17 gennaio 2006

L'aspirina al supermercato costerebbe meno

La COOP ha lanciato una "proposta di legge di iniziativa popolare" per liberalizzare il mercato italiano dei farmaci senza ricetta (come l'aspirina, il Moment o il Voltaren). Oggi solo le farmacie possono venderli. La proposta di legge prevede che li possano vendere anche i supermercati. Il metodo di vendita sarebbe simile a quello delle farmacie.

Art. 3. La vendita, consentita durante l'orario di apertura dell’esercizio commerciale, è effettuata in una parte della sua superficie ben definita e distinta dagli altri reparti, con l'assistenza di un farmacista abilitato all’esercizio della professione ed iscritto al relativo ordine.

Art. 4. Lo sconto sul prezzo indicato nella confezione è liberamente determinato dal distributore al dettaglio per singolo farmaco, è esposto in modo leggibile e chiaro e praticato a tutti gli acquirenti. Sono vietati i concorsi e le operazioni a premio, le vendite straordinarie e quelle sottocosto.

E' probabile che i supermercati venderebbero i farmaci a prezzi più bassi. Infatti, i grandi distributori sono più efficienti dei piccoli negozi (le farmacie), hanno il potere per spuntare prezzi più bassi dai produttori, e si fanno concorrenza sui prezzi. Al contrario, le farmacie sono un settore protetto (i Comuni rilasciano poche licenze) e, la realtà dice, non si fanno concorrenza sui prezzi.

Con questa legge, l'Italia imiterebbe paesi come la Spagna, la Germania, la Gran Bretagna, dove i drugstore e i supermercati vendono farmaci (in Francia, invece, le farmacie hanno l'esclusiva come in Italia).

Intervistato ieri alla radio sulla proposta di COOP, il nostro ministro della sanità, Francesco Storace, ha detto:

Le Cooperative hanno molto da fare con le banche, lascino stare la farmacie... Se si vuole mettere un farmaco nel supermercato e' perche' si immagina un mercato potenziale, e quindi si rischia di entrare nella spirale della logica del consumo che non fa bene alla salute.

Sono affezionato al farmaco che viene dato dal farmacista... Pensare di dovere assecondare la campagna delle cooperative sulla liberalizzazione dei farmaci mi sembra eccessivo. Rientrerebbe nella logica di consumo che non e' adatta ad un bene per la salute come il farmaco.

La risposta di Storace è:

  1. Stupida: che puo' importare ai cittadini che lui "è affezionato al farmaco che viene dato dal farmacista"?

  2. Paternalistica: Storace suppone che i cittadini non saprebbero moderarsi nell'acquisto dei farmaci, nemmeno con l'aiuto del farmacista al banco.

  3. Irrilevante: i farmaci senza ricetta hanno effetti collaterali minimi. Non si capisce perché i supermercati possano vendere superalcolici (anche agli adolescenti) e non l'aspirina (nemmeno agli adulti).

  4. Anti-mercato: Storace vede che c'è un mercato potenziale e gli sembra una cosa cattiva. Che significa "logica di consumo"? Che c'è qualcosa di immorale nel consumare farmaci? Che prendere una tachipirina è male se non hai almeno 39 di febbre?

Con questa proposta, è evidente che COOP fa i suoi interessi: spera di guadagnare entrando in un settore redditizio. In un'economia di mercato, è quello che un'azienda deve fare. E anch'io ho i miei interessi: vorrei pagare l'aspirina di meno, e magari avere la consegna a casa (il sogno di Blindfury).

Perciò sono andata alla COOP a firmare. Purtroppo, si può farlo solo nei suoi supermercati. Per portare la proposta in Parlamento, occorrono 50.000 firme. Visto che siamo in campagna elettorale, mi piacerebbe vedere aderire qualche partito, magari di quelli che fanno il tifo per le cooperative. Sempre, sia chiaro, che esigenze tattiche superiori non sconsiglino di irritare i farmacisti.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Pensa te, proprio dalle COOP arriva la proposta.
Pensa te, proprio da un Ministro (per grazia ricevuta) di un Governo che si voleva definire liberale, arriva l'opposizione.

Ossignur: il sogno all'incontrario di Paolo Rossi è il prossimo passo.

l'esorciccio ha detto...

la risposta è anche...
5. infantile: la frecciatina sulle banche è roba da tg4.

Anonimo ha detto...

Pienamente d'accordo con Angelità (e blindfury).

Ora mi tocca pure girarmi i supermercati per trovare sto banchetto, altra sudata. Vabbè mi riposerò in fase elettorale.

Anonimo ha detto...

Non solo la frecciatina sulle banche sa di tg4, ma credo che i farmaci verrebbero venduti in tutti i supermercati, non solamente alla Coop. Anche in Olanda i farmaci si comprano in drugstore e supermercati e costano meno che in Italia.
Chiara

Anonimo ha detto...

nessun grosso partito vorrebbe irritare farmacisti e altre categorie (vedi liberalizzazione ordini professionali).

Anonimo ha detto...

