03 gennaio 2006

Recensioni: "A history of violence", di David Cronenberg

Cinema

Milano, Apollo, sala Fedra. E' uno storico cinema milanese, trasformato in multisala da un paio d'anni. Chissà perché, il botteghino è ancora quello vecchio: una specie di anticamera minuscola, dove la coda intralcia la porta di ingresso. Ci fa i biglietti una brunetta truccata e pettinata da suicide girl (però vestita).

Trama

Stati Uniti. In una piccola città del midwestern, Tom Stall ha una vita esemplare: un bar, una moglie bella, due figli d'oro, tutti lo amano. La moglie gli dice che è "l'uomo più buono che abbia mai conosciuto". Un giorno, arrivano in città due serial killer. Entrati nel bar di Tom, stanno per uccidere la cameriera. Tom reagisce, strappa loro le armi, li uccide. Le TV fanno di lui un eroe: ciò gli attirerà l'attenzione di una gang di Philadelphia.

Cosa funziona

La prima parte. Come in altri suoi film, Cronenberg riflette sul tema dell'identità personale. Tom Stall è un uomo buono perché ha scelto di esserlo. E, scegliendo di esserlo, è sorta intorno a lui una rete di persone che lo confermano in quel ruolo. Ma, ci suggerisce Cronenberg, scegliere di essere non è la stessa cosa che essere. Tutto ciò è detto nella storia, non mettendo teorie in bocca ai personaggi (come avrebbero fatto altri registi). Cronenberg si dedica, con successo, a costruire un'atmosfera di oscura minaccia che grava, allo stesso tempo, sui familiari di Tom e sull'uomo che Tom vorrebbe essere.

Viggo Mortensen (Tom Stall): convincente. Pur senza grandi doti espressive, si muove bene sia nella parte dell'uomo buono, sia in quella dell'uomo d'azione. Forse spaesato nella seconda parte, ma a quel punto è il film che ha perso il suo equilibrio.

Maria Bello (Edie, la moglie di Tom): un piacere vederla. Le spetta una parte di donna dolce e determinata: due cose che non tutte le attrici riescono a mettere insieme. Molto sexy (a dispetto dell'assenza di tette). Gli affezionati di ER la ricorderanno dottoressa (se non sbaglio, la accoltellavano insieme al dottor Carter).

Ed Harris (Fogarty, il capo della gang di Philadelphia): spettacolare. Di solito è lui che fa l'uomo buono. Qui invece fa un gangster modello "scarface" (nel senso che ha proprio la faccia conciata male). Come uomo buono, Harris tende a scomparire. Come cattivo, lo scopri carismatico.

Ashton Holmes (Jack Stall, il figlio di Tom): perfetto. Gli spetta un ruolo da adolescente sensibile, intelligente, a sua volta alla ricerca di una identità. In realtà, è un personaggio visto mille volte, ma il giovane Ashton esegue benissimo.

Cosa non funziona

William Hurt (Richie, il fratello di Tom): un danno. E' invecchiato, è ingrassato, gigioneggia. Si muove come un elefante in un film che vorrebbe essere sottile.

La seconda parte: perde di significato dopo che apprendi la verità su Tom. Nella prima parte, senti che il problema dell'identità personale vale anche per te; nella seconda, riguarda solo Tom. Forse perché sa che non c'è più molto da dire, Cronenberg devia sull'action movie. Il finale è telefonatissimo.

La famiglia di Tom: troppo perfetta. Oltre ai figli belli, al lavoro onesto, alla serenità familiare, Cronenberg ci propina un marito e una moglie che, dopo vent'anni insieme, riescono anche a fare sesso con fantasia.

I criminali: troppo caricaturali. Ed Harris è bravo, ma il suo personaggio sembra uscito da un anime giapponese (immaginatevi un criminale sfregiato in Cowboy Bepop). William Hurt è pessimo, ma il suo personaggio sarebbe stato ridicolo anche in un film di Bruce Willis. Immagino che Cronenberg abbia caricato questi personaggi per fare contrasto con la famiglia di Tom. Beh, ha esagerato. E non può non venirti in mente la tradizione cinematografica dei criminali che ammazzano, rubano, ma sono anche persone (vedi Heat, per dire).

Le scene d'azione: in particolare, c'è un combattimento dove un personaggio (non dico quale) fa fuori, a mani nude e con pistola, una quantità imprecisata di persone. "Tarantino", mormora qualcuno in sala. "Jackie Chan", penso io, vedendo il personaggio pacioso che, di colpo, tira fuori gesti velocissimi di karate.

Durata

Un'ora e quaranta. La prima parte si conclude con la seconda sparatoria, che sarebbe stata anche un ottimo finale. Purtroppo, a quel punto c'è ancora più di mezz'ora di film.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Però a me è piaciuto il giochetto della doppia agnizione "opposta" (mi riferisco a Edie che, nella stanza d'ospedale con Tom ferito nella seconda sparatoria, lo "riconosce" finalmente come Joey Cusack; e che nella scena finale, a tavola, lo "riconosce" nuovamente come Tom Stall).

Anonimo ha detto...

A me ha colpito meno, ma devo dire che a quel punto il film mi aveva abbastanza stancato. E, poi, anche dopo la prima agnizione, l'accettazione in famiglia del nuovo Tom Stall non è mai veramente in discussione.

