05 marzo 2005

Complacency kills

Joe Sacco

Un mese di mobilitazione, manifestazioni, appelli per salvare la vita di Giuliana Sgrena, e un’ora di viaggio per perdere quella di Nicola Calipari: ecco qualcosa che fa girare il cervello nel cranio.

In attesa di indagini, e delle parole della Sgrena (a occhio e croce, l’unico testimone che potrà parlare liberamente), sappiamo che l’attacco è avvenuto sulla strada per l’aeroporto di Baghdad. A elezioni avvenute, e democrazia instaurata (così dicono), questa strada è ancora un campo di battaglia. Gli attacchi dei combattenti continuano. I soldati americani pattugliano la strada e, occasionalmente, creano posti di blocco per controllare i viaggiatori. La procedura operativa è di sparare su chiunque non si arresti dopo i segni di avvertimento. La settimana scorsa, i soldati americani avevano già sparato due volte su veicoli innocui. Non ci sono statistiche su quanto spesso ciò sia avvenuto nei mesi scorsi, e su quanti civili innocenti siano morti. E’ noto un episodio di inizio febbraio, quando i soldati spararono su un veicolo guidato da occidentali mentre si avvicinava a un posto di blocco a circa 10 km all’ora (tutte queste notizie dal New York Times di oggi; registrazione o BugMeNot).

Solo qualche giorno fa, Joe Sacco aveva pubblicato un articolo a fumetti, dal titolo “Complacency kills”, sulla paura dei soldati americani in pattuglia. Joe Sacco è famoso per le indagini sul campo in Palestina, Bosnia e altri luoghi di guerra. Nei suoi fumetti, compaiono i soldati, i terroristi, i civili e tutti coloro che sostengono il peso umano delle vicende internazionali. L’articolo, uscito sul Guardian, è qui (8 pagine, 36 MB, ma vale la pena se avete la banda larga e una buona stampante).

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