'uomo danaroso o ben posizionato, anche non libero (che importa? si libera..). La ratio fra uomini e donne è così sbilanciata, ci saranno almeno 10 donne per ogni uomo. Facico per dire, quello che vedo in giro..
Per molte persone le donne sono intercambiabili, anche dopo anni insieme. L'importante non è chi sono loro, le donne, l'importante è quello che gli uomini ci possono prendere da loro, o da altre.
L'importante sarebbe la relazione, certo, ma abbiamo visto nel post che la relazione è insoddisfacente per entrambi (per lei di sicuro perché chiede, per lui è una scocciatura passeggera, lei prima o poi si stancherà di chiedere, oppure lui risolverà razionalmente tutto: le metterà una donna che l'aiuti, per esempio).
Un'ultima cosa: anche quando lei avrà capito che vittimizzarsi e stabilire un dialogo sul "negativo" -- non va questo e non va quell'altro -- nuoce anche a lei, e in specie nuoce alla relazione, ti assicuro che la base rimane: il tipo del post dà pochissimo perché spesso è la sua natura, il suo carattere, e troverà sempre una donna che gli darà moltissimo "pagandola" pochissimo, per una legge semplice: *L'avaro trova sempre il super-generoso, perché è quello che paga meno in assoluto!*. E lei troverà sempre l'avaro "da redimere", da far guarire col suo amore. I due sono complementari.
Quando lei si accorgerà che è una scema perché lui sta benissimo così, avrà imparato ad amarlo e magari ci soffre, ma ci sta insieme. Sai quante donne sono nella situazione del post? In pratica quasi tutte quelle che conosco personalmente!
Note alla tua risposta 1) A proposito di sentimenti che mutano: quelli del post sembravano una coppia collaudata, dopo i primi due anni circa, insomma. I sentimenti avrebbero dovuto mutarsi in amore, e in progetti, in qualcosa di più: altrimenti, ancora una volta, che ci si sta a fare insieme? E' passato il tmmpo dell'alleanza politica ..
Si può stare insieme per tanti motivi, il più ovvio è soldi, ma allora la donna non avrebbe necessità di comunicare se fosse per soldi (o per ragioni sociali). Ne vedo tante di mature coppie così, ma infatti vivono mediamente infelici nei loro mondi separati e neanche vogliono comunicare se non *comunicazioni di servizio*: comunicare che? Al massimo è: hai ripreso la macchina dal carrozziere? Dovremo fissare le vacanze. La prendi tu Chiara a scuola oggi? E così via.
2) Se lei è insicura, beh c'è l'insicurezza insita, cronica, e allora si va anche dal terapeuta, oppure è insicura di lui e/o del rapporto. Mi è capitato di dormire e allungare ogni tanto il braccio, di notte, nel sonno, per sentire se il mio amato bene era andato via nottetempo. Avevo scoperto dopo anni che era uno che se ne andava nottetempo, anche perché l'aveva anche materialmente fatto una volta, ed era una cosa bruttissima, ti assicuro! Da spaccarti il cuore. L'insicurezza viene, viene. Dipende *anche* dalle condizioni.
E' assai difficile stare in sé, al di fuori e aldilà di ogni relazione sociale (anche con genitori o figli), che nessuno può toccarti e qualsiasi cosa accada tu dipendi emotivamente solo ed esclusivamente da te. E' anche innaturale, secondo me. Che ne pensi? A meno che tu non sia monaco zen, e anche in quel caso ci sono sempre disagi, magari con i compagni del convento. (così' diceva un mio amico monaco zen per 15 anni)
C'era una mia carissima amica che diceva: il segreto è scoprire che abbiamo tutti bisogno l'uno dell'altro, senza approfittarsene. Mi sa che quell'uomo del post ancora non lo sa, o se lo sa pensa di poter fare il furbo.
Chi sa quando lei incontra Franco lui che dice?:)
ma è vero che chiudete? ma perché? Io vi ho scoperto tardi, quando mi avete scoperto voi, ma siete bravi e spiritosi, avete tante cose da dire e molti lettori, che senso ha chiudere ora?
Enrica, è difficilissimo parlare di questi temi senza cadere in generalizzazioni della propria esperienza personale. Leggendo ciò che dici, mi viene subito da pensare alle mie. Qualche volta mi trovo d'accordo con te, altre no.
Per esempio, annuisco dove parli delle donne milanesi in caccia dell'uomo con uno status (ma non sarà così solo qui a Milano, immagino). O dove parli delle coppie che si riducono alla comunicazione funzionale (la macchina, le vacanze, la figlia, ecc.).
Annuisco meno dove elevi il maschio del mio post a modello quasi universale. Ci sono anche maschi in gamba, nonostante tutto. E un'altra volta dovremo parlare dei maschi che soffrono a causa delle donne.