Anonimo ha detto...

Sì, su questo hai certamente ragione, la svolta drammaturgica dopo la prima agnizione è un po' debole. Anche la scopata sulla scale, che dovrebbe essere un puntello drammaturgico, risulta un mezzo fallimento. Invece altre cose mi son piaciute, come la già citata agnizione finale, e la scena del lavacro dell'eroe (anche se il simbolismo di Cronenberg è un po' scontato: noi europei siamo abituati a simbolismi più raffinati).

Anonimo ha detto...

OK, diciamo che fra il simbolismo scontato del lavacro e quelli ermetici che propongono altri (forse hai in mente Haneke?) si può trovare una via di mezzo. Anche a me la scopata sulle scale ha deluso. Le recensioni parlavano di "stupro della mogliettina" ma se è uno stupro quello....

Anonimo ha detto...

La via di mezzo sicuramente c'è ed è vincente: pensa a un simbolismo di forte impatto come quello del montaggio alternato operai/animali al macello in "Sciopero" di Eisenstein. Oppure a David Lynch, altro simbolista che secondo me è un grande.

Anonimo ha detto...

Mannaggia, Sciopero non l'ho visto. David Lynch, comunque, chiarisce più che bene il concetto e mi trova d'accordo (non sono sicuro di averlo mai capito bene, Lynch, ma l'ho sempre trovato affascinante).

Anonimo ha detto...

"riescono anche a fare sesso con fantasia"
questa non l'ho capita.
nonostante i piu' finiscano la propria vita in modo indecoroso parcheggiati in qualche ricovero a sbavare e imprecare, non esistono forse vecchi che arrivano a 90 anni lucidi, con la patente in tasca e pieni di vogli di fare?
o il problema e' che ti piacciono i film in cui potersi rispecchiare?

Anonimo ha detto...

Di signore di 90 anni ne conosco. Non credo che facciano sesso travestite da pon pon girls, come fa Edie. Lei e Tom, poi, sono in un intorno dei 40, e chiaramente in ottima salute, quindi non capisco che c'entri la storia degli anziani bavosi. O perché tu dia per scontato che sia facile passare vent'anni insieme conservando il sesso intatto (io di quello parlavo). O perché ti sia fatto l'idea che io sia sposato. O perché perda tempo a risponderti.

Anonimo ha detto...

Però una scena in cui una signora di 90 anni fa sesso travestita da pon pon girl, sarebbe indubbiamente molto lynchana ;)))

Anonimo ha detto...

ps. qui qualche sintetica ma interessante info su "Sciopero"

http://it.wikipedia.org/wiki/Sciopero%21

Anonimo ha detto...

Davide, speriamo che Lynch non ci legga. Grazie del link. Se capisco bene, a Eisenstein si devono, indirettamente, anche le inquadrature sul caminetto che arde nei film americani di una volta.

Anonimo ha detto...

Sì, e anche quelle scene dei film horror in cui si vede il college americano bello tranquillo e ameno con studenti annessi e poi c'è lo stacco su qualche dettaglio che teoricamente, nell'opinione del regista, dovrebbe essere inquietante. Prima di Eisenstein la narrazione cinematografica non conosceva l'inquadratura e il montaggio come strumenti dialogici (che detto così sembra una roba da niente, e invece è un'enormità).

Anonimo ha detto...

ops volevo scrivere "cosa enorme" e ho scritto "enormità", comunque si è capito ;))))

Anonimo ha detto...

"riescono a fare sesso con fantasia"
E' chiarissimo.
Alcuni non ci riescono nemmeno a ventanni.
Per altri è facile ed è una fortuna per chi li incontra.
Peccato per Michele.
Erre

Anonimo ha detto...

Davide, confesso che di Eisenstein conosco solo i pezzi della corazzata Potjomkin che si vedono nel famoso film di Fantozzi, ma a questo punto cercherò di colmare il buco.
Erre, viva la fantasia.

Anonimo ha detto...

La corazzata Potemkin va vista, e si fottano gli eventuali pregiudizi di stampo fantozziano: svelto e incalzante, un action movie.
O almeno lo è l'edizione con commento in italiano eseguito da Arnoldo Foà.

P.S: spero che l'angolo del maiale non attuerà una personale secessione al pari del momento carino del venerdì.

Anonimo ha detto...

Provvederò. A me comunque piacevano anche i pezzi che si vedono nel film di Fantozzi.

Anonimo ha detto...

Scusa se commento a tanta distanza di tempo ma Maria Bello non era la collega che viene accoltellata con Carter. Il personaggio si chiamava Lucy Knight ed era interpretata da Kellie Martin (stagione 5/6 dal 98 al 2000). Ciao, Daniela

Anonimo ha detto...

Hai ragione. Adesso viene in mente anche a me. La Lucy era una biondina più cicciotella e bassotta. Di solito verifico questo tipo di informazioni: per una volta mi sono fidato della memoria e, ovviamente... Ma che fine faceva la Bello, nel telefilm, allora?

Anonimo ha detto...

Credo e sottolineo CREDO perchè vado a memoria, molto banalmente, che si trasferisca e poi le succeda Alex, quella con il figlio che troviamo anche nelle puntate più recenti... Ciao ciao e ottimo blog, complimenti!

Anonimo ha detto...

Sì, adesso me lo ricordo anch'io... Ciao e grazie di tutto.