07 marzo 2005

Recensioni: “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, di Wes Anderson

Cate Blanchett

Cinema

Excelsior di Milano, sala Mignon. All’arrivo, nostro panico per la ressa all’ingresso, ma erano tutti lì per Million Dollar Baby, che davano nella sala grande. Scendendo le scale, un ubriaco ci ha preceduti commentando le locandine appese alle pareti, chiedendosi dove fosse la toilette e collegando entrambe le cose alla situazione politica. Esempio classico di flusso di coscienza a voce alta. Pregato gli dei non avesse il posto vicino ai nostri (preghiera esaudita). Poltrone larghe e comode (ma poco spazio per le gambe)

Trama

Steve Zissou, un oceanografo famoso ma in crisi, parte alla caccia di un misterioso squalo giaguaro, accompagnato da una ciurma internazionale (il team Zissou) e da una giornalista incinta. Avventure di mare, durante le quali Zissou gira un film e fa i conti con se stesso.

Cosa funziona

Willem Dafoe (Klaus, un sottoposto stupido e fedele che ha bisogno dell’amore del capo). Ruolo comico in cui, a mia sorpresa, riesce benissimo. Dopo il fallimento di qualsiasi film dove fosse il protagonista, Dafoe si avvia a una carriera brillante di caratterista.

Jeff Goldblum (Hennessey, grande rivale di Zissou). Come sopra: sorprendente riuscita in un ruolo comico di un attore che ha sempre fatto altro.

Il San Carlo di Napoli, la città di Napoli, il golfo di Napoli, dove buona parte del film è girata (però la storia si svolge in luoghi immaginari dai nomi francesi).

Il marinaio Pelé che canta canzoni di David Bowie in portoghese.

La colonna sonora nel suo insieme.

Cosa non funziona

La sceneggiatura. Una serie di sketch che non si fondono in una storia. Toni realistici e fumettistici, sentimentalismo e post-modernismo si alternano senza scopo apparente se non suscitare l’ammirazione dello spettatore. Molte battute e situazioni comiche di quelle intelligenti ma che non fanno ridere, o meglio fanno ridere chi vuole dimostrare di averle capite (sei o sette voci in sala, sparse qua e là, hanno riso per tutta la proiezione).

Wes Anderson. Si dimostra il regista di maggiore talento della nuova generazione fra quelli che non hanno nulla da dire. Inquadrature perfette, montaggio perfetto, incapacità di infondere vita nei personaggi. Cerebrale.

Bill Murray (Zissou). Attore che si conferma bravo ma poco versatile: di nuovo in un ruolo di uomo che invecchia ed è infelice di ciò che è diventato. A volte, sembra il personaggio di Lost in Translation vestito da marinaio. Non mancano momenti di meditazione in costume da bagno in una vasca.

Owen Wilson (il figlio naturale di Zissou). Si va specializzando nella parte del giovane timido, ottuso e gentile che intenerisce le donne. Rigido.

Cate Blanchett (la giornalista incinta). Alterna lo sguardo da donna emancipata che si indigna a quello da donna emancipata che sa come prendersi cura di un uomo. Sembra un’eroina di E.M. Forster su una nave. Però sempre bella a vedersi.

Anjelica Huston (moglie di Zissou). Fuori ruolo: dovrebbe fare la donna in età ma ancora interessante; purtroppo non lo è più.

Durata

Eccessiva. L’intervallo è arrivato quando iniziavamo a chiederci se mancava molto alla fine.

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