Il giornalista Ian Fisher, deciso a scrivere un pezzo di colore su Roma, e forse a corto di argomenti, gioca la carta della disperazione: l’esploratore bianco che porta la tecnologia fra i selvaggi. Copio dall’inserto “New York Times – La Repubblica” di ieri.
“Per festeggiare il mio quarantesimo compleanno ho fatto qualcosa che mi dicono non era mai stata fatta nella storia d’Italia: ho acquistato un navigatore satellitare, o Gps, e l’ho installato sul mio scooter, con l’intenzione di trovare da solo la strada per le vie di Roma”.
“… Roma, un mix millenario di grandiosa pianificazione urbanistica e di anarchia assoluta, è impossibile da girare per uno straniero senza una qualche guida. Si consideri per esempio il sistema di numerazione delle strade: nelle principali vie del centro città i numeri dispari sono a sinistra e i pari a destra […]. Senza dubbio tutto ciò è affascinante, ma con il mio piccolo Gps posso inserire qualsiasi numero stradale e arrivare a destinazione”.
“Il Gps sovverte tecnologicamente un aspetto culturale italiano: sapendo benissimo che anche loro si perderanno, gli italiani molto spesso si chiedono a vicenda le indicazioni e le danno con grande piacere”.
Un consiglio per Ian Fisher: si acquisti un TomTom Rider, in Italia.
Una domanda per i lettori romani: ma voi come le numerate le strade, fuori “dalle principali vie del centro città”?
2 commenti:
In effetti, in alcune strade del centro di Roma la numerazione di sviluppa tutta sul lato sinistro e poi, a fine via, torna indietro sul lato destro. Non sono tante, però.
Beh, però non è che sia più semplice del metodo numeri pari/numeri dispari. Il Fischer dovrebbe perdersi comunque.
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