Blindfury: leggevo proprio stamattina di Graham Watson, presidente del gruppo liberale all'Europarlamento, che si lamentava da Vespa che quest'ultimo definisse liberale Berlusconi. Qualcuno in studio ha pure fatto notare che Forza Italia sta nel partito popolare europeo...
Esorciccio: giusto. Ma senza sprezzo e sarcasmo che uomo di destra sarebbe?
Lucis: bravo. D'altra parte, se non ci muoviamo noi cittadini, qui in Italia non si muove mai niente.
Chiara: infatti. Possiamo aggiungere "6. Pretestuosa".
Diderot: infatti. Vedi risposta a Lucis.

Anonimo ha detto...

scusa, Delio, ma la concorrenza sui preservativi c'è perche i farmacisti non sono monopolisti della distribuzione: li puoi comprare al supermercato, dal tabaccaio, li vendono nelle discoteche con le macchinette (raro). La tua obiezione conferma la tesi: leviamo il monopolio dei farmaci ai farmacisti e staremo tutti meglio.
L'imporre per legge la vendita del generico non è una soluzione ma un pallliativo: anche il prezzo del generico sarebbe più basso se acquistabile in esercizi commerciali diversi dalle farmacie.

Angelita: che Forza Italia sia liberale non ci credono più nemmeno Bondi e Schifani.

Anonimo ha detto...

Delio, i preservativi non sono un buon esempio perché, appunto, li vendono anche al supermercato. Sul servizio notturno non saprei. Le farmacie sono un settore protetto perché i comuni distribuiscono le licenze su base territoriale, grosso modo dandone una per ogni tot residenti. Quindi, ogni farmacia ha una specie di monopolio sulla zona in cui è collocata. Poi, un minimo di variazione di prezzi ci può essere (giusto oggi, forse perché adesso ci faccio caso, ho visto una farmacia col cartello "10% di sconto sui farmaci senza ricetta"). Sui generici, le farmacie non hanno interesse a venderli perché il ricarico è più basso. I supermercati, invece, potrebbero servirsene per aumentare il loro potere contrattuale verso i grandi produttori (pensa al farmaco generico a marchio "Esselunga", che così fornirebbe anche una rassicurazione ai clienti).

Anonimo ha detto...

Blindfury, mi ha tolto le parole dalla tastiera.

Anonimo ha detto...

A me, invece, pare giusto vietare la vendita di medicinali generici all'IperCoop.
Primo, perché ne incentiverebbe l'abuso. In America, dove i drugstore esistono da anni, l'hanno capita da un pezzo, e i medicinali che vendono sono leggerissimi, di modo che una persona possa prendere anche dieci-dodici pasticche di aspirina alla volta senza collassare. Si potrebbe abbassare il dosaggio anche da noi, a questo punto, ma tutto sommato mi pare un'idea abbastanza stupida.
Secondo, è vero che i grandi distributori riescono meglio dei piccoli a spuntare prezzi di vendita più bassi ai produttori, ma è anche vero che la qualità dei prodotti che vendono è, spesso, più bassa. Penso che la vendita di farmaci generici da parte delle IperCoop stimolerebbe la creazione di una nuova linea di medicinali da parte delle industrie farmaceutiche, più economici e (forse, chissà? Si vedrà tra qualche anno) più dannosi.
Non mi convince per niente.

Anonimo ha detto...

Cara Culodritto, capisco le tue preoccupazioni, ma non credo che lo scenario sarebbe così drammatico. Intanto, per i farmaci non si pongono gli stessi problemi di qualità dello yogurt o della mortadella. Un farmaco ha un principio attivo, specificato molecola per molecola, che di solito costa pochissimo da produrre. Coop non avrebbe alcun interesse a vendere una "Cooparina" di qualità peggiore dell'aspirina, per giunta mettendo a rischio il suo nome. E d'altra parte, i supermercati vendono prodotti generici da anni (lo yogurt Coop, il latte Esselunga, ecc.) e sono buoni quanto quelli di marca. Perchè per i farmaci dovrebbe essere diverso?
Circa i cretini che prendono dodici aspirine in una volta, ci saranno senz'altro, ma possono farlo anche se acquistano la confezione in farmacia. Ecco, se l'aspirina costasse meno, magari ne prenderebbero diciotto, ma più che mettere lì un farmacista a sconsigliarli che si dovrebbe fare?

Anonimo ha detto...

Il principio attivo sarebbe lo stesso, ma bisognerebbe aggiungere altre componenti (diverse)al prodotto, altrimenti sarebbe un plagio bello e buono, e non si può mica fare. Io non sono proprio ferratissima in chimica, ma sono quelle "altre componenti" che non mi sconfinferano molto.

I cretini ci sono sempre stati e sempre ci saranno, non è che si eliminino vietando di vendere qualcosa ad un'IperCoop. Io dicevo solo che, magari, sarebbe meglio evitare di dare loro nuovi e impensati suggerimenti per mettere in mostra il loro acume. :-P

Anonimo ha detto...

No, perché i generici sono le copie dei farmaci di cui è scaduto il brevetto. Il brevetto dura trenta o quarant'anni (non ricordo esattamente): dopo chiunque può produrre un farmaco identico a quello originale. Sui cretini, io lascerei invece che mettessero in mostra il loro acume: secondo me, se uno si ammazza da sé prendendo diciotto aspirine in una volta c'è poco da mettersi a piangere.

Anonimo ha detto...

gran post!!!

supramonte
(www.bloggers.it/supramonte)

Anonimo ha detto...

Grazie.