L’argomento “abbiamo solo obbedito agli ordini”, sostenuto dai criminali nazisti, o da chiunque altro abbia partecipato a stragi in ruolo da sottoposto, mi ha sempre lasciato perplesso. Infatti, non ho mai notato nella gente una gran tendenza ad obbedire. E’ vero che i nazisti, disobbedendo, rischiavano punizioni gravissime; ma è anche vero che, di solito, la gente è ben pronta a rischiare se trova un buon motivo per farlo. Il problema dei nazisti era che non trovavano un buon motivo per aiutare gli ebrei:
“Ad Auschwitz […] non c’è nessun caso noto di SS processate per avere rifiutato di prendere parte alle esecuzioni, mentre c’è abbondanza di documenti che mostrano che il vero problema di disciplina – dal punto di vista dei vertici delle SS – era il furto [ai danni degli ebrei o di altri]. Sembra perciò che i membri comuni delle SS fossero d’accordo coi vertici nazisti che uccidere gli ebrei era giusto, ma non con la politica di Himmler di impedire loro di profittare individualmente dal crimine. E le pene per una SS colta a rubare potevano essere draconiane – quasi sicuramente peggiori che per essersi solo rifiutata di prendere parte attiva alle esecuzioni” (traduzione da Laurence Rees, Auschwitz: A New History, via Marginal Revolution).
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