Si sono svolti i referendum sulla fecondazione assistita. Dicevo qualche giorno fa che un’affluenza sotto il 40% sarebbe stata una sconfitta per i laici. Il 25,9% è una disfatta. Ma la vita continua.
1) Votare è stato molto piacevole. Siccome non mi andava di prendere la borsetta, sono andata al seggio con scheda elettorale e carta di identità in mano; per strada, ho incrociato passanti che, notandolo, mi lanciavano sguardi d’intesa carbonara: poco mancava che ci salutassimo fra sconosciuti come si fa sui sentieri di montagna. Al seggio, era tutto un ammiccamento, di gente che sa che perde ma è molto felice di essere lì. Che ci crediate o no, non scambierei queste soddisfazioni con la gioia dei compagnucci della parrocchietta.
2) Già si dice che questo referendum abbia fatto emergere un’Italia che il laicismo (qualunque cosa sia) tentava di nascondere: un’Italia moderna ma non secolarizzata. Ora, i risultati di un referendum sono importanti, ma non tralascerei i dati sulle convivenze, i divorzi, i matrimoni civili, ecc.
3) Un 25,9% votante non significa che il restante 74,1% sia per la Chiesa. A titolo di paragone, pensate che gli italiani che firmano l’otto per mille per la Chiesa sono solo il 37% (e anche qui quelli che si astengono, rinunciando a firmare, sono la maggioranza).
4) A proposito di otto per mille, è ingiusto che lo Stato finanzi soggetti che fanno campagne di voto. I sostenitori del Sì hanno lottato a mani nude contro un’organizzazione che riceve dallo Stato circa un miliardo di euro l’anno (sì, un miliardo di euro: dati CEI); se la Chiesa fa politica non deve avere vantaggi simili sui concorrenti.
5) I laici italiani non hanno capacità di mobilitazione; ho sentito molto la mancanza di un’organizzazione per le libertà civili tipo ACLU negli Stati Uniti: un soggetto che abbia un elenco di temi preciso, non partecipi alle elezioni, si finanzi in trasparenza, abbia un rapporto reale coi cittadini, sia guidata da attivisti e non da intellettuali. Non che ce l’abbia con gli intellettuali, ma non si può mai sapere in anticipo se saranno al tuo fianco: vedi i vari Moretti ed Eco che non hanno speso una parola sul referendum.
6) In Italia, invece, le libertà civili sono ostaggio dei radicali, gente che tenta di vendere il culo a destra e a sinistra a ogni elezione, e poi ai referendum vorrebbe fare la parte di chi difende i principi.
7) La fecondazione andrà avanti, perché il Parlamento fa solo le leggi. Il diritto (le norme che si seguono davvero) lo fa la comunità. Le persone coinvolte dal tema (pazienti e medici) creeranno pratiche illecite ma ragionevoli, dove l’eterologa si farà, la diagnosi preimpianto si farà, gli embrioni prodotti saranno nel numero che serve. Gli unici danni saranno per chi non può pagarsi i costi più alti delle prestazioni illecite o dei viaggi all’estero. Come già una volta l’aborto, la fecondazione assistita entrerà nel regno del non detto e dell’ipocrisia, che è proprio l’esito giusto di una vittoria dei cattolici.
Nessun commento:
Posta un commento