Davide L. Malesi invita i Fantastici quattro a prendere il testimone in una catena di Sant’Antonio sui libri. Eseguo io.
Libri della mia biblioteca
Mai contati, ma stanno tutti su otto librerie Billy dell’IKEA, con qualche scaffale ancora vuoto. Il piano è non comprare altre librerie in vita mia. Mi piacciono i libri come oggetti, ma solo quando sono nuovi. Certi libri che comprai anni fa, magari già usati, e che ora iniziano a prendere le pagine gialle, mi fanno l’effetto delle giacche sformate che non voglio più indossare. Quando gli scaffali delle Billy saranno completi, libererò spazio regalando il vecchiume agli amici (o vendendolo al Libraccio).
L’ultimo libro che ho comprato
Susanna Tamaro, Va’ dove ti porta il cuore, in offerta speciale all’Esselunga. Mi interessano i libri di successo. In genere, evito di leggerli subito e programmo di prenderli in mano ad acque calme, sperando di capire perché alla gente sono piaciuti. Non ci riesco mai. Ho letto Il nome della Rosa dieci anni dopo l’uscita, e mi è sembrato un giallo come tanti altri, solo con descrizioni e discussioni noiosissime. Nel caso della
Il libro che sto leggendo ora
Susanna Clarke, Jonathan Strange & Mr Norrell. Per essere più precisi, lo sto leggendo dal dicembre 2004. Anche qui avevo un piano: dieci o quindici pagine alla sera prima di dormire, calcolando di completarle tutte e 800 prima di Pasqua. Sono ancora a pag. 604. E’ un fantasy ambientato nell’Inghilterra dell’epoca napoleonica; i due personaggi del titolo resuscitano la tradizione magica dell’Inghilterra del Medioevo, quando, come tutti sanno, metà del regno era sotto il controllo delle fate. Strange e Norrell aiutano i connazionali nella guerra a Napoleone. Strange in particolare fornisce incantesimi al duca di Wellington nella campagna in Portogallo e nella battaglia di Waterloo. I due maghi devono poi lottare contro le forze che hanno svegliato. Il libro si immagina scritto al tempo della vicenda, con un inglese antiquato (“chuse” al posto di “choose”, per dire). Lo stile della Clarke è preciso, leggero ma prolisso; la storia più lunga di quello che dovrebbe; i personaggi sono convenzionali. Però il romanzo mi piace. Ci tornerò sopra, se capissi il perché.
Tre libri che consiglio
Persepolis, di Marjane Satrapi, per capire qualcosa delle elezioni in Iran. L’istinto del linguaggio, di Steven Pinker, per sapere che facciamo davvero quando parliamo. Una vespa che spavento! di Toti Scialoja, perché ha poesie come questa:
L’albatro a cui tendevi
un piccolo caimano
volò così lontano
che non si vede più.
Cinque blogger a cui passo il testimone
Blindfury, Culodritto, Danilotto, Lucis, Tommaso Giartosio.
Chi vorrei essere se dovessi rinascere
Una mucca al pascolo (mi piace la vita tranquilla). Se possibile svizzera (per stare in montagna).