Detto questo, continuo a credere che se una donna parla senza colpevolizzare, è sicura di sé nella comunicazione, e ciò nonostante Ciccio non ascolta e non parla, allora la soluzione è Franco.
Va bene la difficoltà di cambiare, ecc. ma se l'alternativa è passare i restanti 40-50-60 anni di vita con Ciccio...
Sulla chiusura del blog, taccio, visto che dei quattro sono quello che ha contribuito di meno. Però credo che senz'altro nascerà qualcosa di nuovo. A volte bisogna dare tagli netti per fare passi in avanti.
E' sempre una questione di Ciccio e Franco, se vuoi. ;-)
uh.. Nicola mi spiace ma il vs blog non si apriva più da un po'.
Sì hai ragione su Ciccio e Franco, ragionissima. Sarà che io sono una persona lenta (ma inesorabile..:)) e così prima di lasciare Ciccio ed essere disponibile per Franco ci metto ine media più di una decade. Non è la difficoltà di lasciare, è lasciare quando tutti se ne sono andati prima di te e lasciarsi con una persona -- anche un'amica, sia chiaro -- è un'altra morte. Capitolo assai difficile da accettare.
Sul fatto che ci siano maschi in gamba: certo, è ovvio. Anche il maschio di cui sopra -- di cui sono piene le cronache, credimi, perché basta andare negli spogliatoi femminili di una piscina comunale o di una palestra, esperienza personale, per sentire più o meno esplicitato quello che ho scritto qui -- dicevo che anche il maschio di cui sopra è in gamba. Solo che non ha voglia di lavorare e/o soffrire per nessuna cosa, fa solo quello che gli piace al momento, ecc.: in una parola, si rifiuta di crescere emotivamente. E discutere e accettare e affrontare dei problemi è assolutamente forma di lavoro e/o sofferenza. Più comodo, al momento, chiudere gli occhi e andarsene. Salvo che poi le cose ritornano quadruplicate, centuplicate, ma lui spera sempre che si risolvano da sole, self-healing.
Viziato, coccolato, anche maltrattato o negletto: ma di base il maschio nordico fa di tutto per NON assumersi le responsabilità di chi è. Come anche la femmina nordica, dato che va a caccia di status e soldi. E tutto questo assai più che nel centro sud.
Che ti voglio dire? Che c'è un senso della mascolinità e della femminilità molto diverso in società e gruppi un po' più mediterranei. Un'altra idea. Tanto per darti un esempio, qui vedo donne che sono a casa dai genitori alla soglia dei quarant'anni. E anche maschi. Persone benestanti che stanno lì perché è comodo!
Le generalizzazioni sono importantissime perché permettono di estrapolare proprio dalla propria esperienza personale e vedere le cose col giusto e necessario distacco: su questo, ancora una volta, dissento con te. Il senso della storia è essenziale per non sentirsi gli unici incapaci a risolvere situazioni di sofferenza, sapere che succedono anche ad altri e si trovano nelle stesse identiche difficoltà: quindi, sentirsi "migliori", avere autostima senza pretendere troppo da se stessi. Sentirsi anche in compagnia. E magari anche vedere le altre esperienze e farne tesoro, rielaborarle, prendere da queste quello che può essere utile.
Invece di una terapia individuale, terapia di gruppo!:) Per me, almeno, essere "insieme" al mondo è molto importante. Non avere, cioè, il burqa mentale:)
Sul blog beh, che dire, mi spiace molto ma vedo che la chiusura è anche questa inesorabile. Peccato sia stata imporvvisa, almeno per noi. A presto e in un altro luogo allora!:) siete intelligenti e spiritosi, è davvero molto.
Boh/orientalia4all.net
Beh, no, io uno che "non ha voglia di lavorare e/o soffrire per nessuna cosa, fa solo quello che gli piace al momento, ecc.: in una parola, si rifiuta di crescere emotivamente" non lo chiamo in gamba. Io intendevo un uomo in gamba in gamba. ;-)
Sulle differenze Sud-Nord mi cogli impreparato: le mie esperienze sono geograficamente limitate.
Sul trarre generalizzazioni dalle proprie esperienze personali: è vero, se non lo facessimo non riusciremmo a trovare un senso nella nostra storia e a riconoscerci nelle vicende altrui. E allo stesso tempo cerco di non dimenticarmi che quella che ci tocca è solo una parte del mondo. Tu stessa dici che uno può spostarsi al Sud e trovare mentalità diverse. Lo stesso può capitare cambiando ambienti sociali e culturali. Anche a Milano, da Cova e al Leoncavallo non ci trovi lo stesso tipo di gente.
Sulla chiusura del blog, dai, basta farcelo pesare. ;-)
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