04 luglio 2005

Frammenti sulla morte

Ricoverati in ospedale, vi scoprono un tumore e il medico vi informa che avete tre mesi di vita. Tornando a casa, direte dentro di voi “Non voglio morire!”. Io sono giovane, sanissimo, progetto di campare altri 60 anni, ma mi sveglio di notte dicendo la stessa cosa. Non perché abbia incubi. Prendo coscienza della mia condizione esistenziale.

Ricordo un film strano con Robert de Niro, dove lui era un poliziotto che doveva catturare due criminali ucraini. Contro le buone regole cinematografiche, mezz’ora prima della fine gli ucraini lo uccidevano. Ecco, la vita è come un film dove il protagonista muore.

Si dice: la società moderna nega la morte, la gente vive come fosse immortale. Falso. Per esempio, se la medicina scoprisse la pillola della giovinezza eterna, moriremmo solo per incidenti gravi. Prevedo che allora la gente in auto correrebbe meno di adesso.

Elogio funebre: si citino le azioni buone del defunto se ne ha fatte. Altrimenti vanno bene anche le cattive. Esempio: lodate un latitante perché morì in esilio.

Sembra che un miliardo e mezzo di anni fa sulla Terra ci fossero procarioti e eucarioti. I procarioti sono i batteri, che non invecchiano e non muoiono finché hanno cibo. Gli eucarioti sono i parameci, i flagellati e altri organismi unicellulari che invecchiano e muoiono. Noi ci siamo evoluti dagli eucarioti. Che culo.

La negazione vera della morte: mia zia, che usava minacciare il figlio (mio cugino) dicendogli “vedrai quando lo saprà tuo padre” e ora che è vedova gli dice “pensa che direbbe tuo padre se ti vedesse”.

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