27 gennaio 2005

Colpa

A volte, quando fate del male a qualcuno vi sentite in colpa. Dato che il passato non può cambiare, la colpa è un sentimento vano, e tuttavia nobile, perché implica una qualche cura per le vostre vittime. Che infatti si acquietano un poco a vedervi soffrire.

Comunque, il senso di colpa è sgradevole. Quando lo provate vorreste che passasse. Un rimedio è parlare con la vittima, ammettere l’errore, dirvi dispiaciuti, riparare il danno e provare a fare meglio in futuro. Ma altri rimedi sono più efficienti.

1. Espiazione in proprio: stare male per ciò che avete fatto, fin quando il totale della vostra sofferenza è, a vostro giudizio, pari al danno causato. A quel punto chiedervi riparazioni sarebbe troppo. Potete prevenire ogni richiesta della vittima dicendo “Ho sofferto io più io di te”.

2. Compensazione: contrapporre il danno causato a quelli che la vittima vi ha fatto in passato. Se non ce ne sono, sospendete il senso di colpa, e badate alle mancanze in cui la vittima potrebbe cadere da un momento all’altro, per esempio mentre protesta. Nel qual caso dite: “Mi ferisce il modo in cui reagisci”.

3. Egocentrismo: riflettere che per voi l’unico costo è che la vittima vi amerà meno, e concludere che di lei non vi importa nulla, per quanto in precedenza possiate aver pensato il contrario (perfetto per i torti ai partner e ai parenti).

4. Negare l’errore: persuadervi, anche se non è vero, che la vostra azione era voluta, e siete lieti del danno. In tal caso, mentre la vittima parla, reggetene lo sguardo e state zitti, lasciando intendere che non avete agito senza un motivo.

5. Negare il danno: porre i danni in prospettiva, così che non sembrino più tali. Per esempio, se guastate lo stereo di un amico, pensate che ora potrà comprarsene uno nuovo.

6. Negare la vittima: svilirla, svillaneggiarla, ridere dei suoi danni, rifiutarle ogni diritto a lamentarsi (perfetto per i torti ai bambini).

7. Fatalismo: suggerire che forze misteriose decidono tutto e, in fondo, non siete voi che avete agito (“si vede che doveva andare così”).

8. Accettazione profonda: dire a voi stessi che siete sempre stato un miserabile, che una colpa in più non può cambiare nulla, che una riparazione non guarirebbe la vostra natura corrotta. Come notava Freud, se soffrite di un senso di colpa indeterminato cadere in colpe precise può persino essere un sollievo.

9. Sostituzione della vittima: pensare che la vera vittima non è chi ha subito il danno, ma chi aveva sempre avuto fiducia in voi, per esempio i vostri cari. Così, vi spiegherete con loro invece che con la vittima apparente. E' una strategia tipica dei credenti, per i quali ogni colpa è una questione fra loro e Dio.

10. Alleggerimento: riflettere che in molti cadono nella vostra colpa, e dedurre che ciò la rende meno grave. In effetti, il senso di colpa è solo il timore oscuro di una punizione, e la punizione di tanti sembra sempre più improbabile della punizione di uno solo. Anche questa strategia è diffusa fra i credenti, che spesso si consolano nel vedere peccare gli altri (anche se per un Dio onnipotente le punizioni di massa non dovrebbero essere un problema).

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