06 febbraio 2005

Tradizionalismo

Nel mondo ci sono molte tradizioni, fra cui:

  • quella ebrea per cui il Sabato non si lavora;
  • quella indù per cui non si toccano gli intoccabili;
  • quella buddista per cui non si mangia la carne;
  • quella araba per cui le donne portano il velo;
  • quella europea per cui gli uomini non portano la gonna.

E’ bene mantenerle? Il divieto del Sabato proibisce agli ebrei lavori che sono adatti a un giorno di riposo, come cucinare una torta, o portarne una già fatta a casa di amici (è una forma di trasporto). Il motivo è che il settimo giorno Dio non lavorò. Questo motivo sembra debole: nei sei giorni precedenti Dio fece molto, e capisco fosse stanco, ma noi potremmo avere ancora voglia di qualche lavoretto, e in tal caso perché sentirci obbligati a riposare? Non c’è il dovere di imitare Dio in tutto. Il terzo giorno Dio creò la vegetazione, ma non credo che il Martedì gli ebrei siano tenuti al giardinaggio. E non è neanche esatto che Dio il Sabato riposò. Ormai la creazione era completa, e dovremmo dire che finì di lavorare un Venerdì. Per il resto dell’antico testamento non fece nulla, a parte parlare ai profeti, lanciare maledizioni e inviare sciami di cavallette, che, più che un lavoro, sono attività spontanee.

Gli indù credono che gli intoccabili siano impuri ma, anche se non ne conosco nessuno di persona, sospetto siano esseri umani, più o meno sporchi come tutti gli altri. Velutha, l’intoccabile di Il Dio delle piccole cose è l’unico uomo del romanzo cui avrei accettato di stringere la mano.

I buddisti non mangiano carne per non causare sofferenza ma, se è per quello, basterebbe uccidere manzi e suini con tecniche dolci. Anche l’anima credo che trasmigri dai corpi prima che facciate in tempo a mangiarli.

Le donne arabe portano il velo per pudicizia, ossia credendo che freni gli uomini dall’avere fantasie su di loro. Figuriamoci! L’unico effetto è che mentre un occidentale che vede una donna se la immagina nuda, un arabo se la immagina nuda con il velo. E se vede una con il burqa vagheggia sia già tutta nuda sotto.

Non so perché gli uomini europei non portino la gonna. Gli antichi romani lo facevano, perciò suppongo sia una scelta degli stilisti medievali. Erano così bravi che non si ricorda il nome di nessuno. Solo i preti ce l’hanno, perché si disegnò l’abbigliamento del clero ai tempi dei romani, e si sa che la Chiesa è un po’ lenta a cambiare. Ogni tanto uno stilista moderno prova a mettere gonne agli uomini, ma senza seguito.

Il tradizionalismo è la teoria che le tradizioni vanno bene come sono. Invece di domandarvi se siano valide dovreste rispettarle e basta. Per definizione, un tradizionalista non dice perché dovete farlo. Per lui la preferenza per le tradizioni è altrettanto ovvia della preferenza per i cibi buoni, o i quadri belli, o le tette sode. Al massimo dice “si è sempre fatto così”, che appunto non è un buon motivo. Anzi, discutendo con lui dite “non è mai stato un buon motivo”, il tipo di argomento che potrebbe spiazzarlo.

Comunque, i tradizionalisti un buon motivo lo devono avere. L’unico che mi viene in mente è che credano che i nostri antenati fossero più saggi. Per questo pensano sia male che riflettiamo sulle tradizioni, perché potrebbe sfuggirci qualcosa che gli antenati, che le crearono, avevano compreso. Non so da dove i tradizionalisti traggano questa convinzione. Se fosse vero che nei secoli la saggezza si riduce, dovrebbe esserci un piccolo declino a ogni generazione, e anche i nostri genitori dovrebbero essere più saggi di noi. Perché allora ci sembra sempre che capiscano poco? Ma, a essere onesti, i genitori hanno la stessa opinione su di noi, perciò non credo che per questa strada si dimostri granché.

Il vero difetto del tradizionalismo è che se nel Neolitico tutti fossero stati tradizionalisti, allora saremmo ancora nel Neolitico. Se siamo nella civiltà moderna è perché gli antenati fecero cambiamenti, senza farsi scoraggiare da chi, senz’altro già allora, voleva il rispetto delle tradizioni. L’antenato che inventò la lavorazione del ferro dovette suscitare un’insurrezione di tradizionalisti, che difendevano una tradizione di spade di legno. Se è vero che gli antenati erano più saggi dovremmo imitarli e abbandonare le tradizioni cattive, e crearne di nuove che ci piacciono di più.

I tradizionalisti possono prendere una posizione coraggiosa, e dire che il Neolitico era meglio della civiltà moderna. Ed è ciò che fanno, infilando nei loro discorsi allusioni a un’epoca in cui tutto andava meglio e che, siccome non dicono mai qual è, decidiamo per comodità sia il Neolitico. Qui mi limito a osservare che nel Neolitico avremmo coltivato la terra, un lavoro faticoso. A meno che siate contadini anche adesso, dubito fareste cambio col vostro mestiere di oggi. Quanto a me, so cosa scegliere. Nel Neolitico, il mio fisico gracile mi avrebbe permesso una carriera di spaventapasseri. Nella civiltà moderna, scrivo in un blog che potrebbe aprirmi una carriera luminosa, e senza che alcuna parte del mio corpo svolga un’attività se non le dita delle mani, e neanche tutte, perché non batto bene. Il giorno che i PC avranno sistemi buoni di riconoscimento della voce progetto di smettere anche con quella.

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