Si può insegnare la creatività? Qui Scott Adams, senz’altro uno scrittore creativo (anche se Dilbert non ha il mordente di un tempo) prova a farlo:
“Una delle domande che mi fanno più spesso è: ‘Come ti fai venire un’idea per i fumetti ogni giorno?’ […] Per come la vedo io, la creatività è questione di espellere le idee cattive dalla mente così che ne possano entrare di nuove. […]
Sbarazzarsi delle idee cattive fa meno paura che tentare di creare qualcosa di nuovo da zero. […] A meno non siate un monaco con dieci anni di addestramento nella meditazione la vostra mente è incapace di essere vuota, anche per un momento. Non appena un pensiero se ne va, un altro prende il suo posto. Se il pensiero nuovo non è abbastanza buono per i vostri scopi, non indugiateci. Lasciatelo andare e basta. Tentate di aumentare il numero di idee al minuto che valutate. Più idee valutate, migliori sono le vostre probabilità di trovarne una vincente. […]
Il modo migliore e più veloce di valutare le idee è di usare lo stomaco invece del buon senso. Intendo letteralmente. Le idee eccellenti hanno un impatto fisico immediato sul vostro corpo. Se state tentando di creare humor, il corpo riderà quando una buona idea attraverserà la vostra mente. Se state tentando di creare un’idea con un impatto emotivo, il corpo si tenderà, o piangerà, o si scuoterà […]. Tecnicamente, è il cervello che continua a fare la valutazione, non l’apparato digestivo. Ma, quando si tratta di creatività, il cervello non è granché nel segnalare le sue preferenze direttamente.”
(The Joy of Work, HarperCollins, 1998, pp. 231-2, traduzione dall’originale).
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